Perché sostengo Greta Thumberg e partecipo ai #fridaysforfuture

Stoccolma. Ad agosto la protesta è iniziata così
Il 22 marzo si protesta anche a Cagliari

Appartengo alla categoria degli entusiasti dell’iniziativa #fridaysforfuture, venerdì per il futuro. Quest’estate ad agosto, mentre mezza Italia era ancora in spiaggia, in Svezia era già iniziata la scuola. Una ragazzina di quindici anni di nome Greta Thumberg decide, con il consenso dei genitori, di non andare a scuola e di manifestare davanti al parlamento svedese finché i governanti prendano atto del cambiamento climatico ed emanino leggi in favore dello sviluppo sostenibile. La giovanissima Greta aveva in mente di protestare solo per un mese, ma poi la protesta è andata a portata avanti fino ad oggi, coinvolgendo man mano tutti i venerdì sempre più persone, fino ad arrivare allo sciopero mondiale Global Climate Strike For Future del 22 marzo. Il il 24 maggio si terrà Global Climate Strike 2 for Future . Abbiamo tempo per prepararci al meglio.

So benissimo che Greta senza il supporto degli adulti non avrebbe davvero messo in movimento milioni di persone, ma con la sua caparbietà ha coinvolto prima i suoi genitori, poi i giornalisti incuriositi vedevano davanti al parlamento ogni venerdì dell’inverno svedese. Infine i sono arrivati e social. Oggi davvero si può passare in un battito di ciglia dall’anonimato assoluto alla ribalta mondiale.

Tutti ne parliamo, in bene o nel male. Io ne parlo bene. Non sto a perdere tempo a elencare le fesserie dette dai adulti bulli nostrani e mondiali, che cercano di screditare e massacrare Greta. Guardando il dito e non la luna. Alcuni andrebbero radiati dall’ordine dei giornalisti. I peggiori sono proprio quelli che scrivono editoriali contro i bullismo dei giovani. Da che pulpito viene la predica!

A me di Greta interessa sapere se quello che dice è corretto o meno. Se la sua protesta sia da sostenere o no. Non credo che ci sia qualcuno che metta in dubbio che in mare c’è più pesce che plastica; questa poi finisce nel ciclo vitale e così corriamo il rischio di mangiare la plastica invisibile che mangiano i pesci. Chissà che bontà!

Questa plastica trasformata in pesce la mangiamo tutti: anche Trump e i detrattori di Greta. Non si scappa da questo inquinamento. Anche i paradisi tropicali sono invasi dalla plastica! Vogliamo continuare così? O fare ora qualcosa di concreto per evitare il disastro totale? Per produrre sostenere la nostra società consumistica usa e getta, le fabbriche inquinano inutilmente l’aria, creando un surplus di calore che sta aumentando lo sconvolgimento delle stagioni.

Attenzione: io sostengo che il cambiamento climatico segue un andamento naturale ciclico, cioè per qualche decennio le temperature sono più fredde e in nel decennio successivo le temperature sono più calde. Ma questo non toglie che l’inquinamento globale contribuisca in negativo al cambiamento climatico mondiale.

Non mi va di vedere le spiagge invase dai rifiuti di plastica e provo orrore se penso che invece mentre sto gustare una freschissima orata in realtà sto mangiando la plastica usata da me stessa!

Dopo un lutto è necessario darsi il tempo


Pian pian sto riprendendo in mano quello che avevo lasciato in sospeso. Non era urgente. Nell’ultimo anno ho accantonato o rimandato progetti a quando avrei avuto più tempo. Ora riprenderli in mano o anche solo riconsiderarli non è semplice.

Sono diversa da un anno fa, sono diversa da due mesi fa. Oggi sono diversa da ieri. Non sono più la stessa. Le cose di prima hanno un valore diverso. Non sono negative o positive in toto. Sono diverse per me.


Ho bisogno di tempo per nuove abitudini. Ho bisogno di riprendere le forze. Ho bisogno di stare a casa e ho bisogno di uscire. Ho bisogno del mare.

