A scuola non tralascio mai di parlare delle feste. I bambini non sanno perché si fa vacanza, gioiscono nel non andare a scuola. Pochi sanno le motivazioni. Far capire loro il senso delle cose è dura, ma non mi arrendo mai. Qualcosa rimarrà nelle loro teste.
Hanno capito che la libertà è preziosa e non scontata. Hanno capito che molti giovani sono morti per avere le libertà che abbiamo noi. Che alcuni sono stati arrestati, torturati per fargli cambiare idea. Hanno capito il significato delle parole nazismo, fascismo, partigiano, staffetta, torture.
Hanno capito che il 25 Aprile è una festa diversa da tutte. Una festa dove non si festeggia, ma si commemora, che è molto di più che ricordare.
Cari e care combattenti per la libertà, anche quest’anno abbiamo onorato il vostro sacrificio. E questo sempre accadrà.
L’inverno non voleva arrivare, ma quando è arrivato ha fatto sentire tutta la sua potenza. Oggi è l’ultimo giorno del mese ed è l’ultimo giorno dei tre giorni della merla. A dire il vero da me il freddo intenso delle ultime due settimane dai ieri ha iniziato a scemare. Sono le sette del mattino e il termometro segna 11 gradi: nei giorni scorsi a quest’ora eravamo sotto zero, per me è una temperatura polare. L’inverno non mi piace: odio bardarmi con cuffie, sciarpe, giubbotti. Ho sempre qualche malanno: raffreddore, mal di gola, dolore articolari e devo tenere a bada la tanto odiata cervicale, che se mi prende male mi fa stare a letto per almeno tre giorni. L’inverno non mi piace, ma mi adeguo. Però non ingaggio stupide discussioni con insulti vari sui social tra chi è in favore dell’estate e chi è in favore dell’inverno. Tanto non cambia nulla, quello è e quello mi tengo. Quest’anno in Sardegna sui monti abbiamo avuto delle nevicate fantastiche, con più di un metro di altezza di neve bianchissima e soffice. Le zone dell’interno sono state prese d’assalto e ci sono stati anche vari ingorghi. Quelle strade erano insufficienti a contenere la voglia di neve dei sardi. Io mi sono accontentata di vedere dal mio paese, che è in piena pianura, le cime delle montagne che distano da noi circa 30 km. Ieri che è stata una bella giornata di sole ho visto che dopo dieci giorni di neve rimaneva ben poco. Sono felice di queste abbondanti nevicate: anche quest’anno non avremo problemi di approvvigionamento idrico. La neve che abbiamo visto in questi giorni arriverà in estate a casa nel rubinetto. Poco romantico, ma così è.
Oggi finisce anche il primo quadrimestre e a scuola siamo in fermento per la compilazione delle schede di valutazione. Da quando abbiano iniziato ad usare il regista elettronico ho tirato un sospiro di sollievo: fino all’ultimo secondo puoi controllare e cambiare qualcosa senza che rimanga traccia. Confesso che con il registro di carta spesso facevo pasticci e dovevo farmene dare un altro, per ricopiarlo o smontarlo e ricostruirlo con pagine intonse. Roba da galera, ma non se n’è mai accorto nessuno! 🙂
Da quando è comparso sulla faccia della terra ho avuto tanta paura del Covid. Ho capito ben presto che era una grandissima rogna planetaria. Ancora non si parlava di lockdown, il mio medico indossava già la mascherina e rispediva a casa gli anziani che andavano in ambulatorio. Sarebbe passato lui. Il mio medico è uno che si sposta solo per urgenze veramente urgenti.
Incuriosita, molto delicatamente avevo chiesto lumi. Mi aveva riferito che in un chat di medici giravano le radiografie di polmoni malati di covid che erano pieni di buchi enormi. Cose mai viste. Uno in quelle condizioni non avrebbe mai respirato da solo e un anziano o un malato di altre malattie difficilmente si sarebbe salvato. Ero rimasta impietrita, da allora non ho mai preso sottogamba il covid. E a quelli che mi dicono che è solo come un’influenza gli rispondo: perché l’influenza è una passeggiata? Io, se è possibile eviterei anche un raffreddore. Figuriamoci una malattia così grave!
