Anche questa volta ho scampato il covid

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Da quando è comparso sulla faccia della terra ho avuto tanta paura del Covid. Ho capito ben presto che era una grandissima rogna planetaria. Ancora non si parlava di lockdown, il mio medico indossava già la mascherina e rispediva a casa gli anziani che andavano in ambulatorio. Sarebbe passato lui. Il mio medico è uno che si sposta solo per urgenze veramente urgenti.

Incuriosita, molto delicatamente avevo chiesto lumi. Mi aveva riferito che in un chat di medici giravano le radiografie di polmoni malati di covid che erano pieni di buchi enormi. Cose mai viste. Uno in quelle condizioni non avrebbe mai respirato da solo e un anziano o un malato di altre malattie difficilmente si sarebbe salvato. Ero rimasta impietrita, da allora non ho mai preso sottogamba il covid.
E a quelli che mi dicono che è solo come un’influenza gli rispondo: perché l’influenza è una passeggiata? Io, se è possibile eviterei anche un raffreddore. Figuriamoci una malattia così grave!

Poi è vero che ognuno lo prende come viene, chi in forma grave, chi manco se ne accorge.
Col senno di poi, dopo aver studiato miliardi di dati ne sapremo di più e capiremo meglio cosa è stato veramente efficace e cosa no. Col Covid sono sempre stata prudente, per me stessa e per gli altri. Saranno i miei trenta e passa anni di insegnamento a farmi sentire responsabile delle comunità in cui vivo.

Lo scorso anno tra gennaio e febbraio quasi tutti i miei alunni presero il Covid. Nessun contagio avvenne a scuola. Tutti lo presero fuori dalla scuola. Nessuna delle insegnanti della nostra classe si ammalò. Nelle altre classi ci fu una stage di alunni e insegnanti. Avevano allentato le misure anti Covid e la mascherina non era indossata correttamente. Raramente uscivano fuori in cortile. Noi abbastanza spesso, anche per fare arieggiare l’aula. Non ci facevamo abbracciare e i bambini erano a debita distanza. Una sofferenza. Ci stavamo perdendo gli anni coccolosi della scuola primaria. Pazienza, preferivo evitare l’incontro ravvicinato con il covid.
Anche nelle nostre famiglie abbiamo sempre seguito le regole anticovid, ancora oggi i nostri baci e abbracci sono alquanto sporadici. Pochi famigliari se lo sono presi e mai nessuno ha mai contagiato me e mio marito.
Qualche amica mi guarda storto e mi prende in giro. Scherzando rispondo che voglio battere il record mondiale di chi non lo ha ha mai preso. Ancora oggi quando vado a messa metto la mascherina e prima di prendere la comunione osservo se il sacerdote si è igienizzato bene le mani. Se mi distraggo e non vedo che fa o vedo che ha sbagliato procedura il giorno non faccio la comunione. Mi dispiace, ma preferisco fare così.
Sto attenta, ma senza rinchiudermi casa. Durante questi anni di covid appena è stato possibile siamo usciti, andati al ristorante, fatto le vacanze e una volta abbiamo preso l’aereo. Occasioni perché lo beccassi ne ho avute, ma fino ad ora l’ho scampata.
Un mese fa sono rientrata a scuola dopo l’operazione al menisco. Non ero al 100% ma mi sentivo di farcela. Con le dovute precauzioni potevo condurre le lezioni, avevo chiesto di essere esentata dalle riunioni per poter fare la fisioterapia di pomeriggio. La settimana era filata liscia, con qualche arrabbiatura verso i genitori che chiedevano cose assurde. Il fine settimana era stato abbastanza tranquillo, ma la domenica mattina mi sentivo strana. La situazione nonostante una Tachipirina non era migliorata, anzi c’era un’alterazione della febbre. Mi sentivo tutta pestata e avevo una tosse incredibile. Ho pensato subito al Covid. E cosa vuoi pensare, di questi tempi? L’indomani non riuscivo neanche a tenere gli occhi aperti. Non era pensabile di potercela fare, neanche di recuperare in pochi giorni. Fatto il tampone in farmacia era risultato negativo, ma il medico, come pensavo mi ha fatto rimanere a casa per tutta la settimana. Era l’influenza. Erano almeno cinque anni che non la prendevo. Comunque, l’altro lunedì finalmente torno a scuola e con me rientra una bambina i cui genitori avevano avuto il Covid. Dopo pranzo la bimba si sente male e torna a casa. Era Covid. Per merito di questi genitori che hanno mandato la bambina a scuola senza mascherina ci siamo fatti tutti, alunni e maestre, 10 giorni di auto sorveglianza, cioè siamo stati a scuola cn la mascherina ffp2, nonostante i mugugni di alcune mamme. Però nessuno se l’è beccato. Anche questa volta me la sono scampata. Ero alquanto preoccupata perché tutta la mattina ero stata vicina alla bambina, ma tra vedere e non vedere frugando nella borsa avevo trovato una mascherina che ho subito indossato. La mia corsa verso il record mondiale può continuare. 😂

