Le cangianti spiagge di Is Arenas Biancas e Le Dune di Teulada

Is Arenas Biancas_Le Dune_Teulada

Nell’ultimo post qui vi ho parlato della spiaggia de Su Giudeu di Chia e l’ho definita un paradiso terrestre. Nei giorni successivi al post, ho trascorso due intere giornate nelle spiagge di Is Arenas Biancas – Le Dune di Teulada. Siccome non voglio essere monotona, cercherò di parlare di queste spiagge senza usare le parole e le immagini retoriche del post precedente. Ci riuscirò?

Ero stata in questa spiaggia Is Arenas Biancas una volta tantissimi anni fa, e pur ricordandone la bellezza, non mi aveva colpito in maniera particolare, mi era rimasta però in mente la lunga camminata dai parcheggi alla spiaggia con tutta l’attrezzatura da mare!

Is Arenas Biancas_Le Dune_Teulada

Quest’anno, visto che ho risvegliato lo spirito avventuriero, vogliosa di riscoprire i vecchi lidi, ho proposto a Mio Marito di tornare a Is Arenas Biancas. E questa volta sono rimasta folgorata! Evidentemente la volta scorsa avevo gli occhi foderati di prosciutto, perché certamente non avrei potuto dimenticare un posto del genere. Non è che lo avessi dimenticato, non lo avevo proprio visto. Infatti scavando nella memoria ricordo che eravamo andati con un gruppo di amici e mentre i ragazzi erano andati a fare un giro, noi ragazze eravamo rimaste sotto gli ombrelloni. Che cretine!

Is Arenas Biancas_Le Dune_Teulada

Innanzitutto mi sono schiarita le idee sul nome di questa spiaggia del Sulcis. Molti infatti la chiamano Porto Pino. Invece bisogna ricordare che la spiaggia di Porto Pino, è lunga quattro chilometri ed è divisa in tre sezioni: la prima Spiaggia che è Porto Pino è nel territorio di S.Anna Arresi, la seconda spiaggia è Is Arenas Biancas, la terza spiaggia è Le Dune; queste ultime entrambe sono nel territorio di Teulada, e precisamente fanno parte del Poligono militare di Teulada. Difatti questi due tratti di spiaggia sono accessibili solo durante la stagione estiva, visto che negli altri mesi qui si svolgono le esercitazioni militari di mezza Europa.

Is Arenas Biancas è una spiaggia incredibilmente bella, che mi ha lasciato senza fiato, per i suoi colori straordinari e cangianti. Non potevo capacitarmi di essere davanti a tanta bellezza, a meno di 100 km di strada da casa, che abbiamo percorso in soli 85 minuti!

L’arenile di Is Arenas Biancas è lungo e largo, la sabbia è bianchissima, a grana molto fine, ed è questa particolarità che permette all’acqua, che è bassa e adatta ai bambini, di assumere tutte quelle sfumature cangianti che hanno fatto impazzire i miei sensi.

Questa volta, col cavolo che sono stata sotto l’ombrellone! Il primo giorno ho mollato il marito a ombreggiare e da Is Arenas Biancas mi sono recata alla spiaggia de Le Dune. Sono arrivata fino alle rocce, dove in tanti hanno lasciato tracce della loro performance artistica con le pietre dell’equilibrio. Visto che c’ero anche io ho dato il mio contributo all’arte!

Is Arenas Biancas_Le Dune_Teulada_Pietre Equilibrio

Lungo il tragitto ho potuto ammirare le dune, morbide colline di sabbia che raggiungono anche i trenta metri d’altezza, che per proteggerle è proibito calpestarle camminandoci sopra. Io non avendo letto i cartelli e avendo visto in precedenza delle persone, ho tentato di scalare la duna più alta. Dei lunghi fischi del guardiano mi hanno riportato all’ordine e fatto desistere dall’impresa. Allora mi sono avvicinata alla vedetta per capire quale fosse l’infrazione, e a me e ad alcuni ragazzi ha spiegato pazientemente le motivazioni del divieto e ha detto che gli altri erano stati anche redarguiti dalla guardia forestale e visto che insistevano rischiavano una grossa multa. Ho ringraziato la guardia e insieme agli altri ragazzi ci siamo allontanati e questi mi hanno detto che più in là potevo sicuramente provare a scalare senza essere vista da nessuno! Praticamente mi stavano invitando ad infrangere il divieto. Li ho stecchiti dicendo che non mi interessava infrangere le disposizioni, a me interessava tornare e poter vedere che le dune ogni volta che andavo! Perché dovevo contribuire alla loro distruzione?

