Dell’integrazione, delle religioni e del discorso di Asi Sisi

Doppio post oggi. Non riesco a staccare i pensieri dai fatti di Parigi: le stragi e la Marche Republicaine. Sarà perché ho tanti alunni musulmani. Avevo scritto un post sul Natale nella nostra scuola. Ne sono orgogliosa. In questi giorni, che io sappia, non si sono verificati casi d’insulti o litigi per queste questioni. C’è una buona integrazione, c’è un ottimo lavoro nostro e delle famiglie.

Sono una persona religiosa, cattolica praticante, che s’interroga sulla propria religione  e sulle altre religioni .Sono sicura che ai musulmani dispiaccia che questi assassini uccidano gridando il nome di Allah. Sono doverosi i distinguo: musulmano non vuol dire terrorista. Ma a me non farebbe piacere che dei terroristi uccidessero in tutto il mondo gridando il nome di Gesù Cristo! Orrore!

Però ho bisogno di ascoltare gli imam di tutto il mondo condannare con fermezza l’abuso della loro religione. Lo chiede anche Papa Francesco.  E’ una cosa che principalmente devono fare loro, i musulmani. Non possiamo costringerli con la forza o con le bombe. Le guerre in Iraq e Afganistan sono state un fallimento dell’Occidente, altrimenti non saremmo a questo punto. Nel mondo musulmano è necessario un lavoro di riflessione sincera e revisione. Credono lo sappiano pure loro. Non si può continuare così. Ma questo devono farlo loro, non noi. Possiamo solo incoraggiarli e stimolarli. Di più no. Non dobbiamo metterci le mani, lo faremmo solo con i nostri strumenti e  con la nostra visione del mondo.

Qualcosa si sta smuovendo. Ho trovato quest’articolo incredibile.  Sul Wall Street Journal è stato pubblicato un estratto del discorso che il presidente egiziano Al Sisi ha tenuto il 28 dicembre 2014  all’università Al-Azhar del Cairo, in presenza anche delle massime autorità religiose.

Mi rivolgo agli studiosi della religione e alle autorità religiose. Dobbiamo rivolgere uno sguardo attento e lucido alla situazione attuale. E’ inconcepibile che l’ideologia che noi santifichiamo faccia della nostra intera nazione una fonte di preoccupazione, pericolo, morte e distruzione nel mondo intero. Non mi riferisco alla “religione” bensì alla “ideologia” – il corpo di idee e di testi che abbiamo santificato nel corso di secoli, al punto che rimetterli in discussione diventa difficile. Abbiamo raggiunto il punto in cui questa ideologia è ostile al mondo intero. E’ concepibile che 1,6 miliardi di musulmani uccidano il resto della popolazione mondiale, per vivere da soli? E’ inconcepibile. Io dico queste cose qui ad Al-Azhar davanti ad autorità religiose e studiosi. Che Allah possa testimoniare nel Giorno del Giudizio della sincerità delle vostre intenzioni, riguardo a quello che vi dico oggi. Non potete vedere le cose con chiarezza quando siete imprigionati in questa ideologia. Dovete uscirne e guardare le cose da fuori, per avvicinarvi a una visione illuminata. Dovete opporvi a questa ideologia con determinazione. Abbiamo bisogno di rivoluzionare la nostra religione… Onorevole Imam (Gran Sceicco di Al-Azhar, ndr), voi siete responsabile davanti ad Allah. Il mondo intero aspetta le vostre parole, perché la nazione islamica è lacerata, distrutta, avviata alla rovina. Noi stessi la stiamo conducendo alla rovina”.

In autunno c’è la primavera

Eccomi qui. Mezzo viva. Con le poche forze rimastemi oggi scrivo quattro righe per dirmi che respiro e reagisco! Ancora giorni intensi e stancanti. Caldo a gogò. Sono le 20,30 e giro ancora con le infradito, bermuda e T-shirt. Lo scrivo per dovere di cronaca e perché sia registrato negli annali. Giusto perché quando qualche anno rileggerò questo post, e magari fuori ci sarà un metro di neve, potrò documentare che a metà ottobre del 2014 sembrava agosto.

