È il virus che dura tanto!

Nella mia classe prima di scuola primaria, prima lezione di storia.
Chiedo: – Bambini ditemi una cosa che vi sembra che duri tanto.
Bellini, bellini, a turno alzano la mano e rispondono:
la lezione
la mensa
la notte
il basket.
Molti concordano e ripetono quello che hanno detto i compagni.
Tutti tranne uno. Emme, con la sua mascherina tutta colorata, mi guarda. Da dietro gli occhiali si vedono due enormi pozzi di saggezza seienne, e risponde: Il virus dura tanto!
Sbuffa e poi sospira.
Tutti annuiamo, sbuffiamo, e sospiriamo. Senza dire una parola, chiniamo il capo e riprendiamo le nostre attività!
Hai ragione, Emme, il virus dura da tanto e purtroppo penso che durerà ancora molto. Purtroppo.

Foto: www.pexels.com

Il covid, io speriamo che me lo scanso

È domenica mattina, stanotte siamo tornati all’ora solare. Già mi svegliavo presto prima, figuriamoci ora! Ho fatto colazione e anche avviato la lavatrice. Non ci sono grandi progetti in vista. Come tutti, siamo in attesa della conferenza del Presidente del Consiglio, con le delle nuove disposizioni nazionali per arginare la nuova ondata dei contagi del covid 19.

La nuova stretta non sarà come quella di marzo, non staremo tutti fermi a casa, si potranno fare almeno le cose essenziali. Approvo l’idea che le lezioni della scuola dell’obbligo siano svolte in presenza. Mi dispiace per i ragazzi delle scuole secondarie che dovranno seguire la didattica a distanza. Però, purtroppo la stessa meticolosità nel seguire le mille precauzioni all’interno dei caseggiati scolastici, non sono seguite prima dell’entrata e dopo l’uscita dalle scuole. I ragazzi si assembrano, gli adulti si assembrano, e stanno pericolosamente vicini, senza mascherina, come se nulla fosse: non sono stati neanche predisposti adeguati mezzi di trasporto. E i numeri salgono.

Anche il mio piccolo paese di neanche settemila abitanti è investito dalla seconda ondata. Oggi contiamo 30 contagiati. Da due settimane i numeri di chi guarisce sono due, tre volte inferiori dei nuovi contagiati. La settimana scorsa abbiamo perso tre persone, persone con diverse patologie che però prima del virus conducevano la vita normale del nonno e della zia.

Anche nel mio paese la maggior parte siamo ligi e precisi nel seguire le norme anti covid, ma altre, quelle che ti fanno salire l’embolo e scuotere il capo, sono egoiste e incoscienti.

È necessario organizzare una festa di compleanno di tua figlia con 60 invitati? Oppure erano tutti parenti stretti i tuoi 400 invitati al tuo matrimonio? Capisco che il rito delle battute di caccia preveda di fare un pranzo megagalattico, che viene chiamato spuntino, alla faccia dello spuntino! Ma, come la mettiamo che organizzando questo spuntino ti sei beccato il covid, hai contagiato tutta la tua famiglia e alla fine, nel giro di pochi giorni ci hai lasciato attoniti e increduli?

E a te che stai fuori dal bar sulla strada principale del paese, con il bicchiere in mano, senza mascherina, ovvio stai bevendo, dopo un’ora in questa posizione a parlare e ridere con altri, scellerati compagni di merende e bevute, la tua sete non è stata ancora placata?

E tu amministratore perché predichi bene e razzoli male? Non dire di no, perché le foto le abbiamo viste tutti. Mi dispiace per te e per noi, il tuo non è un buon esempio.

Una mia amica in preda al panico, urlando, mi chiedeva: dove la finiremo?

Come dove la finiremo? Si sa benissimo dove la finiremo: o ci salviamo o ci portano in cimitero. Purtroppo non ci sono altre possibilità.

