25 Aprile Festa della Liberazione

A scuola non tralascio mai di parlare delle feste. I bambini non sanno perché si fa vacanza, gioiscono nel non andare a scuola. Pochi sanno le motivazioni. Far capire loro il senso delle cose è dura, ma non mi arrendo mai. Qualcosa rimarrà nelle loro teste.

Hanno capito che la libertà è preziosa e non scontata. Hanno capito che molti giovani sono morti per avere le libertà che abbiamo noi. Che alcuni sono stati arrestati, torturati per fargli cambiare idea. Hanno capito il significato delle parole nazismo, fascismo, partigiano, staffetta, torture.

Hanno capito che il 25 Aprile è una festa diversa da tutte. Una festa dove non si festeggia, ma si commemora, che è molto di più che ricordare.

Cari e care combattenti per la libertà, anche quest’anno abbiamo onorato il vostro sacrificio.
E questo sempre accadrà.



Femminicidi e autodifesa

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Mi convinco ogni giorno che passa che noi donne, più deboli fisicamente degli uomini, possiamo essere sempre in balia di un uomo. Dobbiamo investire tempo e denaro in tecniche di autodifesa per essere più sicure nelle discussioni con mariti, compagni, imbianchini , parcheggiatori, corteggiatori, per avere maggiore sicurezza quando rientriamo a casa la sera.

Il cambiamento culturale è necessario. L’educazione al rispetto è essenziale, ma ora sarebbe utile far capire a qualcuno che, quando è necessario, qualche colpo ben dato lo sappiamo rifilare pure noi.

Sono sicura che molte donne sarebbero ancora vive se avessero potuto difendersi adeguatamente.

Io e le mie “Tre parole dell’anno”

spring, primavera
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Ogni tanto penso alle mie tre parole dell’anno che, come ho scritto nel post precedente, per trovarle impiegato un po’ di tempo.
Camminare è la parola che sto portando avanti con vero impegno. Indosso le mie scarpette quasi tutti i giorni oppure esco a piedi anche per fare le commissioni più leggere e andare da mia mamma. Ormai nè marito nè mia mamma si meravigliano più se utilizzo meno l’auto. Mia mamma si dispiace solo perché non può darmi il “catering” che a sorpresa ha preparato per noi.
Una volta è il brodo, un’altra è la polenta, o le frittelle. Niente di drammatico, torno subito volentieri da lei in auto o al rientro da scuola. Infatti a scuola vado sempre in auto, visto che sono sempre in affanno per rispettare l’orario. Non sono mai in ritardo, spacco il minuto. Da quando tre anni fa hanno anticipato l’orario d’entrata di un quarto d’ora, non riesco a abituarmici. Sarà che ritengo quest’anticipo una schifezza vera e propria, il mio inconscio lo rifiuta. Anzi lo rifiuto consciamente. Spaccare il minuto è una forma di protesta.

Per quanto riguarda gli amici, per via del distanziamento anti Covid non stiamo frequentando nessuno, ma settimanalmente faccio un giro di telefonate ad amici o colleghe che per un motivo o un altro sono in congedo. Potrei fare di più? Non so. È che stare da soli si sta bene, anche se dopo tanto tempo ho bisogno di stare in compagnia. La bella stagione ormai è giunta in Sardegna e i vaccini ci aiuteranno a ritrovare la socialità perduta.

La parola letizia è quella che è più difficile da gestire e da realizzare. Sento che mi impegna maggiormente. Per letizia s’intende il benessere che comprende allegrezza, beatitudine, contentezza, felicità, gaiezza.
Certe settimane è stato veramente impossibile provare questo sentimento, anche solo per un giorno, per un’ora, impegnata com’ero con le incombenze scolastiche, non avevo il tempo neanche di respirare. Il Ministero della pubblica istruzione, non pago del fatto che i docenti erano impegnati a gestire la pandemia, ha pensato bene di introdurre sia l’educazione civica in ogni ordine e grado sia la nuova valutazione nella scuola primaria. Quando dico introdurre vuol dire che tutto è ancora sperimentale e che è tutto era fare: individuare obbiettivi, scriverli, condividerli, e renderli pubblici. Questo ha voluto dire: ore e ore di corsi di webinar, corsi di aggiornamento, riunioni tra docenti, che si incontrano per plesso, per ordine, per classi parallele, per disciplina, per classe.
Riunioni che si fanno in via telematica, dopo cinque sei ore di lezione. Riunioni che puntualmente finisco con la telecamera e microfoni spenti, Partecipo ascoltando, distesa sul divano perché la cervicale dopo un’ora si fa sentire, e ho imparato che è meglio preservarsi piuttosto che arrivare all’ultimo punto e non potermi più alzare per via della nausea.

Sono stata assente dal blog, ma ho continuato a seguire i miei blog e ne ho scoperti altri che ho iniziato a seguire con vero piacere.

Grazie a tutti quelli che hanno continuato a leggere e commentare. A
A presto.