Diario di Viaggio a Barcellona: ultime 24 ore: pasta, Fideuà, rientro a casa e considerazioni finali

La mattinata del penultimo giorno, come ho scritto qui, è stata dedicata all’emozionante visita alla Sagrada Famiglia. Dopo la visita eravamo provati, disidratati e affamati. Miomarito dal giorno precedente era in crisi di astinenza da spaghetti, per cui ha cercato sul sito The Fork un ristorante dove gli cucinassero un piatto di spaghetti in grazia di Dio. E’ stato accontentato al Macchina Pasta Bar. Lì puoi scegliere il tipo di pasta e combinarlo con il condimento che vuoi. Mentre lui si spazzolava i suoi spaghetti al ragù, io ho mangiato dei ravioli agli spinaci conditi con del sugo ai funghi. Tutto veramente ottimo.

Macchina Pasta Bar Barcellona_ Spaghetti al ragù, Ravioli di spinaci con sugo ai funghi

L’ultima sera l’abbiamo trascorsa in giro a fare shopping. E giusto per non perdere il vizio di vedere monumenti e chiese siamo entrati nella Chiesa di Santa Maria del Pi. Abbiamo così ammirato dall’interno il gran rosone, che non è quello originale distrutto da un incendio, ma è comunque molto bello.

Barcellona: Bar Guell Tapas_ Fideuà morisca

Mentre facevamo gli ultimi giri, dando un’occhiata alla cartina, per controllare se potevamo visitare qualche altro monumento, mi sono resa conto che eravamo nei paraggi di Palazzo Guell, ma purtroppo quando siamo arrivati era già chiuso. Allora per consolarci abbiamo cenato presso Guell Tapas, dove finalmente ho preso un piatto di Fideuà, che è l’alternativa catalana alla paella. La ricetta è la stessa, ma il riso viene sostituito con spaghettini tipo i findellini. Io ho preso la versione morisca: con calamari e gamberi, che mi è piaciuta assai. Da provare a casa. Ho completato la cena con una bella crema catalana: potevo andare via senza mangiare questo dolce tipico? Appunto, non potevo.

Barcellona: Bar Guell Tapas_Crema catalana

La mattina successiva abbiamo chiuso i bagagli e, dopo aver fatto colazione al bar, abbiamo salutato Barcellona. Facendo il percorso inverso dell’andata, con il pullman siamo arrivati all’aeroporto di Girona, dove c’era il nostro aereo che ci ha riportati a Cagliari. Bentornati in Sardegna!

Ho dedicato a questo viaggio tanti post che mi hanno permesso di prolungare il viaggio e rivivere le sue emozioni. Devo dire che, anche se la meta del viaggio non è originale, i post hanno avuto un discreto successo. Grazie!

Come cinque anni fa voglio dedicare un po’ di righe alle riflessioni che si fanno al rientro di un viaggio.

Innanzitutto sono felice di aver avuto la possibilità di iniziare le vacanze con questo viaggio.

Sono felice di essere tornata a Barcellona e di aver completato quello che era rimasto in sospeso. Non sono andata a Monserrat, come avevo programmato, ma non ho nessun rimpianto, se Dio vorrà ci andrò, altrimenti pazienza. E’ andato tutto bene e questo non è scontato, nei viaggi ci sono sempre degli intoppi, questa volta non è successo alcunché degno di nota.

Ho notato che a Barcellona, secondo me, c’era meno gente rispetto alla volta scorsa, però il viaggio lo facemmo in alta stagione, fine luglio -inizi di agosto.

Cinque anni fa la città mi colpì per la pulizia, questa volta Barcellona mi è sembrata un po’ più sporca. Comunque niente a che vedere con le immagini della capitale italiana!

Abbiamo visto tanta povera gente che dorme nei portoni dei palazzi, addirittura organizzata con materassi e quant’altro. Non in periferia, ma in centro città! La volta scorsa invece vedemmo dei poliziotti che svegliavano i barboni, non era consentito dormire nelle panchine o all’aperto. Non so se la legge è cambiata, se sono diventati più permissivi o se è aumentata la povertà.

