Compiti per le vacanze sì o no?

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Cosa dice il Ministro

Nei giorni scorsi, il Ministro della Pubblica Istruzione, Marco Bussetti, ha annunciato che prima delle festività invierà una circolare “per la diminuzione dei compiti per le vacanze natalizie” .  Queste affermazioni hanno subito riacceso la polemica, che ciclicamente viene tirata fuori, senza mai giungere una conclusione definitiva. Finché esisterà la scuola,  credo che non sarà mai detta l’ultima parola. Ogni volta le reazioni saranno le stesse di oggi. 

Cosa ne penso io 

L’argomento vede coloro che discutono divisi in due fazioni ben definite, quelli pro e quelli contro, entrambi gli schieramenti portano avanti argomentazioni valide. Quelli per il no ai compiti sostengono che non si devono dare perché le vacanze sono fatte per riposare, si chiamano vacanze per quello! Quelli per il sì ai compiti dicono che sono utilissimi, che gli studenti non devono perdere quello che hanno appreso durante le vacanze.

Quanti compiti do?

La questione interessa anche me, io sono sono per il sì ai compiti assegnati in dose moderata, considerando il numero dei giorni a disposizione. Ad esempio, durante il ponte dell’Immacolata non ne ho assegnato per il lunedì, per il martedì invece avevano una lettura e storia assegnata la settimana precedente. Per le vacanze di Pasqua di solito non ne assegno, i giorni sono pochissimi e tutti abbiamo bisogno  di tirare il fiato. Per le vacanze di Natale,  do qualche esercizio di ortografia, esercizi di lettura a voce alta e lettura di libri a volontà. I miei bambini frequentano il tempo pieno, durante la settimana assegno compiti per le materie di studio, non do compiti, neanche da far terminare il compito non finito a scuola; quello si termina il giorno successivo o nel fine settimana, insieme ai compiti assegnati per la settimana successiva: esercizi di ortografia, o grammatica e, non manca mai, una lettura a voce alta . 

I genitori dei miei alunni

Ho attuato questa linea, memore del fatto che, negli anni precedenti alcune colleghe avevano alle loro porte  processioni di genitori che protestavano per i troppi compiti. Alcune volte era pure intervenuto  il Dirigente, che dava man forte ai genitori! Mi son detta: attuo una linea soft, quella che ho appena  descritto. Pensate che vada bene? Macché! Già dalla prima settimana di scuola – settembre, sole, caldo appiccicoso, afa, avevamo ancora il mare negli occhi -, alcuni genitori si sono lamentati che do pochi compiti. I bambini hanno bisogno di fare esercizio tutti i giorni. Aiuto! Poveri bambini!

Cosa ne pensano i miei alunni

Oggi, alle prime luci dell’alba, mentre facevo il punto alla giornata scolastica che mi attendeva,  ho pensato che noi adulti discutiamo di quest’argomento senza mai interpellare i bambini. Così, lasciando stare gli argomenti già preparati nei giorni scorsi, ho cercato in internet degli articoli di giornale che ho stampato e dato ai bambini.  

All’inizio erano felicissimi, niente compiti!  Quale bambino preferisce fare i compiti? Poi ho detto che ai colloqui alcuni genitori mi hanno rimproverato per i pochi compiti. POCHI COMPITI? Sbalordimento, stupore, terrore.  Li ho rassicurati, abbiamo letto, analizzato gli articoli e  affrontato una lunga discussione. Alla fine hanno concluso che i compiti sono necessari per rinforzare quello che si è fatto a scuola e che studiare a scuola sarebbe molto difficile perché si distraggono molto facilmente. Possono però aiutarsi a ripassare con uno o due compagni. Hanno detto anche che il Ministro ha ragione: le vacanze servono per riposare e stare in famiglia, ma che  molto tempo lo trascorrono attaccati al tablet, telefonino (sgammati!), pc o videogiochi. Alcuni hanno detto che senza compiti si annoiano, altri che i compiti li annoiano, tutti però hanno convenuto che i compiti sono necessari per imparare meglio. 

L’insegnante sono io

Quindi a decidere la dose giusta di compiti sono io e sarò sempre io, docente che conosce suoi alunni e sa di che cosa hanno bisogno. Non saranno né il ministro né i genitori né i giornalisti a dirmi cosa fare o non fare nelle mie classi.