Is Arenas Biancas_Le Dune_Teulada

Il secondo giorno invece da Is Arenas Biancas mi sono diretta verso Porto Pino, dove le dune sono solo accennate. Mentre camminavo sulla battigia mi sono imbattuta in una barca arenata, che, come scritto nelle cronache del L’Unione Sarda nei gironi precedenti, è stato il mezzo di trasporto di una dozzina di emigranti algerini che ha tentato la fortuna per arrivare in Europa.

Era proprio lì, questa barca spiaggiata, come un monumento, come a ricordare l’incapacità dei governi africani di sfruttare le loro immense risorse e l’egoismo europeo di trovare soluzioni efficaci che aiutino questa povera gente.

Is Arenas Biancas_Le Dune_Teulada_Barca

Sia il primo giorno che il secondo giorno c’era tanto vento tanto che abbiamo dovuto ancorare bene gli ombrelloni, ma devo dire che la bellezza del luogo compensava alla grande il fastidio delle potenti raffiche di vento.

Come arrivare
Il primo giorno dal paese di Sant’Anna Arresi abbiamo imboccato la strada per Porto Pino. Poco prima di giungere alla località abbiamo seguito, sulla sinistra, l’indicazione per la strada sterrata di 6km, che attraversa un borgo e lo stagno di Is Brebeis, e siamo arrivati al parcheggio a pagamento obbligatorio, 5 € per tutto il giorno. Da qui, abbiamo attraversato un ponte pedonale in ferro e percorso circa trecento metri e finalmente siamo arrivati alla spiaggia.

Il secondo giorno siamo entrati nel paese di S’Anna Arresi e abbiamo proseguito verso il poligono militare dove è ben visibile il cancello d’accesso Is Arenas Biancas. Qui abbiamo subito pagato il parcheggio e percorso in auto una lunga strada sterrata di 6 km che ci ha condotto al parcheggio, e anche qui dopo una camminata di circa trecento metri sulle passerelle di legno siamo arrivati alla spiaggia. Che fatica! Ma sia il primo giorno che il secondo giorno non ho sentito nessuno lamentarsi!

Is Arenas Biancas_Le Dune_Teulada

Come già detto in precedenza in estate la spiaggia è tutta aperta, mentre in inverno la gran parte di essa rimane chiusa in quando ricade nel Poligono Militare di Teulada. Questa primavera durante un’escursione, abbiamo visto il ponte in ferro adagiato nei parcheggi dello stagno.

Nella la spiaggia di Is Arenas sono presenti  stabilimenti balneari e chioschi bar con servizi ristorante, diversamente, la spiaggia de Le Dune rimane in larga parte liberamai veramente affollata, e addirittura quasi deserta, specie se si decide di camminare un po’ più verso le rocce.

Credo di essere riuscita a descrivere le spiaggie di Is Arenas Biancas e Le Dune senza definirle paradisi terrestri. Voi che dite?

La spiaggia de Su Giudeu: la prova che il paradiso terrestre esiste

Su Giudeu_Chia_Panorama mozzafiato

Mentre dalla libreria, dove è riposto il materiale scolastico, cominciano a sentirsi dei flebili richiami, beatamente ignorati, continuo a bazzicare con assiduità attorno allo scaffale dell’attrezzatura del mare. Il gran caldo ci ha dato tregua e da alcuni giorni godiamo di temperature più umane. Le giornate sono stupende e il mare è splendido. La temperatura dell’acqua è quella che fa per me e, come i bambini, godendo della trasparente bellezza, non vorrei mai uscire.

Su Giudeu-Chia_Riflessi acqua

Quest’anno, dopo tanto tempo, abbiamo ricominciato a frequentare le spiagge di Chia di Domus de Maria: Su Giudeu, Capo Spartivento, Cala Cipolla, Sa Colonia, Dune di Campana. Avevamo smesso di frequentare queste spiagge paradisiache per via delle file chilometriche che si formavano all’ora del rientro. Ma da alcuni anni il semaforo di Villa San Pietro, che formava il tappo di auto, è stato sostituito con una comoda rotonda e ora il traffico, seppur intenso, è scorrevole. Se poi si anticipa o si ritarda il rientro si riesce a evitare l’ingorgo. Le spiagge di Chia sono le spiagge della nostra gioventù. Quelle che, con il gruppo di amici, raggiungevamo prestissimo, con le nostre prime auto, per occupare gli spazi sia in spiaggia che nelle dune per poter pranzare all’ombra dei ginepri.