Vorrei finire l’anno scolastico in tranquillità e riposare.

Vorrei riprendere a scrivere in questo spazio con un po’ di regolarità. Questo mi farebbe proprio bene.

Come si fa a vivere dopo la morte di un genitore

Photo by Rose Erkul on Unsplash

Son passati quindi giorni dalla domenica in cui mi ho padre ci ha lasciati.

La settimana scorsa ho ripreso ad andare a scuola, i bambini erano felicissimi di rivedermi, anche se non ero in forma. Tra elezioni, vacanze di carnevale e le mie assenze, non li vedevo da più di due settimane. Mi hanno detto che la supplente era molto più severa di me! Tornare a scuola anche non ero al top mi ha fatto bene; la routine scolastica e i bambini, mi hanno permesso di mettere per alcune ore in stand by il cervello e non pensare al vuoto che ha lasciato mio padre.

Mio padre è stato fino alla fine un uomo molto attivo, che appena stava bene usciva a fare le commissioni o andava all’orto, anche solo per fare un giro e respirare l’aria di campagna. Siccome non avevamo detto nulla a nessuno, la sua morte ha lasciato interdetti i suoi amici e conoscenti. Abbiamo dovuto ripetere centinaia di volte il percorso dell’ultimo anno e del motivo che ci ha portato a non far trapelare nulla. Se avesse saputo della gravità del suo male mio padre sarebbe morto molto prima. Quindi è stato un regalo che abbiamo fatto a lui e ai suoi amici, che non hanno mai avuto l’imbarazzo di dover mentire o fingere con lui.

Quanto avremmo avuto bisogno di sfogarci e di scaricarci! Invece niente. Noi muti con tutti o quasi. Abbiamo vissuto quest’anno affrontando i problemi di volta in volta, giorno per giorno, senza mai pensare al futuro. Il futuro era una possibilità troppo dolorosa da pensare e immaginare. Invece il presente era concreto, i problemi si potevano risolvere o limitare. Era con noi e lui era il centro di tutto. Ora che non c’è stiamo recuperando le forze fisiche e mentali, risolviamo le questioni burocratiche e cominciamo ad impostare la vita senza di lui, mentre ci sorride dalle foto.

Anche mia mamma reagisce abbastanza bene, tutti i giorni ha delle visite di parenti o amici, mia sorella le telefona tutte le sere, mio fratello e la famiglia sono nuovamente presenti, io vado tutti i giorni a trovarla o farle delle commissioni. Non vuole uscire fino a quando non sarà celebrata la messa di suffragio del mese. Mia madre ha tante risorse per farcela e affrontare questa situazione. Ma quando la sera vado via da lei e chiude la porta, quella casa è troppo grande e silenziosa. Mi dispiace non poter fare nulla per questo. E’ la sua parte e nessuno può farla per lei. Lei la sta facendo, noi facciamo la nostra parte ed è quello che dobbiamo fare. Dobbiamo avere pazienza e viverla così, con il dolore, il ricordo, ma anche il sorriso per i bei momenti vissuti. A volte riusciamo anche a ridere per le cose strane e gli strani personaggi che si sono avvicinati in questi giorni, a volte ridiamo per le cose buffe o assurde vissute in famiglia. A volte si piange, a volte si ride, a volte si prega.

Trovare il tempo e raccogliere le idee per scrivere questo post non è stato semplice, ma ho voluto farlo perché chi legge può trarre giovamento dalle parole scritte da una sconosciuta. Nei momenti difficili di quest’anno, mi sono venuti in mente parecchi post di blogger che hanno già affrontato la morte di un genitore o del consorte. Mi sono serviti tutti, per affrontare la malattia e il vuoto che ne deriva quando vengono a mancare i nostri cari.

E’ vero, la vita continua anche se ti manca un pezzo di cuore, anche se a volte non respiri e neanche te ne accorgi. La vita continua il suo percorso nella strada che avevamo iniziato a percorrere insieme.

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