La fine e l’inizio. Una poesia sulla guerra di Wislawa Szymorska

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Dopo il post precedente ci sta bene una bella poesia della grande poetessa polacca Wislawa Szymborska

La fine e l’inizio

Dopo ogni guerra
c'è chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.

C'è chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.

C'è chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.

C'è chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'è chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.

Non e' fotogenico
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.

Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.

C'è chi con la scopa in mano
ricorda ancora com'era.
C'è chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto
gli gireranno intorno altri
che ne saranno annoiati.

C'è chi talvolta
dissotterrerà da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.

Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.

Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'è chi deve starsene disteso
con la spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.

Storia di una lettrice seriale di libri

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La biblioteca scolastica della scuola elementare

Da quando ho imparato a leggere sono stata una una divoratrice di libri. Ricordo che in terza elementare la maestra creò, con i libri della scuola, la biblioteca di classe. I libri erano alquanto vecchi e già rovinati. Il primo giorno portai a casa un libro grosso così “Yogi, Cindy e Bubu”. Lo lessi in una sera, l’indomani lo riportai a scuola. Nessuno credeva che lo avessi letto tutto, neanche la maestra.  Mi fece domande sul libro a cui io risposi tranquillamente. Mi diede un altro libro, iniziai così la mia carriera di lettrice seriale.

I libri letti quando ero alla scuola media

Quando ero in prima o seconda media, non ricordo bene di preciso, aprì la biblioteca del mio paese: una stanza umida con vecchi scaffali e pochi libri per adulti, anch’essi molto vecchi. Fui una delle prime iscritte della biblioteca, se non erro la mia tessera era la n.13. In quel periodo ho letto le biografie di Malcom X, Martin Luther King, e i libri di Jack London, tra cui Martin Eden e altri libri del genere. Roba molto leggera per una dodicenne!, ma quelli c’erano e quelli leggevo.

I libri del periodo della scuola superiore

In seguito per un periodo ho letto gli Harmony, uno al giorno, poi basta: erano tutti uguali. Passata questa sbornia, ho letto i libri di Oriana Fallaci. Non dite niente, lo so, un abisso tra un genere e l’altro.  Mi piaceva tanto la Fallaci, mi piaceva come scriveva, adoravo il suo coraggio e ammiravo la sua determinazione. Credo di aver letto tutta la sua produzione, tranne i libri pubblicati postumi, che sicuramente leggerò quando mi capiteranno in mano. 

Dalla biblioteca comunale alla libreria

Appena ho iniziato a insegnare non ho più frequentato la biblioteca del paese, anche se ormai era diventata un centro culturale importante, aveva cambiato dislocazione e il comune non lesinava negli acquisti di nuovi libri. Chi si ricordava più i locali angusti e umidi degli anni precedenti?

Ma io guadagnavo, potevo spendere e potevo acquistare i libri: ero felice di non dovermi separarmi dai libri che leggevo. Volevo tenerli a casa, sottolinearli, rileggerli nel caso ne avessi avuto voglia.

La mia biblioteca personale

I miei nipoti quando erano piccoli, ma anche ora che sono maggiorenni, adoravano andare a casa di mia mamma anche per la mia biblioteca: la biblioteca di zia Speranza è pazzesca. Zia è milionaria perché ha un milione di libri. Essendo insegnante della scuola primaria compravo molti libri per bambini. Alcuni non sono mai arrivati in classe, visto che loro se ne appropriavano prima.

Una volta sposata la mia biblioteca si è trasferita con me solo in parte. Mia madre ha voluto tenere con sé la maggior parte dei libri: romanzi e saggi, ma anche i libri delle delle superiori e dei concorsi, quelli datati dei miei primi anni d’insegnamento e pure guide scolastiche. Così faccio un favore a me, che non riempio la casa di libri di cui non ho bisogno, e faccio un favore a lei, che li legge, li sfoglia e prende appunti.

La gioia di entrare in una libreria

Non ho mai avuto libri da leggere in arretrato. Molte persone hanno torri di libri da leggere sul comodino, addirittura librerie scaffali interi di libri da leggere. Se io avessi tanti libri da leggere mi verrebbe l’ansia. Io compro al massimo tre libri e li leggo. Quando li finisco ne compro altri. Ho sempre fatto così.

Non so come abbia fatto poi ad essere proprietaria di tanti libri con questo metodo, visto che nel mio paese non è mai esistita una libreria decente. C’era però Eurolibri, compravi 3 libri a un prezzo stracciato e divenuto abbonato ti mandavano un libro al mese ad un prezzo di favore. L’ultimo libro che ho comprato così è stato, forse dieci anni fa, la raccolta di poesie di Wisława Szymborska La gioia di scrivere.

Tuttavia molti libri li ho comprati nelle librerie di Cagliari, a volte andavo apposta in città. Che gioia entrare nelle librerie e sentire l’odore della carta dei libri nuovi. Vagare tra i libri, sfogliarli e annusarli!

Il racconto continua nel post Storia di una lettrice seriale di libri 2.

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