Gentilissima mamma, che stamattina mi hai letteralmente aggredito davanti a tutti gli alunni delle mie otto classi, davanti a tutti gli alunni delle altre classi, davanti ai bidelli, davanti agli altri genitori,
Gentilissima mamma, che hai urlato come una pazza, e alzavi il volume mentre io cercavo con calma di spiegare e di calmarti,
Gentilissima mamma che mi hai distratto dal mio compito di vigilanza sugli alunni, compreso tuo figlio, che si è trovato a litigare nuovamente con l’alunno A, mentre tu urlavi di tutto contro di me e la scuola,
Gentilissima mamma, che per difendere tuo figlio urlavi che A non è un bambino normale, educato come il tuo,
Gentilissima mamma, che hai detto che avresti denunciato tutta la scuola compresi muri e i banchi,
Gentilissima mamma, Vorrei semplicemente dirti che A è un bambino uguale a tuo figlio, e che due ore dopo la tua sceneggiata i due durante l’ora di ricreazione entrambi avevano dimenticato tutto e stavano giocando insieme. Beata innocenza.
Gentilissima mamma, loro avevano dimenticato, io no. Sono rimasta turbata tutto il giorno.
Gentilissima mamma, ti ringrazio per avermi fatto passare una giornata di merda, una giornata scolastica lunga e pesante che mi ha visto esordire con la tua sceneggiata e che è finita alle 18.
Gentilissima mamma, vorrei complimentarmi per l’esempio edificante che hai dato a tuo figlio e ai figli degli altri, per avere ucciso la mia dignità di educatrice. Grazie.
Gentilissima mamma, so con matematica certezza che hai segato il ramo educativo su cui anche tu sei seduta, e molto presto ti ritroverai con il sedere per terra. Piangerai lacrime amare, molte di più di quelle che hai voluto risparmiare a tuo figlio per un litigio tra bambini.
Gentilissima mamma, ti faccio tanti auguri per il tuo ruolo di educatrice, il mio fra due anni termina, il tuo continua per sempre.