Cagliari I love you

Mentre mettevo a posto le bozze ho trovato questo post scritto a maggio. Non so perché non lo abbia pubblicato. Credo sia un peccato mandarlo nel cestino.

Negli ultimi fine settimana Cagliari e la Sardegna intera sono state protagoniste di una serie di eventi in cui hanno sprigionano tutta la loro  bellezza e potenzialità .

Ci sono  state le tre prime tappe del Giro d’Italia 💯. Non vi dico del tripudio e la felicità con cui sono stati accompagnati i ciclisti e tutta la macchina organizzativa. LAa gente dei paesi  e delle città attraversaet era in strada ore e ore ad aspettare il passaggio dei ciclisti. Nessuno è voluto mancare.

C’è  stato lo scioglimento del voto a S. Efisio che 361 anni fa salvò Cagliari dalla peste. Tutti gli anni la municipalità deve svolgere un pellegrinaggio a da Cagliari a Nora, dal 1 maggio al 4 maggio. La formula del  scioglimento del voto deve essere pronunciata entro la mezzanotte, dopo che la statua del santo è rientrata nella sua chiesa. Tutta la Sardegna partecipa con i rappresentanti dei paesi e città vestitini con i gli abiti trazionali. Le donne e gli uomini di ogni paese hanno vestiti e colori diversi. È uno spettacolo in cui fede e tradizione sono un tutt’uno. Credo che non ci sia un sardo che non abbia partecipato almeno una volta nella vita. E tutti coloro che partecipano, anche solo per assistere fanno parte del quadro. Pensate Cagliari non mantenne fede a questo voto anche nel 1943, quando era distrutta dai bombardamenti americani.  Ci sono dei filmati che mi fanno commuovere. Il santo attraversa una città letteralmente distruttaneanche. A mala pena si riconoscono pezzi di palazzi, ospedali o piazze. E ora è tutto ordinato e ricostruito. (Aleppo se ce l’ha fatta Cagliari, ce la puoi fare pure tu!)

Questo fine settimana c’era la manifestazione Monumenti aperti 2017. I monumenti di Cagliari e di altri paesi e città erano aperti e visitabili gratuitamente. In ogni sito i visitatori erano accompagnati dagli studenti di ogni ordine di scuola, dai bambini della primaria agli universitari. Praticamente una festa nella festa. Ho scoperto piccole e grandi storie di ogni epoca. Ho ammirato i monumenti,  ho apprezzato particolari che anche se c’ero passata centinaia di volte non avevo mai notato. Sono tornata a casa stanca per aver visitato otto siti in un a giornata. Sono tornata a casa felice e con il cuore pieno di gratitudine per chi ha vent’anni fa ha avuto l’idea di rendere accessibile a tutti siti bellissimi che sono chiusi tutto l’anno. Sono grata a tutti quelli che si sono impegnati tantissimo per realizzare questa bella e meravigliosa manifestazione. Ognuno dal più piccolo al più grande ha onorato l’impegno preso e ha fatto parte del bellissimo quadro umano di questi giorni.

A volte il cuore è cupo per le notizie che mi travolgono,  per la situazione economica e lavorativa dei miei concittadini e corregionali. Non parlo poi della situazione politica e amministrativa della Regione!

Oggi però c’è spazio solo per l’ottimismo.  Se un’ isola intera è riuscita organizzare questi belle manifestazioni c’è spazio per la speranza perché vuol dire che si può fare. Che non tutto è perduto.
E voi Continentali che leggete questo post e  volete farvi un weekend per uscire dalla solita routine pensate anche a Cagliari che in periodi di bassa stagione e con i voli low cost è accessibile a tutti.

 

In giro per la Sardegna: Porto Flavia

È autunno ma sembra primavera inoltrata. Le temperature sono al di sopra della media e le spiagge sono affollate. Molti temerari fanno pure il bagno. Io no, confesso che lo faccio raramente  pure in estate. Tranne questa ovviamente e la mitica estate del 2003.  Sabato mentre archiviavo l’attrezzatura estiva, Mylove, che di solito non fa proposte per  uscite domenicali, propone di non restare a casa e di fare una gita e visitare la galleria mineraria di Porto Flavia nella zona mineraria dell’iglesiente. Vista l’eccezionalita’  della proposta non potevo dire di no. Figurati se dico di no ad un’uscita! Con questo tempo poi!

Il Pan di Zucchero

Così con calma, senza stress, ieri ci siamo diretti verso la frazione di Nebida, che in sardo cui dire nebbia. Già a pochi chilometri dell’arrivo eravamo colpiti dalla vista del faraglione del Pan di Zucchero, chiamato così dal 1700 perché quando le sue rocce si sbriciolano per la forza degli agenti atmosferici sembra di avere dello zucchero a velo.

Spiaggia di Masua.