Poi è vero che ognuno lo prende come viene, chi in forma grave, chi manco se ne accorge. Col senno di poi, dopo aver studiato miliardi di dati ne sapremo di più e capiremo meglio cosa è stato veramente efficace e cosa no. Col Covid sono sempre stata prudente, per me stessa e per gli altri. Saranno i miei trenta e passa anni di insegnamento a farmi sentire responsabile delle comunità in cui vivo.
Lo scorso anno tra gennaio e febbraio quasi tutti i miei alunni presero il Covid. Nessun contagio avvenne a scuola. Tutti lo presero fuori dalla scuola. Nessuna delle insegnanti della nostra classe si ammalò. Nelle altre classi ci fu una stage di alunni e insegnanti. Avevano allentato le misure anti Covid e la mascherina non era indossata correttamente. Raramente uscivano fuori in cortile. Noi abbastanza spesso, anche per fare arieggiare l’aula. Non ci facevamo abbracciare e i bambini erano a debita distanza. Una sofferenza. Ci stavamo perdendo gli anni coccolosi della scuola primaria. Pazienza, preferivo evitare l’incontro ravvicinato con il covid. Anche nelle nostre famiglie abbiamo sempre seguito le regole anticovid, ancora oggi i nostri baci e abbracci sono alquanto sporadici. Pochi famigliari se lo sono presi e mai nessuno ha mai contagiato me e mio marito. Qualche amica mi guarda storto e mi prende in giro. Scherzando rispondo che voglio battere il record mondiale di chi non lo ha ha mai preso. Ancora oggi quando vado a messa metto la mascherina e prima di prendere la comunione osservo se il sacerdote si è igienizzato bene le mani. Se mi distraggo e non vedo che fa o vedo che ha sbagliato procedura il giorno non faccio la comunione. Mi dispiace, ma preferisco fare così. Sto attenta, ma senza rinchiudermi casa. Durante questi anni di covid appena è stato possibile siamo usciti, andati al ristorante, fatto le vacanze e una volta abbiamo preso l’aereo. Occasioni perché lo beccassi ne ho avute, ma fino ad ora l’ho scampata. Un mese fa sono rientrata a scuola dopo l’operazione al menisco. Non ero al 100% ma mi sentivo di farcela. Con le dovute precauzioni potevo condurre le lezioni, avevo chiesto di essere esentata dalle riunioni per poter fare la fisioterapia di pomeriggio. La settimana era filata liscia, con qualche arrabbiatura verso i genitori che chiedevano cose assurde. Il fine settimana era stato abbastanza tranquillo, ma la domenica mattina mi sentivo strana. La situazione nonostante una Tachipirina non era migliorata, anzi c’era un’alterazione della febbre. Mi sentivo tutta pestata e avevo una tosse incredibile. Ho pensato subito al Covid. E cosa vuoi pensare, di questi tempi? L’indomani non riuscivo neanche a tenere gli occhi aperti. Non era pensabile di potercela fare, neanche di recuperare in pochi giorni. Fatto il tampone in farmacia era risultato negativo, ma il medico, come pensavo mi ha fatto rimanere a casa per tutta la settimana. Era l’influenza. Erano almeno cinque anni che non la prendevo. Comunque, l’altro lunedì finalmente torno a scuola e con me rientra una bambina i cui genitori avevano avuto il Covid. Dopo pranzo la bimba si sente male e torna a casa. Era Covid. Per merito di questi genitori che hanno mandato la bambina a scuola senza mascherina ci siamo fatti tutti, alunni e maestre, 10 giorni di auto sorveglianza, cioè siamo stati a scuola cn la mascherina ffp2, nonostante i mugugni di alcune mamme. Però nessuno se l’è beccato. Anche questa volta me la sono scampata. Ero alquanto preoccupata perché tutta la mattina ero stata vicina alla bambina, ma tra vedere e non vedere frugando nella borsa avevo trovato una mascherina che ho subito indossato. La mia corsa verso il record mondiale può continuare. 😂