
Da venerdì scorso sono online le pagelle del primo quadrimestre. In realtà la pagella già da diversi decenni si chiama documento di valutazione. Ma se tu chiedi a i bambini se hanno visto il documento di valutazione fanno quella faccia di chi sta chiedendo cose assurde. Se invece chiedi della pagella non ti lasciano neanche finire. I genitori possono accedere alla loro lettura e alla stampa tramite una password, che è uguale per entrambi i genitori. Nel caso si volessero dei chiarimenti sui voti, sul giudizio del comportamento o su quello globale, i genitori possono chiedere un incontro gli insegnanti. Oppure siamo noi insegnanti a chiamare i genitori per fare il punto della situazione sulla valutazione e non solo.
Quest’anno i miei alunni sono in terza, sono una classe a tempo pieno composta da 23 bambini. Il livello di apprendimento generale è medio alto. La maggior parte dei genitori sono diplomati, alcuni sono laureati. Sono genitori che lavorano, seguono i figli, si interessano dell’andamento scolastico e hanno un buon rapporto con le insegnanti. La classe dal punto di vista comportamentale è alquanto vivace, alcuni bambini non sono solo vivaci ma anche refrattari al rispetto delle regole. Niente di gravissimo, ma fanno cose, o non fanno cose, che se le fa un bambino una volta non disturba, ma se le fanno più bambini più volte, allora la musica cambia. Ad esempio sono comportamenti disturbanti: stare seduti con i piedi sulla sedia, fare rumori con gli oggetti scolastici, alzarsi e frugare nel diario a random, non preparare il materiale per la lezione e continuare a disegnare o ritagliare per proprio conto, interrompere qualcuno, maestra compresa, mentre si parla, fare giochi inadatti e pericolosi durante la ricreazione, litigare con i compagni, ridere alle spalle della maestra arrabbiata, negare di aver fatto qualcosa anche se la maestra lo ha visto, non rispettare le regole di comportamento in mensa, in palestra o nei trasferimenti di ambiente. Alcune sono piccolezze che vanno corrette, sempre, ogni volta che si presentano e vanno fatte notare. Se un bambino ha più di uno di questi comportamenti il giudizio sul comportamento non potrà essere positivo.
Ad alcuni bambini abbiamo scritto nero su bianco che il comportamento non è corretto. Apriti o cielo! Nonostante i genitori sappiano perfettamente del comportamento della classe e del proprio figlio, vederlo scritto ha fatto male e la chat dei genitori, dove noi insegnanti non siamo presenti, è rimasta infuocata per molti giorni. Noi abbiamo avuto gli echi di queste discussioni dalla rappresentante della classe. La povera donna, piccola di statura ma è alquanto cazzuta e a completamente dalla parte delle insegnanti, ha avuto un bel da fare. Ha chiesto i chiarimenti a noi sul nostro modo di procedere e ha appurato che la nostra intrasigenza è dovuta al fatto che in terza i bambini sanno benissimo come si devono comportare e che tutti hanno la capacità di rispettare le regole del vivere comune. Ovviamente la parte più difficile per lei è stata quella di farlo capire e farlo accettare ad alcuni irriducibili genitori. Ma già a una settimana la situazione si sta normalizzando.
Questi giorni durante le pause ho intervistato singolarmente i bambini. Hai visto la pagella? Sei contento/a ? Mamma? Papà? I voti sono corretti? Il giudizio del comportamento è giusto? Cosa puoi fare tu? Vuoi impegnarti di più? Bravissimo/a sono sicura che ce la puoi fare e allora anche il tuo giudizio o voto cambierà.
I bambini hanno un senso di giustizia molto più sviluppato di quello di noi adulti. Hanno bisogno di avere certezze, di sapere ciò che è giusto o sbagliato e di essere giudicati correttamente. Ma hanno anche bisogno di sapere che non tutto finisce lì, che tu hai fiducia in loro e che possono cambiare la situazione con l’impegno e l’incoraggiamento.
E io sono lì per questo.
Il male dei bambini sono i genitori.
Ho una persona a me molto vicina che ha un figlio al limite della delinquenza, ma non accetta che le insegnanti glielo dicano e la sua soluzione è cambiarlo di scuola ogni volta che la situazione “precipita”. Personalmente non credo sia la soluzione giusta, ma non ho figli, quindi taccio!
Ti scrivo da mamma di un bimbo molto intelligente, bravo a scuola, ma monello. Lo so, ne sono cosciente e me ne dispiaccio. Non faccio che fargli mille raccomandazioni, ma con alcune insegnanti è proprio monello, non con tutte. Un genitore sa perfettamente che figlio ha, non capisco perchè si debba alzare un polverone in chat, per giunta. Se si hanno dubbi si chiede un colloquio privato e si chiarisce.
Infatti! Ogni genitore in cuor suo sa come è veramente il figlio
Infatti! Ogni genitore in cuor suo sa come si comporta il proprio figlio. Per esperienza di che il temperamento vivace non cambia, però piano piano i bambini, anche quelli più monelli, imparano a rispettare le regole. Coraggio, vedrai che ti darà tante soddisfazioni.
Bellissime parole che riassumono il vero ruolo delle insegnanti. I bambini dovrebbero imparare le regole del comportamento dai genitori e non a scuola; nell’ambito scolastico dovrebbero avere l’opportunità di applicarle e verificare la loro valenza. Troppo comodo delegare alla scuola la parte più difficile e poi lamentarsi quando fa notare che non si sta facendo abbastanza per educare il proprio pargolo o non si sta facendo affatto.
Nel campo dell’educazione la scuola collabora con la famiglia, in quello dell’istruzione la famiglia collabora con la scuola. Per tanto tempo si sono confusi i ruoli facendo tantissimi danni. Quando finalmente si chiarisce questo punto di può fare un lavoro sinergico famiglia-scuola.
Sono d’accordo! I tuoi alunni sono davvero fortunati ad averti come insegnante 🙂