Su Giudeu-Chia_Confine Dune

Quest’anno, vincendo le nostre paure e pigrizie, alcune volte siamo andati a Su Giudeu e ce ne siamo innamorati di nuovo. La spiaggia di Su Giudeu è enorme ed è racchiusa tra le famose dune di sabbia finissima e dorata. Come abbiamo fatto a rinunciare a tutto ciò? Ora l’abbiamo inserita nuovamente nella nostra classifica di spiagge da visitare almeno un paio di volte all’anno. Ne va nostra salute mentale.

Da qualche anno le famose dune di Chia, sono giustamente recintate e vietate ai turisti. Nessuno può più camminarci sopra onde evitare l’erosione di ciò che la natura ha creato nel corso dei secoli. Così niente più picnic sotto i ginepri, bensì sotto gli ombrelloni. E va bene così.

Tanti anni fa nella Spiaggia di Su Giudeu non esisteva nessun servizio, dovevamo portare tutto ciò che occorreva, non c’era nessuna possibilità di poter comprare neanche una bottiglia d’acqua. Ora invece ci sono gli stabilimenti balneari che, nel rispetto delle norme ambientali, offrono ogni genere di servizi.

Su Giudeu-Chia_Cartello Divieti

Per raggiungerle la Spiaggia di Su Giudeu si lascia l’auto nei parcheggi a pagamento e bisogna fare una lunga camminata su una lunghissima passerella di legno. La passerella, costeggia lo stagno che nella stagione estiva è asciutto o quasi. Tanti anni fa, scelleratamente, si parcheggiava nello stagno e con grande ignoranza delle tematiche ambientali, erano in tanti che nei tre mesi estivi piantavano liberamente le loro tende nelle dune sotto i ginepri! Orrore! Meno male che seppur lentamente la coscienza civile e ambientale ha preso le dovute precauzioni.

Su Giudeu-Chia_Passerella Spiaggia

La spiaggia de Su Giudeu prende il nome dal polpo che vive tra le rocce intorno all’isolotto che si trova a un centinaio di metri dalla costa, che spesso si può raggiungere tranquillamente a piedi.

Su Giudeu-Chia_Riflessi acqua

L’acqua a Su Giudeu come ho detto è spettacolare, trasparente come il cristallo e mai troppo fredda.  Mentre fai il bagno si possono tranquillamente vedere branchi di peschi o delle solitarie ed enormi spigole. Insomma è il paradiso, o qualcosa che gli assomiglia. Tant’è che le spiagge di Chia nel 2017 sono state elette il mare più bello d’Italia.

Su Giudeu-Chia_Spiaggia
Su Giudeu_Chia_Stagno
Su Giudeu_Chia_Pittore
Pittore

Diario di Viaggio a Barcellona: ultime 24 ore: pasta, Fideuà, rientro a casa e considerazioni finali

La mattinata del penultimo giorno, come ho scritto qui, è stata dedicata all’emozionante visita alla Sagrada Famiglia. Dopo la visita eravamo provati, disidratati e affamati. Miomarito dal giorno precedente era in crisi di astinenza da spaghetti, per cui ha cercato sul sito The Fork un ristorante dove gli cucinassero un piatto di spaghetti in grazia di Dio. E’ stato accontentato al Macchina Pasta Bar. Lì puoi scegliere il tipo di pasta e combinarlo con il condimento che vuoi. Mentre lui si spazzolava i suoi spaghetti al ragù, io ho mangiato dei ravioli agli spinaci conditi con del sugo ai funghi. Tutto veramente ottimo.

Macchina Pasta Bar Barcellona_ Spaghetti al ragù, Ravioli di spinaci con sugo ai funghi

L’ultima sera l’abbiamo trascorsa in giro a fare shopping. E giusto per non perdere il vizio di vedere monumenti e chiese siamo entrati nella Chiesa di Santa Maria del Pi. Abbiamo così ammirato dall’interno il gran rosone, che non è quello originale distrutto da un incendio, ma è comunque molto bello.