Abbiamo visto un gran numero di immigrati africani che aprivano i loro fagotti e improvvisavano un negozio con la merce taroccata. Queste scene le vedevo a Cagliari tanti anni fa nel Largo Carlo Felice, con le ho riviste a Barcellona. Ahimè!

Ho toccato con mano il problema della plastica usa e getta che finiva nell’indifferenziata: bottiglie, bicchieri, forchette, piatti e contenitori vari. Purtroppo, anche noi abbiamo contribuito ad aumentare la plastica! E non per cattiva volontà,  solamente qanon c’era altra possibilità. Sarei morta il primo giorno se avessi dovuto bere l’acqua delle fontanelle: era cloro allo stato puro. L’unica consolazione è stata che non abbiamo mai lasciato un rifiuto in giro e abbiamo sempre cercato i contenitori per differenziare. Una piccola goccia nel mare di plastica. I governanti devono trovare una soluzione, o più soluzioni, al più presto.

Questo è l’ultimo post dedicato al mio Diario di Barcellona.

Ringrazio coloro che mi hanno seguito fin qui.

Di questo viaggio ne ho parlato 

 qui_1 Pensieri di luglio

 qui_2, Diario di Viaggio Barcellona: L’organizzazione

qui_3 Diario di Viaggio Barcellona: primo e secondo giorno. Il viaggio, L’Aquarium e l’insalata a Placa Catalunya

qui_4 Diario di Viaggio Barcellona: terzo e quarto giorno. Il Castello del Montjuic, Mirò, La Messa alla Sagrada Familia e la scorpacciata di Pesce.

qui_5 Diario di Viaggio Barcellona: quinto e sesto giorno. La Pedrera, Casa Vincens, MACBA, Picasso, la Cattedrale e la Paella.

qui_6 Diario di viaggio Barcellona: settimo giorno. L’indimenticabile visita alla Sagrada Familia

Diario di Viaggio a Barcellona: settimo giorno: l’indimenticabile visita alla Sagrada Familia

E finalmente è arrivato il giorno della visita dell’interno della Sagrada Familia. Come detto qui quest’anno saremmo voluti entrare come pellegrini o al massimo entrare con un biglietto semplice. Purtroppo abbiamo perso la Messa internazionale della domenica perché siamo arrivati tardi, inoltre tutti i biglietti semplici erano stati venduti fino a quattro giorni dopo il nostro rientro in Sardegna. Andare a Barcellona e tornare a casa senza essere entrati nella Sagrada Familia est cumenti andai a mari e non agatai s’acua è come andare al mare e non trovare l’acqua – per cui pur di non rientrare in Sardegna con la grossa delusione di essere rimasti fuori, spendendo il doppio, abbiamo prenotato la visita con la guida in italiano. Comunque non ci siamo affatto pentiti della scelta, visto che, ovviamente, non ricordavamo tutte le spiegazioni sentite cinque anni fa, qui il post.

La visita inizia con l’illustrazione delle facciate esterne e delle torri. Ero ero stupefatta: ma che mente geniale poteva avere Gaudì per aver pensato di realizzare tutto questo? Ogni particolare, ogni pietra non è messa lì a caso ha il suo significato. La Sagrada Familia è il riassunto della Bibbia! E che riassunto, non un bignamino qualsiasi.

Lo stupore dei visitatori all'interno della Sagrada Famiglia
Lo stupore dei visitatori all’interno della Sagrada Famiglia

Se l’esterno è incredibile, l’interno della Sagrada Familia è sbalorditivo e magnifico. Comprendi che il Cuore di tutta l’opera è lì dentro. Subito si è immersi dalla luce e dai colori. Si rimane senza fiato: è come di essere circondati e avvolti dalla Gloria di Dio. Bellissimo.

Parte interna della Facciata della Gloria di Dio della Sagrada Familia
Parte interna della Facciata della Gloria di Dio della Sagrada Familia

Così come aveva progettato Gaudí, l’interno del Tempio rievoca un bosco naturale, la disposizione e la forma delle colonne rappresentano i tronchi degli alberi con i loro rami, la luce che si infiltra tra le colonne dà la sensazione di essere proprio dentro un bosco.

