Storia di una lettrice seriale di libri

Photo by Suad Kamardeen on Unsplash

La biblioteca scolastica della scuola elementare

Da quando ho imparato a leggere sono stata una una divoratrice di libri. Ricordo che in terza elementare la maestra creò, con i libri della scuola, la biblioteca di classe. I libri erano alquanto vecchi e già rovinati. Il primo giorno portai a casa un libro grosso così “Yogi, Cindy e Bubu”. Lo lessi in una sera, l’indomani lo riportai a scuola. Nessuno credeva che lo avessi letto tutto, neanche la maestra.  Mi fece domande sul libro a cui io risposi tranquillamente. Mi diede un altro libro, iniziai così la mia carriera di lettrice seriale.

I libri letti quando ero alla scuola media

Quando ero in prima o seconda media, non ricordo bene di preciso, aprì la biblioteca del mio paese: una stanza umida con vecchi scaffali e pochi libri per adulti, anch’essi molto vecchi. Fui una delle prime iscritte della biblioteca, se non erro la mia tessera era la n.13. In quel periodo ho letto le biografie di Malcom X, Martin Luther King, e i libri di Jack London, tra cui Martin Eden e altri libri del genere. Roba molto leggera per una dodicenne!, ma quelli c’erano e quelli leggevo.

I libri del periodo della scuola superiore

In seguito per un periodo ho letto gli Harmony, uno al giorno, poi basta: erano tutti uguali. Passata questa sbornia, ho letto i libri di Oriana Fallaci. Non dite niente, lo so, un abisso tra un genere e l’altro.  Mi piaceva tanto la Fallaci, mi piaceva come scriveva, adoravo il suo coraggio e ammiravo la sua determinazione. Credo di aver letto tutta la sua produzione, tranne i libri pubblicati postumi, che sicuramente leggerò quando mi capiteranno in mano. 

Dalla biblioteca comunale alla libreria

Appena ho iniziato a insegnare non ho più frequentato la biblioteca del paese, anche se ormai era diventata un centro culturale importante, aveva cambiato dislocazione e il comune non lesinava negli acquisti di nuovi libri. Chi si ricordava più i locali angusti e umidi degli anni precedenti?

Ma io guadagnavo, potevo spendere e potevo acquistare i libri: ero felice di non dovermi separarmi dai libri che leggevo. Volevo tenerli a casa, sottolinearli, rileggerli nel caso ne avessi avuto voglia.

La mia biblioteca personale

I miei nipoti quando erano piccoli, ma anche ora che sono maggiorenni, adoravano andare a casa di mia mamma anche per la mia biblioteca: la biblioteca di zia Speranza è pazzesca. Zia è milionaria perché ha un milione di libri. Essendo insegnante della scuola primaria compravo molti libri per bambini. Alcuni non sono mai arrivati in classe, visto che loro se ne appropriavano prima.

Una volta sposata la mia biblioteca si è trasferita con me solo in parte. Mia madre ha voluto tenere con sé la maggior parte dei libri: romanzi e saggi, ma anche i libri delle delle superiori e dei concorsi, quelli datati dei miei primi anni d’insegnamento e pure guide scolastiche. Così faccio un favore a me, che non riempio la casa di libri di cui non ho bisogno, e faccio un favore a lei, che li legge, li sfoglia e prende appunti.

La gioia di entrare in una libreria

Non ho mai avuto libri da leggere in arretrato. Molte persone hanno torri di libri da leggere sul comodino, addirittura librerie scaffali interi di libri da leggere. Se io avessi tanti libri da leggere mi verrebbe l’ansia. Io compro al massimo tre libri e li leggo. Quando li finisco ne compro altri. Ho sempre fatto così.

Non so come abbia fatto poi ad essere proprietaria di tanti libri con questo metodo, visto che nel mio paese non è mai esistita una libreria decente. C’era però Eurolibri, compravi 3 libri a un prezzo stracciato e divenuto abbonato ti mandavano un libro al mese ad un prezzo di favore. L’ultimo libro che ho comprato così è stato, forse dieci anni fa, la raccolta di poesie di Wisława Szymborska La gioia di scrivere.

Tuttavia molti libri li ho comprati nelle librerie di Cagliari, a volte andavo apposta in città. Che gioia entrare nelle librerie e sentire l’odore della carta dei libri nuovi. Vagare tra i libri, sfogliarli e annusarli!

Il racconto continua nel post Storia di una lettrice seriale di libri 2.

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Tristezza vai via!

Sono ko. L’influenza mi ha beccato in pieno. E’ iniziata venerdì poco prima che finissero le lezioni con un leggero pizzicore alla gola e indolenzimento alle ossa. Ho preso un antinfiammatorio. Dopo mezzora ero bella pimpante, nessun sintomo. Tra vedere e non vedere ho fatto il giro del paese per la spesa: fruttivendolo, macellaio, supermercato. Meglio avere il frigo e il freezer pieni. Sabato sono andata a scuola ma non ero al massimo, che poi è diventata una discesa verticale. Sono uscita due ore prima del solito, non ho fatto le due ore extra.

Praticamente sono a letto da sabato e la situazione non migliora più di tanto. Oggi è il mio giorno libero, ma domani non andrò a scuola. Non sono in grado, non voglio contagiare gli altri. Insomma prevedo di stare a casa tutta la settimana. Vediamo che dice il medico domani. Sono sconquassata dalla tosse e dagli starnuti. La febbre talvolta ha sfiorato i 38, ma siamo attorno ai 37 gradi. Niente di eccezionale. Mylove regge bene, ma sappiamo che appena io sono ok, lui è ko. Matematico, no? Comunque tutto sotto controllo. Ho praticamente mandato via i miei che sono venuti a trovarmi: non volevo contagiarli.

Ho letto che è stato stabilito che oggi è il giorno più triste dell’anno. Non ho letto gli articoli, ma solo i titoli. Non volevo rattristarmi. Perché sono malata, ma non triste. Come posso rattristarmi visto che  ho la casa riscaldata, mi posso curare e Mylove mi assiste con amore?

Invece ho trovato in rete due notizie positive, per bilanciare quella sulla tristezza.

Ho letto un articolo bellissimo in cui si parla della storia di Martin, un ragazzo  che è stato in coma 12 anni. Per tanti anni lui è stato cosciente, ma nessuno lo capiva. Finalmente un’infermiera ad un certo punto si è resa conto della situazione ed è iniziata la rinascita del ragazzo. Ora è sposato e ha pure dei figli.

Dall’account Twitter di Obama, sì sono una sua follower, ho scoperto che oggi è il Martin Luther King Day. La sua storia la conosco da quando ero alle medie, la biblioteca comunale del paese aveva pochi libri, uno era sua biografia! Era un libro vecchissimo e aggiustato più volte con lo scotch. Quante cose ho imparato leggendolo!

Noto ora che i protagonisti delle mie storie positive si chiamano entrambi Martin!