Io spero di scamparmela e prendo tutte le dovute precauzioni. So che potrebbe non bastare, il rischio zero non esiste, ma almeno limito le possibilità di contagio. Intanto tra vedere e non vedere, quest’anno ho fatto anche il vaccino antinfluenzale e in settimana anche un altro test sierologico.

Così, io speriamo che me lo scanso, il covid.

Auguro a tutti di scamparvela, che già lo so che anche voi siete, tutti, e tutte ligie e precise.

Buona domenica

Il secondo giorno di scuola: dopo la ricreazione finalmente si scrive!

Piangiamo un po’ ma passa subito

Se il primo giorno di scuola era prevista un’ora di accoglienza, il secondo giorno per i bambini di prima c’erano tre ore di lezione. Questa volta i genitori sono rimasti fuori dal cancello, alcuni bambini erano spaventati: una bambina piangeva aggrappata alle gambe della mamma, un altro cercava di non farsi vedere dalle maestre. Che tenerezza!

Mentre una collega li accompagnava dentro e faceva igienizzare le mani, io sono rimasta a recuperare le pecorelle smarrite. Li ho presi per mano ancora in lacrime, ma attraversando il cortile queste erano quasi sparite. Si dovevano abituare al distacco.

All’entrata del caseggiato, come i bambini, mi sono igienizzata le mani con il gel. Quante volte durante la mattinata ripeto questo gesto? Circa 10-12 volte. Senza contare le volte che ho necessità di lavare le mani con il sapone!

Ma vuoi mettere la felicità di stare con gli amici?

Comunque, in classe tutti erano sorridenti e durante i primi minuti dell’accoglienza raccontavano la felicità di essere a scuola e di stare con gli amici. Non volevano mica tornare alla scuola dell’infanzia, d’altronde nei giorni precedenti avevano salutato le maestre. Addio maestre, care maestre, ma noi ora siamo grandi e dobbiamo imparare a scrivere.

In un battibaleno è arrivata l’ora della ricreazione. Che cosa è la ricreazione? Incredibilmente, c’erano bambini che non sapevano che cosa fosse la ricreazione, o l’intervallo. Il terzo giorno nessuno ha chiesto, l’avevano imparato subito.

Come organizziamo la ricreazione

Per prepararsi alla merenda, i bambini prima di uscire dall’aula si igienizzano le mani, vanno in bagno uno alla volta, un maschio e una femmina. Per evitare qualsiasi assembramento, va una sola classe. Quando la classe ha finito si avvisa la seconda classe e poi la terza. Le altre vanno in altri bagni. Ogni bagno serve tre classi. Noi iniziamo 20 minuti prima che suoni la campana per permettere alle altre classi di non fare merenda troppo tardi.

Quando tutti hanno mangiato, andiamo in cortile e stiamo un po’ fuori. Ogni classe ha il suo spazio. I bambini giocano tenendo la mascherina, non permettiamo loro di avvicinarsi, ma hanno già trovato delle strategie per giocare senza toccarsi o abbracciarsi. Qualcuno si dimentica e viene ripreso, ma anche rassicurato che non è successo nulla. Bisogna stare attenti e ricordarsi le regole.

Oggi si scrive?

Quando si torna in classe, ci si igienizza nuovamente le mani. Il secondo giorno, qualcuno ha chiesto: ma non si scrive neanche oggi?

Così ho scritto la data alla lavagna in stampato maiuscolo e loro l’hanno ricopiata. Detto così sembra una cosa banale, ma nei primi giorni non è facile azzeccare il quadretto giusto e ricopiare tutte le lettere. Qualcuno ha fatto subito tutto bene e qualche altro ha avuto bisogno di aiuto.

Gli occhi di tutti brillavano dalla felicità di aver fatto qualcosa da grandi. Di riflesso mi sono emozionata percependo la loro emozione. È stato un momento bellissimo. Non ricordavo quanto potessero brillare gli occhi di un bambino che è felice per aver compiuto una cosa per la prima volta.

Foto di klimkin da Pixabay