25 aprile 2024_ Anniversario della Liberazione d’Italia

Osservo attentamente le foto dei giorni della Liberazione. Sono tutti felici.
È una felicità che mi arriva dritta al cuore.
Le foto sono in bianco e nero, sgranate, ma non mentono, sono potenti.

Quei visi di donne, bambini, uomini, partigiani, comunisti, sacerdoti, cattolici, sono i visi di chi ce l’ha fatta, è vivo e pronto a ripartire dalle macerie.

Quei visi trasmettono la gioia della Libertà conquistata a caro prezzo.
Libertà mai definitiva, da custodire e difendere ogni giorno.
Viva la Libertà!

1 Maggio Festa del Lavoro

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Ieri mattina appena arrivata al centro comunale, dove si è svolta una grandiosa manifestazione sportiva, due alunne mi hanno accolto con un piccolo sacchetto di carta da cui sbucava un loro artefatto eseguito con cannucce, cartoncino, fili di lana. E’ una figura umana femminile sulla cui maglia c’è scritto Maestra: sono io! Nella busta c’è scritto: Per maestra Speranza – Per la Festa del Lavoro. Nel sacchetto c’era anche un cioccolato!

Questi gesti spontanei e così generosi mi fanno sempre commuovere. Non mi abituo mai, neanche dopo più di trent’anni d’insegnamento. A parte il fatto che le alunne in questione sono davvero carinissime! Il loro gesto mi ha fatto pensare al significato del lavoro, non all’insegnamento in senso stretto, ma proprio all’incidenza che ha avuto il lavoro nella mia vita.

Ho avuto la fortuna di iniziare a insegnare all’età di 22 anni, ma già a 20 avevo avuto un’esperienza lavorativa di tre mesi come dattilografa, nel mio comune di residenza. Era un lavoro vero, con tanto di stipendio, ferie, tredicesima. Non uno stage. Un lavoro vero a vent’anni, subito dopo il diploma! E poi un lavoro vero a 22 anni!

Sono tappe della mia vita, è una cosa normale per me, fa parte della mia storia personale. Ma ieri sera, mentre guardavo il manufatto delle mie alunne, ho pensato a come sarebbe potuta essere diversa la mia vita se non avessi lavorato sin da giovane. Come sarei io oggi, se avessi dovuto sbattermi da una parte all’altra o avessi dovuto cedere ai ricatti dei datori di lavoro? O se avessi dovuto fare turni allucinanti? Sarei come sono oggi? Non credo, sarei certamente diversa, non so dire come, ma certamente la mia personalità e il carattere non sarebbero quelli che ho oggi

Oggi 1 maggio ringrazio chi mi ha aiutato a fare le scelte che ho fatto. Ringrazio chi mi disse: lavora sempre, anche se dovessi sposare un miliardario, non dipendere economicamente mai da nessuno. Lavorare e guadagnare il giusto vuol dire libertà.

Oggi benedico il mio lavoro e quello di tutti i lavoratori. Il desiderio è che le mie alunne e miei alunni abbiano la possibilità di lavorare, essere felici e realizzati nelle loro professioni. Il sogno è che tutti possano lavorare e realizzare tramite il lavoro i propri sogni.

Buon 1 maggio!