Estate senza condizionatore

Quando lo dico in giro mi guardano increduli. A casa non abbiamo i condizionatori, abbiamo due ventilatori che quest’anno abbiamo messo in funzione cinque volte, e non perché vogliamo fare un dispetto alla Russia, o perché vogliamo fare i virtuosi. Li accendiamo quando ne sentiamo la necessità. Ad esempio il condizionatore dell’auto lo accendiamo, eccome se lo accendiamo!

Gli anni scorsi ho patito il caldo in maniera allucinante e i ventilatori erano sempre accesi, giorno e notte. Uno si era pesino fuso. Ero andata correndo a comprarne uno nuovo. Sopporto benissimo il caldo, quel che mi uccide è l’umidità. Non mi fa ragionare bene. Quest’anno c’è caldo, ma il tasso di umidità è per me ancora ragionevole.
La notte è abbastanza fresca, questi giorni è scesa a 19 gradi. Teniamo tutte le finestre aperte e, cani dei vicini permettendo, dormo serenamente.
La mattina spalanco anche le porte così da far girare l’aria, entro le alle 10 chiudo tutto e dove batte il sole abbasso le serrande. Riapro tutto attorno alle 20-21. Dipende dal caldo. Con questi piccoli accorgimenti riesco a superare Caronte, Annibale e compagnia cantante. Però abbiamo in previsione di installare i pannelli fotovoltaici e i condizionatori. Dobbiamo fare un po’ di conti.

Foto da Pixabay

L’estate sta finendo. Praticamente è finita.

Spiaggia Is Arenas Biancas e Le Dune di Teulada

Mentre le attività di Settembre sono già avviate, faccio una riflessione sull’estate appena trascorsa.

E’ stata una bella estate. E’ iniziata con la settimana trascorsa a Barcellona, a cui ho dedicato tanti post, qui per leggerne di più. Questo bel viaggio mi ha permesso di staccare mentalmente dalla scuola e anche un po’ dalla cappa di tristezza della mia famiglia, qui per saperne di più. Quando sono tornata ero rigenerata e così ho preso i ritmi lenti dell’estate.

Visto che in casa non abbiamo i condizionatori, ho affrontato il gran caldo con metodi ecologici ed economici: ventilatore, ventaglio, finestre e tapparelle chiuse di giorno, spalancate tutta la notte, cibi freschi e gelati a gogo. Siamo sopravvissuti alla grande, come sempre. Ora c’è meno caldo, l’autunno metereologico è arrivato, che in Sardegna significa ancora estate.

Questa è stata l’estate della la riscoperta di due belle spiagge: Su Giudeu di Chia e Is Arenas Biancas e Le Dune di Teulada a cui ho dedicato questi post qui qui e qui. Queste spiagge mi hanno fatto letteralmente impazzire di gioia, ma soprattutto sento il cuore pieno di gratitudine per viver in questa Isola benedetta dalle bellezze naturali. Ho notato con piacere che le spiagge sono più pulite: ci sono più cestini per la raccolta differenziata dei rifiuti, in alcune spiagge visto che è vietato fumare sono stati adibiti degli angoli per i fumatori. Qualche cicca di sigaretta c’è ancora, io e altri le abbiamo raccolte e portate via. Erano come un pugno nell’occhio, disturbavano la vista.

Ho letto alcuni libri cartacei, alcuni nel kindle, ma la grande scoperta di quest’estate sono stati gli audiolibri. Caspita, quanto mi piace ascoltare i libri. Nel giro di poco tempo ne ho ascoltati parecchi. Ora sono impegnata nell’ascolto I leoni di Sicilia, La saga dei Florio. Comunque agli audiolibri dedicherò un post a parte in seguito.

E’ stata l’estate del diploma di mio nipote Jey, si è diplomato con il massimo dei voti e come premio ha studiato tutta l’estate per il test di ammissione di medicina, che era ieri. Gli sembra che sia andato bene. Ora potrà finalmente riposarsi un po’. Se qualcuno osa dire che i nostri giovani sono dei fannulloni, lo morsico in testa. La verità è che si devono fare il mazzo triplo di noi per avere meno della metà. Non è giusto.

Estata la prima estate senza mio padre. Non c’è stato giorno che non l’ho pensato, nominato o ridetto un suo modo di dire. Ho sostenuto mia madre anche se non sempre è stato facile e a volte avrei voluto piantarla lì e iniziare a correre fino allo stremo. Ma sono rimasta sempre a costo di litigare. E quando ci vuole ci vuole!

E’ stata l’estate in cui abbiamo iniziato a pensare a qualche cambiamento da fare nella conduzione del nostro menage familiare, ma per ora è solo un abbozzo.

Come detto tutto sommato è stata una bella estate e questo mi permette di affrontare l’inizio dell’anno scolastico in piena forma.

Diario di Viaggio a Barcellona: ultime 24 ore: pasta, Fideuà, rientro a casa e considerazioni finali

La mattinata del penultimo giorno, come ho scritto qui, è stata dedicata all’emozionante visita alla Sagrada Famiglia. Dopo la visita eravamo provati, disidratati e affamati. Miomarito dal giorno precedente era in crisi di astinenza da spaghetti, per cui ha cercato sul sito The Fork un ristorante dove gli cucinassero un piatto di spaghetti in grazia di Dio. E’ stato accontentato al Macchina Pasta Bar. Lì puoi scegliere il tipo di pasta e combinarlo con il condimento che vuoi. Mentre lui si spazzolava i suoi spaghetti al ragù, io ho mangiato dei ravioli agli spinaci conditi con del sugo ai funghi. Tutto veramente ottimo.

