Tipi da spiaggia#3 e saluti

Le avventure di Speranza Fantozzi.

Chi bazzica in fb sa che ieri era il mio compleanno, ancora due passi e raggiungiamo le cinque decine. Di solito festeggio con un pranzo a base di pesce in un ristorante in riva al mare. Quest’anno ho preferito rinunciare al pranzo e stare un giorno di più in vacanza. Il pesce fresco costa! Per cui ieri siamo andati al mare, al Poetto per la nostra solita mezza mattinata. Ma niente è andato come previsto.

Mylove aveva dormito male e si è alzato di malumore, dovevo far benzina al selfservice e non avevo soldi in cambio, il bancomat non funzionava, l’edicolante non aveva il cambio. Alla fine Mylove si è comprato un pacchetto di sigarette e abbiamo fatto benzina. Con tutti questi giri siamo arrivati un po’ in ritardo e i parcheggi erano tutti occupati. Con un colpo di fortuna abbiamo parcheggiato subitissimo, ma l’umore era pessimo. Arrivati in spiaggia il venticello che soffiava nel mio paese era diventato un maestrale da bandiera rossa rossa. Soffiava talmente forte che ha fatto volare gli ombrelloni, tra cui il nostro che è bello robusto. Recuperatolo senza che avesse causato danni alle persone, ci accorgiamo che il telo si era rotto in più punti.

Aff xz! Incavolati neri a mezzogiorno spaccate eravamo in auto sulla via del rientro. Cosa mi sarà venuto in mente di andare al mare e soprattutto di tentare di leggere il giornale? Al Poetto quando c’è maestrale non puoi neanche ridere che ti ritrovi la sabbia incastrata nei denti per due settimane, figurati leggere il giornale. Guardate in che condizioni l’ho riportato a casa.

Le letture del vento
Le letture del vento

Insomma è stato un compleanno indimenticabile. Meno male che con la testa sono già a Barcellona. Si parte fra due giorni e si rientra la settimana prossima. Internet è una gran cosa, abbiamo fatto i biglietti aerei, prenotato un bell’albergo vicino alla Sagrada Famiglia, comprato la Barcellona Card e prenotato la visita guidata in italiano per la Sagrada! Tutto il resto decideremo giorno per giorno, che a noi ci piace l’avventura, ma con i nostri ritmi. Quello che non riusciremo a vedere lo vedremo la prossima volta. Intanto leggo un po’ e sono già lì.

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A si biri luegos!

 

L’estate è un libro. Tanti libri.

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Quest’estate mattacchiona con i suoi sbalzi umorali ce la ricorderemo anche fra dieci anni.  Son passati undici anni, ma non scordato l’estate del 2003 con i 35°gradi fissi, giorno e notte, per tre mesi di fila. Credo che nessuno l’abbia dimenticata.  Però, non ricordo un solo avvenimento italiano o mondiale, legato a quell’anno. Ricordo solo che ad un certo punto erano finite le scorte di ventilatori e climatizzatori.

Quest’anno invece ci sono troppi avvenimenti difficili da scordare. I morti della  guerra in Terra Santa, Siria, Israele e Palestina, l’aereo civile abbattuto in Ucraina, le stragi ripetute di migranti, la nave Concordia che finalmente va via dall’Isola del Giglio, la lunga gestazione per avere una nuova forma del parlamento. Insomma, chi più ne ha più ne me metta. Non si ha un giorno di tregua. I toni e le tinte di quest’estate sembrano sempre grigie, talvolta addirittura nere.

Per non annegare in questo mare di pessimismo io leggo. Letto o rileggo, stranamente , non romanzi che mi fanno evadere, non polizieschi o thriller, visto che la cronaca abbonda di casi insoluti. Preferisco i libri d’incoraggiamento, come li chiamo io. Libri che analizzano la situazione e che mi dicono che non tutto è perduto, mi fanno venire idee brillanti. Idee che non realizzerò  mai, ma che già il fatto che mi siano venute in mente è una gran cosa. Il cervello funziona, la creatività c’è ancora. Qualcosa di diverso si può fare e forse lo realizzerò.

Ho riletto, questa volta con calma, il libro La vita è un viaggio di Beppe Severgnini. Un giornalista che amo molto per la sua schiettezza, che osserva e scrive dei pregi e difetti di noi italiani, non dà soluzioni, però fa vedere come altri italiani sparsi per il mondo hanno trovato le risposte alle loro domande.

Di questo libro mi sono particolarmente piaciuti i capitoli dedicati all’insegnamento e alla resilienza. Nel primo mi ci sono ritrovata fino al collo. E’ vero che le nostre scuole sono quel che sono, ma che se mettiamo amore e convinzione nel nostro quotidiano operare, cambiamo la vita dei nostri alunni. Anche se abbiamo pochi mezzi. Ci siamo sempre noi con il nostro modo di essere e la nostra voce. Ci sono quei bambini. Ora, domani ce ne saranno altri. Noi li possiamo toccare e indirizzare quotidianamente. Li possiamo far volare o far cadere a terra. Bella responsabilità!

Il capitolo dedicato alla resilienza mi è caro perché mi sento molto resiliente. Ho capacità di rimbalzare, e di resistere agli urti. Questa dote, ha ragione Severgnini, è tipicamente italiana. Infatti, la noto anche in quelli che mi stanno attorno. Forse a volte siamo troppo resilienti. Diciamo: tanto resiste, tanto resiste, ma se poi non si prendono i giusti provvedimenti i muri crollano e qualcuno muore sotto le macerie. Bisogna essere resilienti sì, ma con giudizio.

 

 

Tipi da spiaggia 2. I cani

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Questo fine settimana niente mare. Avevamo deciso così, ma poi il tempo era brutto brutto. Pioggia di fango nella notte e poi nuvole con caldo appiccicoso. Magari l’acqua era pure calda e io avrei fatto volentieri il bagno. A me piace calda, non fredda. Così non rischio di rimanere col collo rigido per tutta l’estate. L’età e i suoi acciacchi avanzano.

Con un tempo così mi sono dedicata alle letture, praticamente non ho fatto altro. Che goduria. Ogni tanto ci vuole. Questo pigrare però non mi impedisce di fare il post dedicato ai tipi da spiaggia. Domenica scorsa, come è mio solito fare, ho fatto una lunga passeggiata in riva al mare. Cammina cammina ad un certo punto all’orizzonte ho visto alcuni cani che allegramente entravano e uscivano dall’acqua. Il tempo di chiedermi per quale motivo ci fossero dei cani in spiaggia e subito mi sono ricordata che avevo letto questo articolo. Quando sono arrivata allo spazio ho visto che i cani erano tanti, almeno una ventina, di tutte le razze e taglie. I padroni sistemati con asciugamani, spiaggine e obmrelloni, controllavano attentamente l’andirivieni dei loro amici. Tutti erano visibilmente felici, soprattutto i cani, che senza problemi, con grandi scrollate si scuotevano l’acqua senza che nessuno protestasse.

Io non ho cani e penso di non volerne neanche in futuro, però sono felice che chi li ha li possa portare al mare e godere della loro compagnia anche nei momenti di relax.  Dev’essere un sollievo regalare dei momenti al mare e non doverli lasciare soli e tristi in casa.

Bauuuuu!