La settimana è iniziata con un incontro ravvicinato con Miogine per un interventino di manutenzione. Un polipo esterno o come cavolo si chiama, non ho interpretato il geroglifico del referto, che mi faceva soffrire e mi rovinava il dopofestival,  è stato eliminato e  letteralmente “bruciato”. Ho passato due giorni un po’ così. Ringrazio per il fatto che non ho morso nessuno e tutti quelli che mi sono stati vicini siano incolumi. Le orecchie degli alunni però sono state messe alla prova. Che hanno superato alla grande. Oggi va meglio, ma ovviamente non sono ancora al cento per cento.

Sto sempre seguendo con attenzione il Sinodo dei vescovi, quei vecchietti lì sembra che non abbiano peli sulla lingua. Speriamo tirino fuori un bel documento che dia un po’ di luce e calore a tante persone.

Anche il Papa non ha peli sulla lingua e ieri, come faccio tutti i giorni, o quasi, ho letto il resoconto della bellissima omelia della messa mattutina del 13 ottobre  a Santa Marta. Ho finito l’articolo con le lacrime agli occhi.Quanto tempo abbiamo aspettato per avere un pastore che parlasse come fa lui? Ogni parola che dice sembra che la dica a ciascuno di noi. Ci fa intravvedere un Dio che non è ingabbiato da leggi, norme e tradizioni. Un Dio incredibile che ama tutti e vuole che tutti siano felici. Un Dio che sa che l’uomo è piccolo, ma lo chiama comunque a condividere la sua casa. Nonostante i fallimenti, i peccati più terribili. Un Dio così non fa paura, ma ci fa accettare i nostri limiti senza considerarci dei falliti. Che bello!

In autunno c’è la primavera della Chiesa!

Solo la pace è santa

Ieri mattina attorno alle 8 stiravo e distrattamente guardavo Agorà su Rai3. Parlavano della terribile esecuzione del giornalista Jim Foley. Senza accorgermi mi sono trovata col ferro da stiro a mezz’aria a fissare la tv: c’era in onda il video. E pensavo Dio mio, ma  ci fanno vedere tutto? Non lo voglio vedere. Sempre con il ferro da stiro in mano, ero paralizzata dal terrore. Immobile. Le immagini si sono state bloccate quando il povero Jim era ancora vivo, pochi secondi, ma ancora vivo. E’ stato orribile. Ma perché trasmettere a quell’ora quel video? Perché non avere rispetto dei più piccoli, dei più deboli, di me?

Quelle immagini mi hanno rincorso tutto il giorno nei media e in tv, e non ho più avuto il coraggio di vederle, le ricordavo molto bene. Però mi hanno fatto riflettere su questa “terza guerra mondiale spezzettata” come ha detto il Papa. Troppi fronti si sono aperti in pochi mesi. Troppi morti si contano anche nei Paesi confinanti all’Europa: Ucraina, Palestina-Israele, Siria, Iraq, Libia. Troppa gente vuole prevalere sugli altri con la forza e la brutalità. Per i propri interessi tirano fuori lo scontro di civiltà e la religione. Ma questi sono senza Dio, perché se lo ascoltassero veramente non ci sarebbe nessuna guerra, tanto meno chiamata santa. Solo la pace è santa. 

Solo quando i popoli vivono senza il desiderio di prevalere l’uno sull’altro possono dirsi in pace. I governanti delle nazioni devono pensare ai bisogni dei loro popoli, alla loro salute, alla loro istruzione, non a comprare armi.  A questo pensarono quei governanti illuminati alla fine della II guerra mondiale. Mai più guerra in Europa, mai più armi contro i popoli vicini. Quante però guerre si sono fatte per arrivare a capire questo? Pensiamo solo alla Guerra dei Cent’anni, di morti Inglesi e Francesi. Ora invece ci ritroviamo sotto un’unica bandiera, che non è solo un drappo blu a stelle gialle. E’ prima di tutto un vincolo di pace e fratellanza, talmente proficuo che ogni tanto si aggiunge qualche altro stato che vuol vivere in pace pure lui. Purtroppo altri stati, altri governanti, non hanno ancora fatto questo nostro cammino e sono nel bel mezzo di scontri furibondi. Queste guerre seppur lontane ci toccano profondamente e ci fanno desiderare e pregare che la pace arrivi presto anche per tutti questi popoli.