Macchina Pasta Bar Barcellona_ Spaghetti al ragù, Ravioli di spinaci con sugo ai funghi

L’ultima sera l’abbiamo trascorsa in giro a fare shopping. E giusto per non perdere il vizio di vedere monumenti e chiese siamo entrati nella Chiesa di Santa Maria del Pi. Abbiamo così ammirato dall’interno il gran rosone, che non è quello originale distrutto da un incendio, ma è comunque molto bello.

Barcellona: Bar Guell Tapas_ Fideuà morisca

Mentre facevamo gli ultimi giri, dando un’occhiata alla cartina, per controllare se potevamo visitare qualche altro monumento, mi sono resa conto che eravamo nei paraggi di Palazzo Guell, ma purtroppo quando siamo arrivati era già chiuso. Allora per consolarci abbiamo cenato presso Guell Tapas, dove finalmente ho preso un piatto di Fideuà, che è l’alternativa catalana alla paella. La ricetta è la stessa, ma il riso viene sostituito con spaghettini tipo i findellini. Io ho preso la versione morisca: con calamari e gamberi, che mi è piaciuta assai. Da provare a casa. Ho completato la cena con una bella crema catalana: potevo andare via senza mangiare questo dolce tipico? Appunto, non potevo.

Barcellona: Bar Guell Tapas_Crema catalana

La mattina successiva abbiamo chiuso i bagagli e, dopo aver fatto colazione al bar, abbiamo salutato Barcellona. Facendo il percorso inverso dell’andata, con il pullman siamo arrivati all’aeroporto di Girona, dove c’era il nostro aereo che ci ha riportati a Cagliari. Bentornati in Sardegna!

Ho dedicato a questo viaggio tanti post che mi hanno permesso di prolungare il viaggio e rivivere le sue emozioni. Devo dire che, anche se la meta del viaggio non è originale, i post hanno avuto un discreto successo. Grazie!

Come cinque anni fa voglio dedicare un po’ di righe alle riflessioni che si fanno al rientro di un viaggio.

Innanzitutto sono felice di aver avuto la possibilità di iniziare le vacanze con questo viaggio.

Sono felice di essere tornata a Barcellona e di aver completato quello che era rimasto in sospeso. Non sono andata a Monserrat, come avevo programmato, ma non ho nessun rimpianto, se Dio vorrà ci andrò, altrimenti pazienza. E’ andato tutto bene e questo non è scontato, nei viaggi ci sono sempre degli intoppi, questa volta non è successo alcunché degno di nota.

Ho notato che a Barcellona, secondo me, c’era meno gente rispetto alla volta scorsa, però il viaggio lo facemmo in alta stagione, fine luglio -inizi di agosto.

Cinque anni fa la città mi colpì per la pulizia, questa volta Barcellona mi è sembrata un po’ più sporca. Comunque niente a che vedere con le immagini della capitale italiana!

Abbiamo visto tanta povera gente che dorme nei portoni dei palazzi, addirittura organizzata con materassi e quant’altro. Non in periferia, ma in centro città! La volta scorsa invece vedemmo dei poliziotti che svegliavano i barboni, non era consentito dormire nelle panchine o all’aperto. Non so se la legge è cambiata, se sono diventati più permissivi o se è aumentata la povertà.

Abbiamo visto un gran numero di immigrati africani che aprivano i loro fagotti e improvvisavano un negozio con la merce taroccata. Queste scene le vedevo a Cagliari tanti anni fa nel Largo Carlo Felice, con le ho riviste a Barcellona. Ahimè!

Ho toccato con mano il problema della plastica usa e getta che finiva nell’indifferenziata: bottiglie, bicchieri, forchette, piatti e contenitori vari. Purtroppo, anche noi abbiamo contribuito ad aumentare la plastica! E non per cattiva volontà,  solamente qanon c’era altra possibilità. Sarei morta il primo giorno se avessi dovuto bere l’acqua delle fontanelle: era cloro allo stato puro. L’unica consolazione è stata che non abbiamo mai lasciato un rifiuto in giro e abbiamo sempre cercato i contenitori per differenziare. Una piccola goccia nel mare di plastica. I governanti devono trovare una soluzione, o più soluzioni, al più presto.

Questo è l’ultimo post dedicato al mio Diario di Barcellona.

Ringrazio coloro che mi hanno seguito fin qui.

Di questo viaggio ne ho parlato 

 qui_1 Pensieri di luglio

 qui_2, Diario di Viaggio Barcellona: L’organizzazione

qui_3 Diario di Viaggio Barcellona: primo e secondo giorno. Il viaggio, L’Aquarium e l’insalata a Placa Catalunya

qui_4 Diario di Viaggio Barcellona: terzo e quarto giorno. Il Castello del Montjuic, Mirò, La Messa alla Sagrada Familia e la scorpacciata di Pesce.

qui_5 Diario di Viaggio Barcellona: quinto e sesto giorno. La Pedrera, Casa Vincens, MACBA, Picasso, la Cattedrale e la Paella.

qui_6 Diario di viaggio Barcellona: settimo giorno. L’indimenticabile visita alla Sagrada Familia