Soccorso Pronto

Gli ultimi post li ho scritti con il telefono. Ho scoperto che con quest’arma pericolosa si possono fare tantissime cose. Anche mettere i voti nel registro. Ho il terrore di perderlo, in quest’ageggio che ho in mano c’è registrata una buona fetta di vita.

Ieri come al solito mi sono svegliata prestissimo e ho  scritto il post sulla Giornata della memoria.  Avevo appena finito di scrivere l’ultima parola. Dovevo ancora ricontrollarlo  e inserire le tag. Nel frattempo vedo una chiamata in arrivo dal cellulare di mia madre. Oddio, è morto qualcuno. L’ora non permette pensieri positivi. Invece era mio padre: mia madre era in preda ad una forte tachicardia. Avevano già chiamato la guardia medica che sua volta aveva chiamato l’ambulanza con il medico a bordo.  Con il cuore non si scherza! Mi sono vestita e lavata la faccia alla bell’e meglio. Sono arrivata dai miei in tre minuti. Aveva già fatto due elettrocardiogramma e la situazione era già più tranquilla.  Per sicurezza l’hanno portata al pronto soccorso e nel giro di tre ore l’hanno dimessa. Così, visto che avevo il turno pomeridiano sono anche potuta andare a scuola. Con i miei ci sono stati mia sorella e mio cognato. 

Quello che mi ha colpito di questa minima vicenda  è la sicurezza e la calma che ci hanno trasmesso tutti gli operatori del soccorso. Sia quelli dell’ambulanza,  sia quelli dell’ospedale. Tutte le loro parole, il tono e i gesti comunicavano che avevano la situazione in mano e che stavano facendo tutto quello che c’era da fare.

Grazie. Grazie per la professionalità dimostrata. Grazie per aver dimostrato con il vostro lavoro che l’Italia è anche questo.  Non siete eroi. Siete professionisti. Di questo abbiamo bisogno.

Grazie 

Giorno della Memoria 2017

shoah

Oggi è il Giorno della memoria. Quest’anno è arrivata senza che me  rendessi conto. Gli altri anni in questo periodo avevo già letto un libro sulla Shoa, oppure partecipato alle rappresentazioni teatrali delle classi quinte. Quest’anno avendo una classe seconda preferisco non affrontare l’argomento. Ero indecisa,  alla fine ho preferito rimandare ai prossimi anni. Sono  bambini che hanno sette anni e  si portano le barbie e i peluche per la ricreazione. Per affrontare l’argomento con loro avrei dovuto prepararlo minuziosamente,  prevedere tutte le reazioni e le domande. Per farlo ci sarebbero voluti giorni e giorni. Non ne ho avuto modo, sarebbe venuta fuori una lezione brutta, che avrebbe creato problemi.  L’argomento merita il meglio di me e della mia professionalità.

Si fa memoria perché non accada mai più. Un tempo si diceva così e ci credevo. Ora so che è accaduto, accade oggi e purtroppo accadrà ancora. Le cronache quotidiane ci raccontano  delle tante Shoa sparse nel mondo.

Oggi credo che si deve fare memoria perché quando accade nuovamente si sappia da che parte stare.

Diario dei libri. Gennaio 2017

Quest’anno sono partita alla grande, ho letto tre libri in 15 giorni, ma ahimè mi sono fermata. I libri da leggere sono sul comodino, gli scrutini incombono e non riesco ad aprirne neanche uno. Non vedo l’ora di potermi tuffare tra le pagine che mi attendono pazientemente. 

1) L’amante giapponese, Isabel Allende. Chissà perché pensavo che l’amante fosse una donna! Ah gli stereotipi! Questa volta Isabel ci narra una bella storia di amicizia e di amore. Un amore che ha attraversato tutta la vita dei protagonisti. Ci parla dei lager americani in cui furono costretti a vivere i nippo-americani subito dopo Pear Harbour. Vicende realmente  accadute di cui pochi ne sono a conoscenza. Si sa: i libri di storia sono scritti dai vincitori. È una storia di razzismo e di coraggio, quello non che ha avuto la protagonista. È una storia d’amore che poteva essere vissuta pienamente e invece così non è stato. Come capita a molti. 

Alcuni anni fa avevo letto Il gusto proibito dello zenzero di Jamie Ford un bel romanzo che mi ha fatto conoscere le sofferenze subite in Usa dagli americani di origine giapponese. 

2) Storia di chi resta e di chi fugge, Elena Ferrante. È il terzo libro della saga. Le protagoniste ora sono giovani donne. Ognuna a modo suo ha portato avanti i suoi sogni, anche se entrambe hanno l’amarezza di non aver vissuto il sogno giusto. Il libro si chiude con un colpo di scena. 

3) Oceano mare,  Alessandro Baricco.  Pur avendo amato le sue trasmissioni televisive non avevo ancora letto nessun libro. Mi è piaciuta molto la  prosa poetica utilizzata per scrivere anche le pagine più crude. Proprio un bel libro.