Ora va meglio

La mia cura è il mare

Mia madre sta meglio, la frattura del bacino si è ricomposta, ora si alza e ha cominciato ad essere più autonoma. Ma ha ancora bisogno di essere aiutata in alcune fasi dell’igiene personale, ma il peggio è passato, stiamo tornando alla vita normale, che si avrà quando potrà camminare senza il busto. Nella caduta, infatti, si era procurata anche la frattura di una costola. Quindi ne avremo fino a settembre. La mia attività scolastica sarà già iniziata, ma sicuramente mia madre, con i continui progressi, sarà sempre più autonoma.
Vista la situazione positiva e di più facile gestione appena è stato possibile ho prenotato e organizzato una vacanza al mare in Ogliastra per una settimana. Ho scelto un albergo praticamente in riva al mare. Non volevo lo stress di utilizzare l’auto anche in vacanza. Per cui uscivamo dall’albergo e il mare era a meno di 100 passi.

È stata una vacanza di estremo relax, ci siamo spostati solo una mattina che piovigginava. Sono tornata più rilassata e riposata, anche se purtroppo le vacanze sono state caratterizzate da una spiacevole compagnia: le coliche renali, che avevano minacciato di far saltare tutto già prima della partenza.

Sono partita con una busta piena di farmaci che ho utilizzato senza remore: chi ha provato l’esperienza delle coliche renali sa che è un dolore atroce che fa impazzire anche il santo più paziente.

Fortunatamente sono riuscita a contenere il dolore e a godermi la vacanza. Certo non pienamente, infatti la mia abbronzatura quest’anno è quasi inesistente. Ma diciamo che questo è l’ultimo dei problemi.
Il problema è stato trovare un urologo che al rientro visitasse e facesse l’ecografia la settimana prima di ferragosto. Fortunatamente tramite internet e il sito il miodottore.it ho trovato e prenotato la visita che ho effettuato stamattina. Tutto procede per il meglio: non ci sono né dilatazione né calcoli in vescica o uretere. Non devo fare nessuna terapia, tutto sta rientrando nella normalità.

Per almeno 10 giorni starò a casa di mia madre, ho dato il cambio a mia sorella che era sfinita e bisognosa di stare con i figli che studiano in continente e che sono tornati per le vacanze.

Appena posso pubblicherò le foto del mare ogliastrino.

E la scuola va. Sto iniziando un nuovo anno o sto proseguendo lo scorso anno scolastico?

Nella mia scuola, come in tutte le scuole d’Italia e d’Europa, fremono i lavori dell’inizio dell’anno scolastico. Se già negli anni normali l’inizio a di settembre era un delirio, quest’anno, nell’era del Covid 19, è molto più che allucinante.

Non so se il mio anno scolastico sia iniziato prima o non sia mai finito quello dello scorso anno. Nei mesi estivi sono andata a scuola spesso: l‘aula andava sgomberata al più presto: per mantenere il distanziamento richiesto dalle norme Covid19 serviva anche un altro spazio per la mensa. Sembrava che gli operai del comune fossero ardenti di iniziare il lavoro, che fossero lì ad aspettarmi con martelli, scalpelli e cazzuole e invece tutti i lavori a carico del comune sono ancora da fare. Ricordo bene le temperature pazzesche dei giorni in cui ho ripulito gli armadi e lo stato pietoso dei miei abiti quando tornavo a casa. Meno male che lavoravo da sola e non avevo bisogno di mettere la mascherina!

Agli inizi di agosto mi hanno chiamato perché andava ripulito anche lo sgabuzzino dove teniamo i sacchi della raccolta dei tappi di plastica. Anche quello andava fatto al più presto. Questione di vita o di morte. Il segretario prima di andare in pensione voleva lasciare tutto in ordine. Meno male che poi ci siamo accordate con le bidelle e sono andata con calma dopo Ferragosto. Come sopra, nel frattempo non è morto nessuno e nessun impaziente operaio del comune si è presentato davanti alla scuola sbarrata per le ferie estive.

Nei giorni di vacanza al mare, giorni in cui le uniche preoccupazioni erano quelle dell’abbronzatura, o se potevamo andare nella spiaggia vicino al resort, oppure se il maestrale si sarebbe rinforzato. In quei giorni lì in cui era davvero difficile scegliere se mangiare spaghetti allo scoglio o linguine con arselle, cozze bottarga. In quei giorni chiamati ferie, proprio a metà della vacanza, quando mi ero appena ripresa dallo stress della gestione dell‘eredità di mio zio, proprio quando avevo dimenticato di essere una maestra e felicemente smemorata, la scuola non occupava neanche un piccolo pensiero, alle 22,30 davanti alla meravigliosa vista di Castelsardo ho preso in mano il telefono per scattare una foto e ho visto la malefica lucina di whatsapp. E la sventurata l’aprì. Il preside, tramite la vicepreside, mi comunicava il nominativo della nuova collega.