La legge dell’attrazione è un boomerang

A casa mia è proibito dire che gli elettrodomestici stanno durando molto. Per esperienza so che quelli ci sentono e per dispetto si schiantano. Boomerang o legge dell’attrazione? Il risultato non cambia. Sono solo grandi scocciatture.

Così anche per le malattie. Non si dice: è da molto che non mi viene il raffreddore. L’indomani è sicuro al 100% che avrò consumato innumerevoli pacchetti di fazzoletti.

Però a volte mi dimentico e ci casco. Nel post precedente vi ho raccontato che al rappresentante di classe ho minacciato di mettermi in malattia. Ebbene: sono a casa malata. Febbre, tosse e dolori vari alle ossa. Ho fatto il tampone, non è Covid. Anche se la farmacista mi ha detto che era troppo presto. Fatto sta che starò a casa per tutta la settimana.

Ora lo posso dire, tanto ormai sono malata, erano circa 4 anni che non avevo questi sintomi. Per tutto questo periodo non ho avuto né Covid né influenza o raffreddori. Questa settimana avrei dovuto fare il vaccino per l’influenza, invece dovrò rimandare a quando starò meglio. Spero presto.

Devo ricordarmi che non si minaccia di mettersi in malattia. Perché poi succede veramente. È la legge del boomerang. 🤧

Covid 19: si salvi chi può!

Ad un anno esatto dall’inizio della campagna vaccinale covid 19, il 27 dicembre ho fatto la terza dose del vaccino, Pzifer. Non ho avuto nessun sintomo degno di nota: solo un lieve dolore al braccio, una leggera spossatezza e brividi di freddo, subito scacciati con un antinfiammatorio da banco.
La prima dose, Astrazeneca, la feci alla fine di marzo, il giorno prima delle vacanze di Pasqua. Mi addormentai tranquilla e nel cuore della notte mi svegliai a causa del freddo e dei brividi. Presi del paracetamolo e restai a letto tutto il giorno. Dormii tantissimo.
Dopo tre mesi, a giugno feci la seconda dose, Pzifer. Astrazeneca per le donne della mia età non era considerato più adatto. Avrei voluto fare sin da subito Pzifer o Moderna, ma non in quel periodo non si aveva modo di scegliere, o quello o niente. Feci Astrazeneca senza battere ciglio, anche se le percentuali di protezione erano molto più basse rispetto agli altri due vaccini. Ma meglio quella che niente.

Ho aderito da subito, con convinzione alla campagna vaccinale, anche se confesso per la prima dose avevo un po’ di preoccupazione. Due giorni dopo il mio vaccino, vennero bloccate le somministrazioni di Astrazeneca. Però ricordo che non vedevo l’ora di fare il vaccino per essere più tranquilla: se anche fossi stata contagiata non sarebbe stato fatale.
I numeri parlano chiaro: chi si vaccina ha meno possibilità di contrarre il covid e nel caso succedesse si ha più probabilità di passarlo come un’influenza o addirittura potremmo neanche accorgercene.
Nella mia famiglia siamo quasi tutti vaccinati. Tutti, tranne la famiglia di mia cognata, sorella di Marito. Tutta la famiglia di mio cognato è novax.
Lui cerca di convincere gli altri a non vaccinarsi. Mia suocera non ne può più, e comunque alla fine si è vaccinata di nascosto dalla figlia e dal genero. Ha fatto pure la terza dose. Il loro figlio maggiorenne, che vive dalla nonna, pure lui si è vaccinato di nascosto. Lo ha accompagnato sempre mio marito. Siamo complici di questo misfatto.