Barcellona: Bar Guell Tapas_ Fideuà morisca

Mentre facevamo gli ultimi giri, dando un’occhiata alla cartina, per controllare se potevamo visitare qualche altro monumento, mi sono resa conto che eravamo nei paraggi di Palazzo Guell, ma purtroppo quando siamo arrivati era già chiuso. Allora per consolarci abbiamo cenato presso Guell Tapas, dove finalmente ho preso un piatto di Fideuà, che è l’alternativa catalana alla paella. La ricetta è la stessa, ma il riso viene sostituito con spaghettini tipo i findellini. Io ho preso la versione morisca: con calamari e gamberi, che mi è piaciuta assai. Da provare a casa. Ho completato la cena con una bella crema catalana: potevo andare via senza mangiare questo dolce tipico? Appunto, non potevo.

Barcellona: Bar Guell Tapas_Crema catalana

La mattina successiva abbiamo chiuso i bagagli e, dopo aver fatto colazione al bar, abbiamo salutato Barcellona. Facendo il percorso inverso dell’andata, con il pullman siamo arrivati all’aeroporto di Girona, dove c’era il nostro aereo che ci ha riportati a Cagliari. Bentornati in Sardegna!

Ho dedicato a questo viaggio tanti post che mi hanno permesso di prolungare il viaggio e rivivere le sue emozioni. Devo dire che, anche se la meta del viaggio non è originale, i post hanno avuto un discreto successo. Grazie!

Come cinque anni fa voglio dedicare un po’ di righe alle riflessioni che si fanno al rientro di un viaggio.

Innanzitutto sono felice di aver avuto la possibilità di iniziare le vacanze con questo viaggio.

Sono felice di essere tornata a Barcellona e di aver completato quello che era rimasto in sospeso. Non sono andata a Monserrat, come avevo programmato, ma non ho nessun rimpianto, se Dio vorrà ci andrò, altrimenti pazienza. E’ andato tutto bene e questo non è scontato, nei viaggi ci sono sempre degli intoppi, questa volta non è successo alcunché degno di nota.

Ho notato che a Barcellona, secondo me, c’era meno gente rispetto alla volta scorsa, però il viaggio lo facemmo in alta stagione, fine luglio -inizi di agosto.

Cinque anni fa la città mi colpì per la pulizia, questa volta Barcellona mi è sembrata un po’ più sporca. Comunque niente a che vedere con le immagini della capitale italiana!

Abbiamo visto tanta povera gente che dorme nei portoni dei palazzi, addirittura organizzata con materassi e quant’altro. Non in periferia, ma in centro città! La volta scorsa invece vedemmo dei poliziotti che svegliavano i barboni, non era consentito dormire nelle panchine o all’aperto. Non so se la legge è cambiata, se sono diventati più permissivi o se è aumentata la povertà.

Abbiamo visto un gran numero di immigrati africani che aprivano i loro fagotti e improvvisavano un negozio con la merce taroccata. Queste scene le vedevo a Cagliari tanti anni fa nel Largo Carlo Felice, con le ho riviste a Barcellona. Ahimè!

Ho toccato con mano il problema della plastica usa e getta che finiva nell’indifferenziata: bottiglie, bicchieri, forchette, piatti e contenitori vari. Purtroppo, anche noi abbiamo contribuito ad aumentare la plastica! E non per cattiva volontà,  solamente qanon c’era altra possibilità. Sarei morta il primo giorno se avessi dovuto bere l’acqua delle fontanelle: era cloro allo stato puro. L’unica consolazione è stata che non abbiamo mai lasciato un rifiuto in giro e abbiamo sempre cercato i contenitori per differenziare. Una piccola goccia nel mare di plastica. I governanti devono trovare una soluzione, o più soluzioni, al più presto.

Questo è l’ultimo post dedicato al mio Diario di Barcellona.

Ringrazio coloro che mi hanno seguito fin qui.

Di questo viaggio ne ho parlato 

 qui_1 Pensieri di luglio

 qui_2, Diario di Viaggio Barcellona: L’organizzazione

qui_3 Diario di Viaggio Barcellona: primo e secondo giorno. Il viaggio, L’Aquarium e l’insalata a Placa Catalunya

qui_4 Diario di Viaggio Barcellona: terzo e quarto giorno. Il Castello del Montjuic, Mirò, La Messa alla Sagrada Familia e la scorpacciata di Pesce.

qui_5 Diario di Viaggio Barcellona: quinto e sesto giorno. La Pedrera, Casa Vincens, MACBA, Picasso, la Cattedrale e la Paella.

qui_6 Diario di viaggio Barcellona: settimo giorno. L’indimenticabile visita alla Sagrada Familia