Gli ultimi post li ho scritti con il telefono. Ho scoperto che con quest’arma pericolosa si possono fare tantissime cose. Anche mettere i voti nel registro. Ho il terrore di perderlo, in quest’ageggio che ho in mano c’è registrata una buona fetta di vita.
Ieri come al solito mi sono svegliata prestissimo e ho scritto il post sulla Giornata della memoria. Avevo appena finito di scrivere l’ultima parola. Dovevo ancora ricontrollarlo e inserire le tag. Nel frattempo vedo una chiamata in arrivo dal cellulare di mia madre. Oddio, è morto qualcuno. L’ora non permette pensieri positivi. Invece era mio padre: mia madre era in preda ad una forte tachicardia. Avevano già chiamato la guardia medica che sua volta aveva chiamato l’ambulanza con il medico a bordo. Con il cuore non si scherza! Mi sono vestita e lavata la faccia alla bell’e meglio. Sono arrivata dai miei in tre minuti. Aveva già fatto due elettrocardiogramma e la situazione era già più tranquilla. Per sicurezza l’hanno portata al pronto soccorso e nel giro di tre ore l’hanno dimessa. Così, visto che avevo il turno pomeridiano sono anche potuta andare a scuola. Con i miei ci sono stati mia sorella e mio cognato.
Quello che mi ha colpito di questa minima vicenda è la sicurezza e la calma che ci hanno trasmesso tutti gli operatori del soccorso. Sia quelli dell’ambulanza, sia quelli dell’ospedale. Tutte le loro parole, il tono e i gesti comunicavano che avevano la situazione in mano e che stavano facendo tutto quello che c’era da fare.
Grazie. Grazie per la professionalità dimostrata. Grazie per aver dimostrato con il vostro lavoro che l’Italia è anche questo. Non siete eroi. Siete professionisti. Di questo abbiamo bisogno.
Grazie