Mio cognato dopo tre mesi dalla seconda dose, non sa ancora niente, è convinto che il figlio prenda i mezzi per andare a scuola fregando i controllori. Mia suocera alla fine da detto alla figlia che si erano vaccinati lei e il figlio. Mia cognata non ha detto nulla solo l’ha pregata di non dire niente al marito.
Mia suocera quando pensa alla famiglia di sua figlia piange, è preoccupatissima, perché anche il secondo figlio non è vaccinato. Ma il ragazzino essendo giovane se la potrebbe cavare senza conseguenze, così anche la mamma. Ma mio cognato nel caso contraesse il virus è il candidato ideale per lasciarci le penne: è grasso, asmatico, diabetico e ha un’ernia enorme. Il suo quadro clinico è già grave così, purtroppo si sa cosa potrebbe succedere se dovesse contrarre il covid.
I novax e i non vaccinati non sono tutti uguali, le loro convinzioni sono diverse. La famiglia di mia cognata è integralista cattolica: la comunione non si prende tra le mani, ma solo per bocca. Quando non c’era il gel, i sacerdoti usavano le pinze per distribuire la comunione: sacrilegio! il corpo di Cristo non può contaminare, è sacro e protegge dal covid. Talmente benedetto e immune dal virus che non ricordo il numero dei sacerdoti morti durante la prima ondata!
I miei cognati non si vaccinano perché i vaccini sono fatti con i feti degli aborti e il papa è l’anticristo perché ha dato l’ok ai vaccini per il covid.
Non ho molte parole per esprimere il mio sgomento da cattolica praticante di fronte a tali convinzioni. Fortunatamente non abbiamo modo di vederci spesso, diciamo che dall’inizio della pandemia li ho visti cinque volte e non appena mio cognato, che il più agguerrito, accenna ad intavolare il discorso ce ne andiamo.
Non voglio discutere con lui, perderei solo tempo ed energie. Mia suocera, poverina, non può evitare di sorbirsi i suoi vaneggiamenti e lei si sfoga con noi. Povera.

Anche delle mie amiche e delle colleghe sono novax, ma non ho mai discusso con loro. Non ho mai provato a convincerle perché sono irremovibili e anche loro non hanno mai provato a convincermi. Anche io sono irremovibile. Ma ci vogliamo bene a prescindere, però non le frequento più tanto spesso.
Anche se non capisco come possano scegliere di farsi infilare un tampone ogni due-tre giorni e fare le file chilometriche di questi giorni, invece che optare una soluzione rapida ed economica. Solo al pensiero di fare un tampone mi viene la pelle d’oca, figuriamoci farlo per mesi e mesi! E la spesa che questa scelta comporta? Io preferisco spendere i miei soldi in altro modi più piacevoli.

Comunque incrocio le dita per loro e auguro loro tutto il bene del mondo. Così come lo auguro a tutti. Siamo tutti provati da questa pandemia, non ne possiamo più. Non c’è niente di sicuro, nessuno ha la soluzione vincente, neanche i vaccini attuali danno il colpo definitivo a questo maledetto virus. Nessuno stato è indenne da fare errori e prove. A volte pensiamo che qualcuno ha trovato la soluzione vincente e dopo pochi giorni si trovano con un numero enorme di contagiati.
Non ne posso più. Vorrei svegliarmi e scoprire che il covid non c’è più. Invece penso che questo maledetto ci farà ancora compagnia per molto tempo e troverà il modo di trasformarsi e difondersi.

Le soluzioni sono sempre quelle della prima ora: mascherine, distanziamento e igiene delle mani, poi vaccini e tamponi.
Si salvi chi può

P.S. Siccome è un argomento molto caldo, metto la moderazione ai commenti, che saranno pubblicati previa accettazione.