Credevo di aver letto poco in questi primi mesi dell’anno, invece ho mantenuto la media di un libro a settimana. Qualcuno l’ho riletto a sbalzi. Come si può vedere la scelta è alquanto variegata. A me poi non piace caricare tanti libri nel kindle, come non piace comprare tanti libri in libreria, o portare borse di libri dalla biblioteca. Quando mi è capitato di farlo ho impiegato mesi a leggerli. Sono molto umorale, quindi scelgo un libro alla volta. Mi piace avere la mente libera. So che molti fanno diversamente, ma poi candidamente dicono di avere tanti libri da leggere e di non poterne comprare altri fino a quando non ha letto i duecento libri che hanno in libreria. Duecento libri significano per me 4 anni di lettura. Mi angoscia mettere un’ipoteca su uno dei mie piaceri più grandi. Non sarebbe più un piacere, ma una condanna da scontare.

- Diney Costeloe, The lost soldier (in inglese). Questa autrice mi piace tantissimo. Credo che prima o poi i suoi libri saranno tradotti anche in italiano. Io intanto continuerò a leggere in inglese i suoi libri, unisco il piacere della lettura dei romanzi a fondo storico e l’utile esercizio del mantenimento della lingua inglese. Nel 1921 in una cittadina inglese vennero piantati otto alberi in ricordo di otto soldati morti nella prima guerra mondiale. Alcuni giorni dopo misteriosamente ne comparve un altro, che venne intitolato al Milite ignoto. Dopo quasi settant’anni si risolve il mistero e si salva il Memoriale dalla speculazione edilizia. Colpi di scena a tutto spiano!
- Sofia Macias, Piccolo porco capitalista. Bisogna avere rispetto per i soldi che guadagniamo. Non dobbiamo sprecarli inutilmente. I soldi sono i nostri. Mentre noi sprechiamo qualcuno si arricchisce alle nostre spalle. Trucchi e riflessioni per impedirlo.
- Milena Agus, La contessa di ricotta. I libri di questa autrice cagliaritana sono crudi e disincantati, anche questo non è da meno degli altri che avevo già letto. La storia di tre sorelle di rango nobiliare decaduto, che vivono nell’antico quartiere Castello di Cagliari. Me le immaginerò quando passerò nuovamente in quelle viuzze!
- Lizzie Doron, Giornate tranquille. Quest’anno per la Giornata della memoria volevo leggere qualcosa di diverso da tutto quello che avevo letto in precedenza. Ricordavo un post di Sandra dovevo raccontava di aver incontrato un’autrice ebrea ad una fiera di libri. Dopo aver contatto la mia amica per avere il nome dell’autrice, ho letto due suoi libri. Quando si parla e si pensa alla Shoa siamo portati a pensare che chiusi i campi di concentramento tutto poi sia andato bene. Non ci viene in mente il dolore e la fatica di essere sopravvissuti a uno strazio simile. Non si pensa a come siano venuti su figli e nipoti che devono portare un peso del genere sulle spalle. Il merito di Lizzie Doron sta nello scrivere storie per ricordarcelo.
- Lizzie Doron, L’inizio di qualcosa di bello. Un altro aspetto della Shoa che consideriamo raramente è che, dopo la seconda guerra mondiale, effettivamente la presenza degli Ebrei in Europa è calata, se non addirittura quasi scomparsa. Questo romanzo mette in luce quest’aspetto e che purtroppo, mai e poi mai, nonostante la vita possa continuare da qualche altra parte, si potrà tornare indietro a restituire le persone e ai luoghi da cui sono state violentemente strappate
- Rudy Bandiera, Digital Carisma. La vita reale e la vita digitale non sono due diverse vite, sono la stessa vita. Come curiamo la prima dobbiamo curare la seconda. Questo libro preziosissimo ci aiuta a comprenderlo e ad avere delle buone abitudini nella nostra vita da blogger.
- Anne Ernaux, il Posto. Scrivere della vita dei cari che ci hanno lasciato ci aiuta a superare il dolore e comprendere lati e aspetti di chi non c’è più. L’autrice parla schiettamente della vita del padre che è passato dall’essere contadino, operaio all’essere infine gestore di un bar. Una vita semplice, scritta senza fronzoli. Una vita come quella di molti miei cari.
- Chiara Gamberale, Luci nelle case degli altri. Lo so che è uscito il nuovo libro, ma questo ora mi intrigava di più. Una storia alquanto bizzarra, già il nome della protagonista Mandorla ci anticipa che non ha una storia normale. Mi piace lo stile di quest’autrice e le storie che tira fuori. Un bel modo per trascorrere alcune ore riflettendo senza pensarci troppo.