Vetrate colorate della Sagrada Famiglia Lato Natività
Vetrate colorate della Sagrada Famiglia

Volta della Sagrada Familia
Volta della Sagrada Familia

Alla fine della visita guidata siamo potuti stare dentro e continuare il giro per conto nostro. Mentre cinque anni fa la zona destinata alla preghiera era dietro l’altare, ora la zona della preghiera è nella navata principale, infatti davanti all’altare ci sono i banchi per la S.Messa o per la preghiera. L’accesso in questa zona è aperto a tutti, ma non ci può voltare indietro, infatti delle cortesi signorine col sorriso riportavano tutti all’ordine. Devo dire che molte persone erano inginocchiate e pregavano. Noici siamo seduti nei banchi nelle nostre preghiere abbiamo ricordato tutte le famiglie dei parenti, amici e conoscenti. Io ho pregato anche per le famiglie dei mie alunni e le lettrici e i lettori di questo blog.

Altare della Sagrada Familia
Altare della Sagrada Familia

La Cripta vista dall'interno della Sagrada Familia
La Cripta vista dall’interno della Sagrada Familia
Vetrate e colonne della Sagrada Familia
Vetrate e colonne della Sagrada Familia
Sagrada Famiglia la meravigliosa luce che arriva dalle vetrate lato della Natività

Quando sono iniziati i lavori della Sagrada Famiglia? Quando finiscono?

Tutti la chiamiamo Sagrada Familia, ma il suo titolo per esteso è Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio Espiatorio della Sacra Samiglia)

Sembra scontato ribadirlo , ma non tutti sanno che il tempio della Sagrada Familia è un’opera con il lavori ancora in corso. Non dimenticherò facilmente la faccia di una ragazza italiana, che nel pullman che ci portava dall’aeroporto a Barcellona, alla vista delle gru ha esclamato esterrefatta: Non l’hanno ancora finita?

No, non è ancora terminata, la conclusione dei lavori esterni è previsto per il 2026, centenario della morte di Gaudì. Entro quella data ci sarà il completamento della terza facciata dedicata alla Gloria di Gesù risorto, che è rimasta tale e quale a cinque anni fa, mentre le facciate della Natività e della Passione si possono dire concluse. In realtà i lavori non finiranno mai, ci sarà sempre qualcosa che avrà bisogno di manutenzione.

Ora si sta lavorando alacremente alle torri: quella più alta che è dedicata a Gesù, sarà alta 172 metri, mentre quella dedicata a Maria, Madre di Dio, dovrebbe essere attorno ai 150 metri. Le 18 torri degli apostoli e degli evangelisti hanno un’altezza di 115 metri.

Il fascino della costruzione della Sagrada Famiglia

Sono talmente affascinata dalla costruzione di questa chiesa che mi sono trasformata in un moderno umarell, sono diventata come quei pensionati che seguono i lavori dei cantieri. Siccome non posso piazzarmi lì davanti, seguo il procedere dei lavori su Istangram e YouTube. Ah, che soddisfazione vedere come ogni giorno ci siano dei grossi cambiamenti! Credo che la data del 2026 sarà rispettata. Ho già in mente di tornare a Barcellona per vederla terminata, oh, se capita anche prima!

La storia della Sagrada Famiglia: quando e perché iniziarono i lavori

I lavori della Sagrada Famiglia iniziarono il 19 Marzo del 1882 per volontà dell’Associazione Spirituale dei devoti di San José – San Giuseppe – che assegnò l’incarico della sua costruzione a Francisco de Paula del Villar y Lozano. Ma, subito i rapporti tra l’Associazione e l’architetto si ruppero cosicchè il progetto venne dato all’architetto Antoni Gaudí.

