Hola! Siamo rientrati in Terra Sarda dopo sei giorni di avventure a Barcellona. Stranamente né io, né Mylove abbiamo segni di depressione post viaggio. Forse perché appiamo che ci saranno altri viaggi, altre mete. Anche tornare in Catalogna non ci dispiacerebbe proprio per nulla. No, no. Questo viaggio ci ha ricaricato le batterie. Non oltrepassavamo il mare da tanti anni, io sei, lui sette. Troppi, troppissimi. Nelle prime ore eravamo spaesati, con la cartina in mano non capivamo se eravamo a nord o a sud della città. Poi ci abbiamo fatto l’occhio e la città non ha avuto più segreti. Ci siamo sentiti a casa. Eravamo a casa.

Non tutti sanno che se uno deve far ricerche sulla storia della Sardegna, dal 1300 fino al 1800, deve spulciare gli archivi di Barcellona. La lingua sarda poi è un miscuglio di spagnolo e catalano. Se dici ad un barcellonese che sei italiano gli si illuminano gli occhi, se dici che sei sardo per poco non ti abbracciano, se sei di Alghero ti considerano un fratello. Insomma, Parestus nascius e pesaus in gunis. Ci sembrava di essere nati e cresciuti lì. Abbiamo camminato tanto, visto delle belle cose e osservato come va la vita in una grande città. Pensate che la sola Barcellona ha più abitanti di tutta la Sardegna! Questo per noi fa la differenza. Tanta differenza.

Non vi dico l’emozione provata durante la visita alla Sagrada Familia. Ho dovuto tirar fuori i fazzoletti. La Sagrada è il Vangelo scolpito nella pietra. Ogni elemento ci riporta a Cristo, alla sua vita, agli apostoli, alla creazione intera. Gaudì con la sua creatività ha realizzato una piccola parte dei suoi progetti folli. Altri, folli quanto lui, stanno portando avanti quest’opera meravigliosa. Praticamente ho iniziato a piangere sin dalle prime parole della guida. Soprattutto quando ha detto che l’Architetto di Dio ha dedicato a questa chiesa gli ultimi 15 anni della sua vita. Praticamente viveva lì, si spostava solo per partecipare alla messa presso chiesa di San Filippo Neri. Proprio mentre attraversava la strada venne investito. I suoi progetti incredibili, quasi da pazzo sono realizzati e portati avanti con le donazioni e i contributi volontari dei benefattori e dei visitatori che pagano il biglietto. Anche noi abbiamo contribuito! Che bello!

Ho avuto la soddisfazione di partecipare alla messa domenicale nella cripta, che pure questo è un luogo bellissimo e ricco di storia. Mi sento grata per aver avuto l’opportunità di pregare in quel tempio, dedicato alla Sacra Famiglia, per tutte le famiglie che conosco, comprese le vostre care amiche e amici blogger. Ci ho infilato tutte, credenti o non credenti. Mi sono sentita in pace con tutti e felice.

Usciti, dal momento che era già l’ora di pranzo abbiamo scelto di mangiare lì, in Avenguda Gaudì. Non è da tutti mangiare seduta a trecento metri dalla Sagrada, e non ci hanno neppure strappato l’anima con il conto. Vi dirò. Una 0,40 di birra alla spina l’abbiamo pagata 2,85€. Mentre mangiavamo ho ricevuto due chiamate da due colleghe. Alla prima non ho risposto, alla seconda, terrorizzata che fosse successo qualcosa di brutto, ho risposto con voce tremante. Invece. Invece Alleluja Alleluja Alleluja: è stato trasferito il preside. Ne arriverà uno più giovane di me, che, ciliegina sulla torta, è stato insegnante elementare. I presupposti sembrano ottimi. Poi vedremo. Ora vi lascio, con una serie di foto dedicate a Gaudì. Altri post e considerazioni varie nei prossimi giorni.



Barcellona è meravigliosa!
Eia!
che bel post Speranza!!! Aspettavo il tuo rientro per immergermi in Barcellona, che non conosco, in Spaga ho visitato l’Andalucia e Majorca. Attendo il resto e ti ringrazio per le preghiere
Ah, l’Andalusia. Pure io ci sono stata. Bella e particolare.