
– MAESTRA, LE DONNE NELL’ANTICA GRECIA NON POTEVANO FARE NIENTE!?!– Così ha gridato sgomenta, nel bel mezzo della lezione di storia, una mia alunna di quinta. Quando per l’ennesima volta abbiamo letto, sul libro di testo, che le donne erano escluse dalla vita sociale greca, non ne ha potuto più. Abbiamo parlato dell’agorà, la piazza dove si svolgeva l’attività pubblica della città: le donne non potevano partecipare alla vita politica, non avevano diritto né di votare né di essere votate; abbiamo parlato dello sport: le donne non potevano partecipare alle Olimpiadi, né come atlete né come spettatrici; abbiamo parlato del teatro: le donne e non potevano recitare, anche le parti femminili erano affidate a degli uomini.
Riga dopo riga lo sconcerto di tutti aumentava, indistintamente bambine e bambini. Un bambino ha persino mormorato: – Ma dai! Non è giusto. – Ed è il più agitato, quello che può sembrare il più menefreghista, neanche lui poteva sopportare quella intollerabile ingiustizia.
I miei alunni sono nati nel 2009. Sono nativi digitali, non hanno conosciuto il telefono con la rotella, non conoscono i dvd, ho faticato a fargli capire il funzionamento della macchina fotografica con i rullini e quello delle pellicole dei film. Questi bambini sono nati immersi nei concetti di democrazia e uguaglianza. Le loro mamme lavorano e la maggior parte dei papà collaborano al menage quotidiano: lavano piatti, caricano e scaricano le lavastoviglie, si occupano dei dei bambini, dei compiti, delle lavatrici, della spesa, delle bollette. Non sarà così in tutte le famiglie, ma nella maggior parte sì.
Sono bambini che si dai primi mesi sono andati all’asilo nido e poi alla scuola materna, dove non si fa differenza fra bambine e bambini. Fra i miei alunni i compiti di risistemare l’aula e spazzare sono stabiliti mantenendo il principio della turnazione, nessun altro criterio. Guai a sgarrare!
Le loro mamme sono indipendenti, lavorano, guadagnano, spendono, non solo per la famiglia, ma anche per se stesse: per bellezza, per il vestiario e per le vacanze con le amiche. Qualcuna fa da madre e padre perché la relazione è terminata o perché il marito lavora lontano e torna per brevi periodi. Per questi bambini è normale che papà e mamma si dividano i compiti di ciò che c’è da fare. E’ normale, giusto, è anormale la discriminazione.
Per i bambini degli anni duemilaventi l’uguaglianza tra i sessi è una condizione indiscutibile. Quindi leggere che in una civiltà, sebbene antica, ma di cui hanno sempre sentito parlare bene, facessero queste grandi discriminazioni li ha destabilizzati e portati a protestare a gran voce.
Un’altra bambina ha detto che lei sarebbe scappata. Non ho parole per descrivere la delusione del suo viso, quando ho detto che non si poteva scappare da una situazione del genere e che, anzi, vivere così per le donne era normale.
A quel punto il morale della classe era veramente basso. Ho dovuto tirar fuori tutte le mie doti oratorie. Ho ricordato loro che studiamo la storia per conoscere l’evoluzione dell’umanità, per non commettere gli stessi errori del passato. Anche se a volte si torna indietro, il cammino degli esseri umani va sempre avanti. Ho ricordato che tutto quello che noi abbiamo e siamo lo dobbiamo a tutti quelli che ci hanno preceduto, niente è stato gratis, qualcuno ha lottato ed è anche morto per farci vivere in un continente libero e democratico.
“Tante donne e uomini hanno lottato per avere gli stessi diritti di votare, di andare in bicicletta, di guidare, di indossare i pantaloni, di fare le cose che ora sembrano banali. Per fare tutto ciò si è lottato e ancora si dovrà lottare, perché c’è ancora tanto da fare. E voi lotterete per quelli che verranno dopo di voi, per i vostri figli e nipoti. Occhi aperti perché ci sarà sempre qualcuno che vorrà tornare indietro. Vi farà credere che era meglio prima, ma voi non ci cascate, perché quando tolgono una libertà a tante persone, c’è sempre qualcuno che ci guadagna.
Tenete presente che non tutte le donne del mondo hanno tutti i diritti, ci sono Stati dove non possono studiare, votare, andare in bici, guidare un’automobile, non possono vestirsi come vogliono, devono coprirsi dalla testa ai piedi, non possono uscire da sole. Ma tranquilli piano piano l’uguaglianza arriverà anche lì.
E’ vero tra maschi e femmine ci sono diversità: ad esempio le femmine sono meno forti fisicamente, ma queso non vuol dire che sono inferiori, vuol dire che il corpo è meno forzuto, per questo nello sport ci sono gare per uomini e per donne.
I deboli vanno sempre difesi: i bambini, gli anziani, gli ammalati, i portatori di handicap, le donne. Siate sempre dalla parte di chi difende, mai dalla parte di chi fa del male.
Stiamo vivendo un’epoca bellissima, viviamo in una zona del mondo dove tutti possono fare tutto: le donne giocano a calcio e fanno le astronaute. Sarebbe bello che in tutte le parti del mondo uomini e donne avessero le stesse possibilità. Questo succederà, non si sa quando, ma succederà. Per arrivare a questo grandioso risultato ci vuole il contributo di tutte noi donne, ma non solo donne. Anche gli uomini devono collaborare e lottare con le donne, per le donne e per voi stessi.
Bambini, non fatevi trattare come portatori di handicap: fatevi insegnare a fare tutto, ad essere autonomi. Perché se volete indossare la vostra maglietta preferita, dovete aspettare che ve la lavi e la stiri vostra mamma, sorella o moglie? Anche voi bambini siete in grado di fare tutto, lo vedo qui a scuola e siete bravissimi. Continuate così.”
Da una scuola primaria degli anni duemilaventi è tutto.