Gaudì progetta una nuova chiesa

Essendo un tempio espiatorio, la Sagrada Famiglia sin dalle origini è stata finanziata interamente da donazioni private. Fu proprio grazie a una lauta offerta di denaro, pervenuta nel 1889 al termine dei lavori di costruzione della cripta, che Gaudí abbandonò del tutto l’iniziale progetto di stile neogotico. Voleva sperimentare con qualcosa di nuovo e mai visto prima: una chiesa a croce latina di grandi dimensioni e altissime torri che si deve vedere da ogni punto della città, e come detto in precedenza, impregnata di  simboli cattolici e naturalistici. Ecco perché sembra di entrare in un bosco luminoso.

Una delle più famose frasi dell’architetto è: “nulla è arte se non proviene dalla natura”. Non essendo architetto o geometra, come ho già detto la cosa che entrando mi ha colpito di più è la meravigliosa luce che arriva dalle vetrate di mille colori.

Sagrada Familia: meravigliosa luce che arriva dalle vetrate

La tragica morte dell’architetto Gaudì

Gaudì dedicò alla Sagrada Familia 42 anni della sua vita, di cui 12 in via esclusiva. Pensate che nell’ultimo periodo dormiva lì, per non allontanarsi dal lavoro. Non voleva sprecare tempo, quasi presagendo che non avrebbe avuto molto tempo per elaborare le sue idee.

Si allontanava solo per andare tutti i giorni alla messa nella chiesa di San Filippo Neri. La sera del 7 giugno 1926 Gaudí, mentre andava a pregare, fu travolto da un tram e lasciato tramortito sul selciato. Nessuno lo riconobbe, in quanto il suo abbigliamento era piuttosto trasandato. Addirittura, alcuni tassisti si rifiutarono di condurlo in un ospedale, scambiandolo per un povero uomo. Alcuni passanti lo trasportarono l’ospedale di Santa Creu, dove ricoverato nel reparto dei poveri. Venne identificato da alcuni amici, che resisi conto della mancanza di Gaudì andarono a cercarlo. Morì dopo tre giorni di atroci sofferenze.

Il rallentamento e ripresa dei dei lavori

Purtroppo dall’anno della morte di Gaudí, i lavori continuarono a singhiozzo a causa dalla Guerra Civile, che provocò anche un incendio andarono perduti anche gran parte dei disegni originali del progetto.

Con le Olimpiadi di Barcellona nel 1982 si trovarono nuovi finanziamenti e lavori ripresero con nuovo e crescente entusiasmo. Questo a dimostrazione che i grandi eventi, se ben condotti, sono occasioni di sviluppo economico, sociale e turistico.

Nel 2010 Papa Benedetto XVI consacrò la chiesa e le diede il titolo di basilica minore, per quell’occasione si terminaroto i grandi lavori della parte interna. Dal 2015 si celebra la messa nelle grandi occasioni liturgiche e ogni domenica alle h.9.00.

Mi fermo qua perché sulla Sagrada Familia potrei scrivere all’infinito. Dico solo che sono felice di essere entrata e di aver pregato lì dentro. Farò di tutto per tornarci e partecipare alla S.Messa.

Quindi non è un addio, ma è un ARRIVEDERCI BARCELLONA.

Sagrada Familia_Luglio 2019
Sagrada Famiglia _ Luglio 2019
Sagrada Famiglia: Facciata della Natività
Sagrada Famiglia: Facciata della Natività
Sagrada Familia: Facciata della Passione
Sagrada Familia: Facciata della Passione
Sagrada Familia: Facciata della Passione: Il bacio di Giuda
Sagrada Familia: Facciata della Passione: Il bacio di Giuda
Sagrada Familia: Facciata della Passione: La flagellazione di Cristo
Sagrada Familia: Facciata della Passione: La flagellazione di Cristo

Di questo viaggio ne ho parlato

 qui_1 Pensieri di luglio

 qui_2, Diario di Viaggio Barcellona: L’organizzazione

qui_3 Diario di Viaggio Barcellona: primo e secondo giorno. Il viaggio, L’Aquarium e l’insalata a Placa Catalunya

qui_4 Diario di Viaggio Barcellona: terzo e quarto giorno. Il Castello del Montjuic, Mirò, La Messa alla Sagrada Familia e la scorpacciata di Pesce.

qui_5 Diario di Viaggio Barcellona: quinto e sesto giorno. La Pedrera, Casa Vincens, MACBA, Picasso, la Cattedrale e la Paella.