Le tante auto parcheggiate lontane dalla spiaggia di Masua presagivano il pienone;  all’arrivo non eravamo smentiti visto che c’era una gara di nuoto che aveva come tragitto dalla spiaggia di Masua al Pan di Zucchero. Noi, vestiti, in mezzo ai bagnanti e ai nuotatori che arrivavano,  ci godevano la gara è il panorama. Il mare era una tavola blu e non c’era un filo di vento. Dopo un po’ ci siamo decisi a fare la salita per Porto Flavia sperando che fosse aperto e ci fosse posto per la visita guidata. Siccome era una giornata dove i pianeti si allineavano abbiamo trovato posto e nel frattempo che aspettavamo il nostro turno abbiamo prenotato il ristorante. Poi abbiamo scoperto che era l’ultimo giorno della stagione! Che fortuna con la C maiuscola!

Ingresso della galleria

La visita alla galleria di Porto Flavia è stata bellissima per merito della brava guida che ci ha portato a fare un excursus che va dai milioni di anni fa in cui quelle rocce si sono formate, agli ottomila anni fa in cui si iniziò l’attività estrattiva nella zona, via via migliorata con i Fenici, i Romani, i Pisani, fino ad arrivare ai Belgi agli inizi del 1900.

 

Fino al 1920 il minerale veniva estratto nelle miniere dagli uomini e scelto dai bambini e le donne fuori dalle miniere e  poi trasportato con delle ceste nelle barche. I Belgi proprietari delle miniere ,  volendo trovare un modo economico per trasportare il minerale dalle miniere alle navi, costruirono in solo due anni una galleria di 600 metri. All’uscita, che è a picco sul mare, ci ritrova alla vista mozzafiato del maestoso faraglione Pan di Zucchero, che protegge l’uscita dal forte maestrale che batte la costa quasi quotidianamente.

Le attività di Porto Flavia terminarono nel 1963, quando l’attività estrattiva delle miniere della zona cominciò a declinare. Oggi in Sardegna c’è solo una miniera in attività, ma anch’essa è destinata alla chiusura, in quanto l’estrazione dei metalli è poco redditizia. Nonostante sia uno dei più pericolosi e faticosi, i minatori sardi chiedono con grandi manifestazioni che questa miniera rimanga aperta, ma credo che se avessero un’ alternativa degna della loro dignità sarebbero ben felici della chiusura.  

L’estrazione dei metalli in miniera ancora oggi nel mondo avviene, come in passato, con fatica, sudore e rischio della vita di uomini, donne e bambini che spesso sono mal retribuiti.

Il nome del porto è dovuto alla figlia dell’ingegnere Vecelli che la progettò. Dal 2000 la galleria è stata riaperta per i turisti, che oltre che a ridare vita ad un territorio devastato dalla disoccupazione hanno la possibilità di conoscere un’attività spesso sconosciuta e dimenticata.

Uscita della galleria.
Quest’ultima foto non è mia. L’ho voluta mettere perché, oltre al fatto che è bellissima, rende bene il lavoro che è stato fatto per realizzare quest’opera.

Fin che la scuola va

Le lezioni hanno preso il loro ritmo: dalla scorsa settimana abbiamo iniziati anche il tempo pieno. Ho la stessa classe dello scorso anno, ma Dino l’alunno che molte volte mi ha fatto perdere la voce e il senno, è stato trasferito in una classe a tempo normale. Ammetto che non ho pianto, tuttavia sono dispiaciuta per le colleghe visto che hanno anche altri casi difficili. Anche nella nostra classe abbiamo il nostro bel daffare. Ho infatti 23 bambini, uno in odore di certificazione e alcuni che non hanno interiorizzato le regole della classe. A parte questo, che fa parte del pacchetto dell’insegnamento, non mi posso lamentare. È stato per me un rientro soft, senza patemi, stress o pianto iniziali. Non ho neanche litigato con Mylove! 

La rappresentante dei genitori dopo la riunione ci ha mandato un messaggio, testuali parole: Siamo molto molto molto contenti. Un’altra mamma due giorni fa mi ha detto che i bambini al solo  nominarmi si illuminano. Non ho saputo dirle niente. Forse non sono stata cortese, ma credo che la mia faccia abbia  comunicato tutta la mia emozione e gioia. Sono cose che  fanno veramente piacere. Anche se la sindrome dell’impostore talvolta mi fa dubitare delle mie capacità e risultati.

Qualcuno leggendomi forse immagina che io sia una maestra tutta dolce, che parla con toni bassi e non grida mai. Se qualcuno pensa questo si sbaglia di grosso. Parlo a voce molto alta e talvolta (spesso) urlo. Sdrammatizzo i piccoli inconvenienti e diatribe. Non sopporto le ingiustizie e i soprusi tra loro e intervengo seriamente. Però rido spesso con loro e cerco di alleggerire la pesantezza delle otto ore scolastiche. Chiedo loro scusa quando sbaglio, perché anche la maestra è un essere umano e non è un essere perfettissimo. Dico loro e glielo dimostro che quando facciamo degli errori la maggior parte delle volte si può rimediare o rifare tutto da capo. Infine Maestra Speranza non minaccia di non portarli in giardino dopo pranzo li porta sempre, tranne quando piove o c’è il maestrale a 90 km orari e una-due volte volte l’anno che non sentono nessun richiamo. 

Comunque ancora non  ho capito il segreto del mio successo.