Fine delle vacanze. Quel nome non mi sta facendo dormire da un mese esatto e la preoccupazione, ora che abbiamo ricominciato, invece che diminuire è salita. A parte il fatto che, sciagurati, mi hanno rovinato l’unica settimana in cui potevo stare veramente tranquilla. Cosa sarebbe cambiato comunicarmelo l’ultima settimana quando sarei stata impegnata per gli esami di idoneità? Per loro non sarebbe cambiato nulla, per me sì!

Come appena accennato, ho detto che l’ultima settimana di agosto sono stata impegnata con gli esami di idoneità dell’istruzione parentale. Per chi non lo sapesse, un regio decreto del secolo scorso permette ai genitori di occuparsi personalmente dell’istruzione dei propri figli. Per non incappare nelle grinfie della giustizia e degli assistenti sociali i genitori devono fare una dichiarazione un cui dicono che sono in grado di istruire i propri figli e che a fine anno scolastico faranno sostenere un esame che certifica ciò. Di solito questi esami, a cui ho partecipato per la prima volta, si svolgono a giugno, ma quest’anno con le restrizioni dovute al covid 19, tra vedere e non vedere abbiamo optato per l’ultima settimana di agosto. Tre giorni di impegno: uno per predisporre le prove e due per le prove orali e scritte. I bambini erano quattro, tre di prima e uno di quinta. Due di prima erano molto ben preparati, disinvolti, simpatici. Un bambino segue la scuola steineriana e compiendo sette anni a fine anno, la famiglia ha chiesto di trattenerlo in prima. Il bambino di quinta che aveva già sostenuto in modo insoddisfacente l’esame di quarta lo scorso anno, non è passato. Però il prossimo anno potrà chiedere di essere esaminato per la prima di scuola media.

Per il momento termino qui. Fra poco ho una riunione in videoconferenza. A presto

Foto da pexel.com

37 gradi all’ombra

Il termometro segna 37 gradi all’ombra, due ore fa erano 39 e rotti. Prima di mettermi a stirare due cose da portare in vacanza scrivo un post volante, nel frattempo magari la temperatura scende di mezzo grado. Un sollievo! Come no!

Domani partiamo per trascorrere per una settimana al mare. Andremo a nord della Sardegna, la località prescelta è distante due ore e mezzo con l’auto. Ero indecisa nel scegliere una meta più vicina, ma abbiamo bisogno di percorrere un po’ di strada e cambiare paesaggio. Mi sembra che così staccherò di più dalle incombenze di queste settimane.

Ieri abbiamo venduto l’auto di mio zio, cosa semplice da fare se non avessi 13 persone che in qualche modo hanno più voce in capitolo di me. Alla fine l’ho venduta e nessuno ha beccato. Ce li ho in pugno perché devo distribuire i soldi, che vedranno quando tornerò dalle vacanze. Gli assegni sono stati versati e ci vuole un po’ per avere a disposizione la somma. Tutti zitti, tanto sanno che sono precisa.

Stamani sono stata dal parrucchiere e al negozio sportivo per rimpolpare il guardaroba balneare. L’altro ieri sono andata a Cagliari proprio per fare shopping, ma non giornata e non ho trovato un bel niente che mi piacesse. I nervi! Meno male che sono entrata in una libreria e ho acquistato dei libri cartacei da portare al mare. Ho intenzione di non utilizzare l’ereader, ho bisogno di leggere libri cartacei.

Entrare in libreria e annusare i libri, anche dopo tanto tempo, è sempre un piacere e in effetti mi ha riportato il buon umore. Io che di solito compro e leggo un libro alla volta sono uscita con due buste di libri.

Uno l’ho pagato e lasciato in libreria, insieme a tanti altri libri sarà donato alla biblioteca dei bambini dell’Ospedale Microcitemico di Cagliari. Ho scelto un’enciclopedia degli animali. I bambini vanno pazzi per gli animali e mentre fanno la trasfusione di sangue possono trascorrere delle ore meno pesanti. Di fronte a queste iniziative non mi tiro mai indietro. Avevo possibilità di scrivere una dedica ma in quel momento non ero in vena, magari adesso una frase l’avrei pure scritta, ma non importa. L’importante è che i bambini avranno un libro in più.

Il mio post finisce qui. Il termometro segna sempre 37 gradi e il ferro da stiro mi guarda minaccioso.

A presto.

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