qui_6 Diario di viaggio Barcellona: settimo giorno. L’indimenticabile visita alla Sagrada Familia

Diario di viaggio: Barcellona: quinto e sesto giorno: La Pedrera, Casa Vincens, MACBA, Picasso, Cattedrale e Paella

Quinto giorno

La Pedrera

Azotea: Tetto della Pedrera

Dedichiamo la mattinata del quinto giorno a due case progettate da Gaudì, La prima casa che visitiamo, è l’ultimo progetto civile di Gaudì, gli ultimi anni infatti li dedicò esclusivamente alla Sagrada Famiglia. La Casa Milà, detta anche La Pedrera si trova nel Passeig de Gracia, una delle più distinte e lussuose strade di Barcellona. Arriviamo alla casa, che poi è un palazzo, e ci mettiamo subito in fila, ma la nostra prenotazione era per la mezzora successiva, ne approfittiamo per fare una passeggiata nel quartiere dell’Eixample e ammiriamo l’architettura e lo stile dei palazzi. Notiamo come la zona sia meno caotica di quella della Rambla. Studiamo anche l’originale facciata della Pedrera, visto che cinque anni fa il ponteggio copriva la facciata e non era possibile visitarla.

Ma perché ha due nomi? Casa Milà o La Pedrera? Il nome ufficiale è Casa Milà, dal cognome del proprietario della casa che agli inizi del 1900 commissionò l’opera, ma da subito venne comunemente chiamata Pedrera, “cava” di pietre. Veniva definita così, soprattutto in senso dispregiativo. Per molti anni il marciapiede era stato in trasformato in un cantiere pieno di pietre! Immagino la gioia dei vicini e le parolacce che saranno volate contro Gaudì! In effetti l’opera non era ben vista: sia i colleghi che il Comune criticarono e osteggiato Gaudì: non solo rompeva i timpani con i rumori, bensì rompeva anche tutte le regole architettoniche conosciute fino a quel momento. Solo la cocciutaggine dell’industriale Milà, che era rimasto colpito dal restauro della Casa Batllò, permise all’architetto Gaudì di terminare il palazzo e di creare qualcosa di strabiliante che lascia senza fiato sin dall’ingresso.

Sagrada Familia dal tetto della Pedrera

All’entrata ci è stata consegnata l’audioguida, mentre camminiamo, oltre alla voce narrante, si sentono anche i suoni della natura: il vento, il fuoco, l’acqua, quelli Gaudì ha voluto rappresentare nella sua opera. Che dire? La visita è durata circa un’ora e mezza: novanta minuti di bellezza, di stupore e di ammirazione, ma soprattutto gratitudine nei confronti di tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione dei progetti dell’Architetto.

Sala da pranzo e stireria di Casa Milà

CASA VINCENS

Dopo un robusto break, è noto che stare a contatto con l’arte stimola l’appetito, sotto una leggera pioggerella, ci rechiamo a Casa Vincens, credendo di vederla solo dall’esterno. Questa volta non avevamo la prenotazione, invece siamo stati fortunati e siamo riusciti ad entrare.

Già all’esterno risulta una una costruzione fiabesca, che fa immaginare il folle genio di Gaudì. La facciata è piena di richiami ad elementi naturali, bellissime le piastrelle con i garofani. Dell’interno mi sono piaciuti gli spazi che davano al giardino e che garantivano la frescura nelle torridi estati spagnole. Mi piacerebbe avere una casa con quegli spazi, che danno direttamente al giardino, anche se fosse meno decorata andrebbe bene. Lo so, mi accontento con poco.

La pioggia ha creato una cappa di caldo sulla città, per cui andiamo al Corte Inglés per le nostre ormai abituali insalate.

MACBA: MUSEO DI ARTE CONTEMPOARANEA DI BARCELLONA

La serata è dedicata alla visita al MACBA: Museo di Arte Contemporanea di Barcellona nel quale abbiamo potuto ammirare opere di arte visiva appartenenti a svariati ambiti tecnici: tele, fotografie, filmati, composizioni. Una serata non è stata sufficiente per visitarlo tutto, praticamente gli inservienti ci hanno accompagnato all’uscita perché non riuscivamo ad andare via.

