I commenti ai post sono importanti

Nel post precedente ho scritto che un anno fa volevo chiudere il blog e che invece quest’anno ho comprato il dominio perché, fortunatamente, nel frattempo è tornata la voglia di scrivere, ma soprattutto di dire la mia opinione su vari aspetti della vita che vivo. Due settimane fa mi è stato dato un riconoscimento per blogger da persona che seguo da pochi mesi e che si è accorta di me quando ho lasciato un commento a un suo post. A breve ci sarà il post.

Si è tornati all’antica. Un commento in un blog è come un sasso di Pollicino. Segui la scia e ti ritrovi in un’altra vita. La vita del blogger che ti ha commentato. Per un po’ di anni si pensava che i blog fossero morti, fagocitati dai social su cui è semplicissimo dire la propria e commentare. Ma proprio questa facilità di commentare, talvolta, è il tallone d’Achille che fa mettere il becco su tutto, senza ritegno alcuno, per cui molti stanno alla larga dai social.

Lasciare dei commenti nei blog a volte è difficile, infatti, spesso per far vedere che sei una persona vera devi dimostrarlo cliccando su immagini tipo semafori, strisce pedonali, vetrine di negozi. Se hai fatto la giusta operazione puoi lasciare il commento. Queste operazioni richiedono un po’ di tempo, ma, a volte nonostante tutto, il commento non parte. A me è capitato stamattina, volevo lasciare un commento a un post, ho provato tre volte e non è partito. Mi dispiace tanto non aver potuto lasciare il commento, ma ho perso almeno cinque minuti a riscrivere tutto per tre volte. Cinque minuti per un solo commento che non è andato in porto è tantissimo. Bisognerebbe controllare come si accede ai commenti dei propri blog. Anche io non so come si commenta nel mio blog. Sarà una delle prime cose che controllerò.

I blog personali sono importanti: fanno sentire le persone meno sole. Fanno trovare soluzioni a cui mai avresti pensato. Fanno conoscere persone meravigliose che superano difficoltà incredibili. Per tutte queste persone avere un riscontro positivo a ciò che scrivono è importante. E’ una pacca nelle spalle, è un raggio di sole in certe giornate buie.

Torniamo a commentare i post. Controlliamo se commentare nei nostri nei nostri blog è semplice, se non lo è facciamo le modifiche opportune. Tutto sarà più bello.

A proposito come si commenta nel mio blog? E’ semplice? Ci sono immagini da cliccare?

Photo by Mel Poole on Unsplash

Volevo chiudere il blog e invece ho comprato il dominio

Volevo chiudere il blog e invece ho comprato il dominio. Quando il trascorrere del tempo fa cambiare idea.

Per alcuni anni volevo mollare la scrittura e quindi chiudere il blog. Non mi ci ritrovavo più. La mia cerchia di lettori si era assottigliata, i commenti erano, e sono ancora, rari. Che senso aveva continuare a scrivere se non c’erano riscontri?

Lo scorso anno volevo chiudere questo blog e aprirne un altro con il profilo aperto, senza nickname. L’ho fatto, ma lì non ho ancora scritto alcun post perché poi la situazione è precipitata e non avevo né tempo né testa di mettermi a scrivere su un nuovo blog. Qui scrivevo pochissimo.

All’inizio di quest’anno ho rinnovato il dominio del nuovo blog, ma non ho pubblicato ancora nessun post. Penso che ci lavorerò in estate, quando avrò più tempo e lo potrò curare come si deve.

Nel frattempo mi è venuta voglia di non abbandonare questo spazio, dove posso scrivere in incognito e posso sfogarmi. Ho notato che quando scrivo qualcuno mi legge ancora. Mi sono sentita incoraggiata e allora ho comprato il dominio, ho collegato il blog al profilo Facebook, ho creato una pagina. Insomma, sono diventata più attiva, commento i post che leggo e anche su Facebook esprimo il mio parere e sono più generosa con pollici e cuoricini. Vorrei dare una sistemata all’impaginazione di questi spazi e dovrei leggermi e sistemare i post più antichi. Ho visto che in alcuni non ci sono più le foto che avevo linkato. Piano piano farò tutto. Ci vorrà tempo perché siamo nel mese infernale della fine dell’anno scolastico. Poi sinceramente ho più voglia di scrivere che di sistemare.

Credo che, questa mia nuova vitalità, sia la reazione al mio vissuto grigio di questi mesi. Però, scrivo soprattutto per dare un contributo positivo nella vita dei social. Non è tutto negativo, anzi io trovo sempre qualcosa di bello, che mi fa crescere e conoscere qualcosa di cui ero all’oscuro.

So che non risolverò chissà che cosa. Ma se qualcuno viene ispirato da ciò che scrivo, mi fa piacere. Ancor di più se si prende la briga di scrivere due parole per farmelo sapere.

Foto da Pixabay.com


1 Maggio Festa del Lavoro

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Ieri mattina appena arrivata al centro comunale, dove si è svolta una grandiosa manifestazione sportiva, due alunne mi hanno accolto con un piccolo sacchetto di carta da cui sbucava un loro artefatto eseguito con cannucce, cartoncino, fili di lana. E’ una figura umana femminile sulla cui maglia c’è scritto Maestra: sono io! Nella busta c’è scritto: Per maestra Speranza – Per la Festa del Lavoro. Nel sacchetto c’era anche un cioccolato!

Questi gesti spontanei e così generosi mi fanno sempre commuovere. Non mi abituo mai, neanche dopo più di trent’anni d’insegnamento. A parte il fatto che le alunne in questione sono davvero carinissime! Il loro gesto mi ha fatto pensare al significato del lavoro, non all’insegnamento in senso stretto, ma proprio all’incidenza che ha avuto il lavoro nella mia vita.

Ho avuto la fortuna di iniziare a insegnare all’età di 22 anni, ma già a 20 avevo avuto un’esperienza lavorativa di tre mesi come dattilografa, nel mio comune di residenza. Era un lavoro vero, con tanto di stipendio, ferie, tredicesima. Non uno stage. Un lavoro vero a vent’anni, subito dopo il diploma! E poi un lavoro vero a 22 anni!

Sono tappe della mia vita, è una cosa normale per me, fa parte della mia storia personale. Ma ieri sera, mentre guardavo il manufatto delle mie alunne, ho pensato a come sarebbe potuta essere diversa la mia vita se non avessi lavorato sin da giovane. Come sarei io oggi, se avessi dovuto sbattermi da una parte all’altra o avessi dovuto cedere ai ricatti dei datori di lavoro? O se avessi dovuto fare turni allucinanti? Sarei come sono oggi? Non credo, sarei certamente diversa, non so dire come, ma certamente la mia personalità e il carattere non sarebbero quelli che ho oggi

Oggi 1 maggio ringrazio chi mi ha aiutato a fare le scelte che ho fatto. Ringrazio chi mi disse: lavora sempre, anche se dovessi sposare un miliardario, non dipendere economicamente mai da nessuno. Lavorare e guadagnare il giusto vuol dire libertà.

Oggi benedico il mio lavoro e quello di tutti i lavoratori. Il desiderio è che le mie alunne e miei alunni abbiano la possibilità di lavorare, essere felici e realizzati nelle loro professioni. Il sogno è che tutti possano lavorare e realizzare tramite il lavoro i propri sogni.

Buon 1 maggio!