Zizzania, una poesia di Louise Gluck

Loglio ubriacante conosciuto come Zizzania. Wikipedia

Dalla raccoltaL’Iris selvatico“, il Saggiatore, traduzione di Massimo Bacigalupo.

ZIZZANIA

Qualcosa
viene al mondo indesiderato
invocando disordine, disordine – 

Se mi odi tanto
non preoccuparti di darmi
un nome: ti serve
un altro insulto
nella tua lingua, un altro
modo di incolpare

una tribù di tutto –

lo sappiamo entrambi
se adori 
un solo dio, ti serve
un solo nemico –

Io non sono il nemico.
Solo un trucco per ignorare
ciò che vedi accadere
proprio qui in questa aiuola,
un piccolo modello
di fallimento. Uno dei tuoi preziosi fiori
qui muore quasi ogni giorno
e non puoi riposare finché
attacchi la causa, vale a dire
qualsiasi cosa rimanga, qualsiasi cosa sia
per caso più resistente
di quella che ti appassiona

Non era fatta 
per durare sempre nel mondo reale.
Ma perché ammetterlo quando puoi continuare
a fare come sempre fai,
dolerti e incolpare,
sempre le due cose insieme
.

Non mi serve la tua lode
per sopravvivere. Ero qui prima, 
prima che tu fossi qui, prima
che tu abbia mai piantato un giardino.
E sarò qui quando rimarranno solamente
il sole e la luna, e il mare, e il campo largo.

Costituirò il campo.

Tre anni fa, nell’ottobre del 2020, la poetessa e saggista americana Louise Gluck vinse il premio Nobel per la letteratura “per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”. Fino a quel momento non avevo mai sentito parlare di lei e non avevo letto neanche una poesia, ma quelle che vennero pubblicate nei giornali mi piacquero tanto che ordinai subito L’iris selvatico e Ararat le due raccolte che erano già in pubblicazione in Italia. In questi anni ho comprato e letto altre raccolte di sue poesie e non mi hanno mai deluso.
Luise Gluck era molto conosciuta negli USA, aveva già vinto parecchi premi e il presidente Obama nel 2016, alla Casa Bianca le aveva conferito la National Humanities Medal, un premio che viene dato ogni anno a più personalità che operano nel camp degli studi umanistici.


In questi anni oltre alle sue poesie, ho anche letto con simpatia le notizie che la riguardavano. Una notizia mi aveva colpito in modo particolare. Una parte del denaro ricevuto per il Nobel lo spese per noleggiare un aereo per andare da Boston a San Francisco a trovare il figlio e le nipotine. Ricordo che nel 2020 eravamo nel bel mezzo della pandemia del covid e che buona parte dell’anno abbiamo vissuto in lockdown, viaggiare era un terno a lotto e che farlo in sicurezza, senza beccarsi il virus, era quasi impossibile.
La poetessa raccontò: «Era difficile e pericoloso viaggiare in aereo per arrivare qui. Così ho utilizzato una parte del denaro ricevuto con il Nobel per noleggiare un piccolo aereo privato. Quando mai nella mia vita avrei pensato di dover ricorrere a una simile soluzione? Era però più sicuro e poi chi dovrebbe utilizzare questo denaro? Adesso, però, ne ho meno».
Grandiosa! Scegliere le cose importanti da fare nella vita e puntare tutto, o parte delle delle nostre risorse per realizzarle.

Poco fa ho letto che ieri, 13 ottobre 2023, Louise Glouck è morta all’età di 80 anni. Tre anni fa in questi giorni la conoscevo per il Nobel e oggi mi rattristo per la sua scomparsa.
Mi lascia oltre a innumerevoli scritti e poesie e il ricordo che dopo tanto tempo, pur di rivedere i suoi cari non badò a spese.

Avevi ragione Louise, quando dicevi che nella pandemia l’arte e la poesia ci avrebbero salvato. Aggiungo io che, la poesia in questo momento ci fa riprendere fiato dalle notizie orribili della vita di tutti i giorni.

Adiosu, Michela Murgia

Te ne sei andata la notte di San Lorenzo, ma mentre tutte le altre stelle cadevano, la tua stella saliva in cielo, destinata a brillare per sempre lassù.
Michela, donna nata a Cabras, nel paese dei Giganti di Mont’e Prama, onorando le tue origini ancestrali, sei diventata tu stessa una Gigantessa. Tu, “mamma, fitza e sposa” di Sardegna.

Quanta gente “studiata” hai fatto incazzare! Non hai fatto sconti a nessuno, in nessun mare, monte o lago. Se c’era qualcosa che non ti andava, perché non lo ritenevi giusto, lo dicevi senza nessuna remora, vera donna di Sardegna.
A volte bastava anche un sguardo, di quelli che “non ti dico niente, ma ti ho detto tutto”, alla sarda.
Ti apprezzavo per quello che pensavi e per come lo esprimevi. Senza nessun complesso di inferiorità per essere sarda, donna, donna di fede cattolica. Erano invece proprio questi gli attributi da cui partivi.