Chiudiamo la serata con una buonissima paella nel ristorante Les Quinze, già collaudato cinque anni fa.

Sesto Giorno

La Cattedrale di Barcellona

La Cattedrale di Barcellona, che è sede del vescovado, è gerarchicamente la chiesa più importante della diocesi e della città e si trova nel quartiere gotico. Il nome completo è Cattedrale della Santa Croce e Santa Eulalia, una santa a me familiare visto che a Cagliari c’è una chiesa intitolata alla santa. Per accedere alla Cattedrale occorre essere vestiti in maniera decorosa, non sono ammesse canottiere e shorts, valido per uomini e donne. Nel caso servisse gli inservienti che controllano l’accesso alla chiesa, forniscono dei foulard o parei.

La visita è gratuita, se si vuole si paga l’audio guida, che è consigliabile perché aiuta a districarsi tra i simboli religiosi e immagini sacre. All’interno della chiesa sono conservate qualcosa come 140 statue di santi! Una cosa che mi ha sempre colpito delle chiese spagnole è che gli altari sono chiusi a chiave con dei cancelli. Un obbrobrio dal punto di vista archittetonico, ma soprattutto un’oscenità teologica e spirituale: Dio, in Cristo, è diventato uomo per avvicinarsi all’umanità non per essere chiuso dietro un cancello di una chiesa!

Non ci siamo fatti sfuggire la visita alla Terrazza della Cattedrale alla quale si accede con l’ascensore pagando il biglietto di 3€. Ne vale la pena: si ha una bellissima visuale della città e si può ammirare il campanile da vicino.

Un’altra particolarità che mi è rimasta impressa è che nel giardino del chiostro della Cattedrale vivono 13 oche, simbolo degli anni di vita di Sant’Eulalia.

Il museo Picasso

Nonostante sia quasi ora di pranzo decidiamo di visitare il Museo Picasso, con la Barcellona Card saltiamo la fila e non paghiamo. All’inizio della visita ero quasi paralizzata dall’emozione: Picasso! Vedere da vicino le sue opere! In questo museo sono conservate qualcosa come quattromila opere del periodo giovanile. Quando risiedette a Barcellona, Picasso attraversò dei periodi di crisi finanziaria e gli capitò di non avere soldi per comprare tele e colori, per cui ne usava pochi, da qui ad esempioil periodo blu. Sempre per risparmiare, tante tele sono utilizzate utilizzò per più opere, spesso grossolanamente sovrapposte.

Mi hanno colpito le tante copie di opere di Velazquez; guardandole non diresti mai che sono copie dei quadri del famoso pittore che visse 300 anni prima di lui, perché hanno il suo tocco personalissimo.

Nel museo inoltre c’è  la stanza dei piccioni, che a quanto pare Picasso dipingeva perché la sua terrazza in California ne era infestata.

Stranamente a dirsi, durante questa visita non ho scattato neanche una foto! La visita è durata un’ora e mezza circa e ci spariamo due panini super. Visto che la mattinata è stata impegnativa dedichiamo la serata allo shopping dei centri commerciali che danno sulla Placa Catalunya. Concludiamo la serata al Ranch Smokehouse.

Di questo viaggio ne ho parlato 

 qui_1 Pensieri di luglio

 qui_2, Diario di Viaggio Barcellona: L’organizzazione

qui_3 Diario di Viaggio Barcellona: primo e secondo giorno. Il viaggio, L’Aquarium e l’insalata a Placa Catalunya

qui_4 Diario di Viaggio Barcellona: terzo e quarto giorno. Il Castello del Montjuic, Mirò, La Messa alla Sagrada Familia e la scorpacciata di Pesce.

qui_5 Diario di Viaggio Barcellona: quinto e sesto giorno. La Pedrera, Casa Vincens, MACBA, Picasso, la Cattedrale e la Paella.

qui_6 Diario di viaggio Barcellona: settimo giorno. L’indimenticabile visita alla Sagrada Familia