
Mentre in Italia discutevamo del Green pass e di come sarà il secondo rientro a scuola al tempo del Covid, i terribili talebani, in pochi giorni e senza ostacoli hanno ripreso il potere in Afganistan. È vero che gli USA e gli alleati occidentali, compresa l’Italia, avevano quasi terminato il loro impegno, ma le orribili immagini che giungono in diretta nei nostri televisori e smartphone , mi lasciano sgomenta e angosciata. La gente che si accalca nei pressi dell’aeroporto di Kabul, le mamme che fanno passare i bambini di pochi mesi sopra le barriere di filo spinato, gli aerei militari carichi di gente, affollati come metropolitane pre covid, senza mascherine e distanziamento.
Mi pongo tante domande, leggo molti articoli e commenti di giornalisti, esperti e blogger, ma le risposte che ne traggo sono lacunose e parziali. Insufficienti per la mia sete di giustizia, uguaglianza e libertà.
Come è possibile che ci siano persone così talebane che dividono l’umanità, musulmani e occidentali, sunniti e sciiti, puri e impuri, uomini e donne? Donne che stavano cominciando ad apprezzare la libertà e la libera espressione. Donne che ora si devono nascondere per sopravvivere e evitare la violenza. Uomini e famiglie intere che devono abbandonare in fretta e furia le loro case, gli affetti e giocarsi la vita per esiliare.
Com’è stato possibile non prevenire ciò che sta accadendo?
Perché il fiero popolo afgano non combatte?
Perché dopo decenni sembra di essere al punto di partenza. È davvero così?
Scappare è l’unica soluzione?
Per l’Afganistan sono stati davvero completamente inutili gli ultimi vent’anni?
Forse nonostante questi terribili giorni, il seme della libertà e della democrazia fiorirà un modo diverso e inaspettato. Forse i talebani non avranno la vita così semplice come pare ora.
È questa la mia speranza. Per le donne, i bambini e gli uomini afgani di buona volontà.