A volte ti ritenevo esagerata, non lasciavi mai perdere, il tuo grande cervello ingegnoso, non aveva mai tregua. Anche in queste ultime settimane della tua malattia hai avuto modo di esternare il tuo pensiero su questioni importanti e mai banali.

Ti ho votata quando ti sei candidata alla presidenza della Regione Sardegna, il voto non era sprecato, era per dirti che facevo parte di quella piccola percentuale di persone che sognava una Sardegna politicamente diversa.

Credevo di non aver mai avuto modo di parlarti o stringerti la mano. Invece sei venuta nel mio paese a presentare Ave Mary e ho pure Accabadora firmato da te. Ricordo una serata estiva con un forte maestrale che ci ghiacciava il corpo e l’anima. Evidentemente il freddo di quella sera aveva congelato i ricordi, però sono riemersi in queste ore.
Ti ho letta sempre, da quando al supermercato comprai Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede. Un libro che mi ha entusiasmato: una sarda che parla ai sardi della Sardegna.
Di solito la Sardegna ce la raccontano i continentali o gli stranieri, fanno un giro, anche due, si innamorano e credono di aver capito l’essenza della Sardegna. Sono bravi, niente da dire. Ma come ci hai raccontato la Sardegna, come hai fatto tu, non l’hai mai fatto nessuno.

Te sei andata. Morta. Il tuo tempo su questa Terra è finito.
Mi mancheranno le tue bordate, le tue parole, i tuoi post. Ma quando avrò nostalgia guarderò un video, aprirò un libro. Sono sicura che le tue parole saranno attuali anche fra cent’anni.

A quest’ora avrai già incontrato tutti i santi del Paradiso e ti sarai seduta al tavolo con la Santissima Trinità, quella del quadro di Andrej Rublev, come ci hai raccontato nel libro God Save the Queer.

Michela, a ti connosci in su celu.
Michela, arrivederci in cielo.

Tu però rispondi come facciamo noi sardi:
Deus bollat. Dio lo voglia.

Libri letti nel 2022

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L’anno scorso rispetto ai miei standard ho letto pochissimo, appena 23 libri, molti sono audio. Negli ultimi anni ho letto tra i 30 e i 40 libri. Ho visto che alcune blogger hanno letto più di 100 libri, qualcuna 140 e passa. Wow!
Leggere a me piace tantissimo, anche ora, infatti sono abbonata alla Repubblica e al Corriere e seguo molti blog e profili in LinkedIn, Instagram e Facebook. Però la lettura di libro mi dà qualcosa in più, mi fa fermare a riflettere anche sul continuo flusso di informazioni e accadimenti in tempo reale.
Il tempo dedicato alla lettura è un tempo esclusivo per me. Per quest’anno mi riprometto di leggere o ascoltare più libri. Vedremo a fine anno se avrò mantenuto il proposito.

Tutti mi hanno dato qualcosa, ma in particolare mi sono piaciuti L’isola dei battiti del cuore di Laura Imai Messina e Violetta di Isabel Allende. A proposito oggi è otto gennaio e so che l’Allende ogni anno inizia a scrivere il suo nuovo libro in questa data. Chissà se quest’anno rimanderà a domani, visto che oggi è domenica oppure per scaramanzia si rinchiuderà come sempre nella sua dependance scrittoria.


1) Due vite, Emanuele Trevi (audiobook)
2) La pattuglia dei bambini, Deep Anappara (ebook)
3) L’ombra del vento. Carlos Ruiz Zafon (audio)
4) Il gioco dell’angelo, Carlos Ruiz Zafon (audio)
5) Il quaderno dell’amore perduto, Valerie Perrin (audio)
6) Tre, Valerie Perrin (audio)
7) Tre piani, Eshkol Nevo (audio)
8) Violetta. Isabel Allende (cartaceo)
9) La treccia alla francese, Anne Tyler (cartaceo)
10) Tutto il blu del cielo, Melissa da Costa (ebook)
11) I quaderni botanici di Madame Lucie (ebook)
12) La rinnegata, Valeria Usala (cartaceo)
13) La libreria sulla collina, Alba Donati (cartaceo)
14) Ricette per l’inverno collettivo Louise Gluck (cartaceo)
15) I miei giorni alla libreria Morisaky, Stoshi Yagasawa (cartaceo)
16) Scuola di felicità per eterni ripetenti (cartaceo)
17) L’isola dei battiti del cuore (Laura Imai Messina) (cartaceo)
18) Un gruppo di allegre signore, Alexander Mc Call Smith (ebook)
19) Cattive compagnie, Paolo Navi (ebook)
20) Buon Natale Mrs Brown, Simona Fruzzetti, (ebook)
21) La tentazione di essere felici, (ebook)
22) Scarpe azzurre e felicità, Alexander Mc Call Smith (ebook)
23) Sulla riva del mare Abdulrarak Gurnah (ebook)