
Sono giorni strani. Lenti perché ho deciso così. Si fa quel che si può e quello che non si è fatto si fa domani, forse. Per alcune cose c’è tempo e per altre no. Sono urgenti e si fanno quelle.
Mio suocero, come sa chi mi segue da tempo, ha subito negli anni scorsi varie operazioni, prima al retto e poi alla vescica, e ora va peggiorando, ha raggiunto la soglia dell’inferno, ma non l’ha ancora varcata. Mia suocera ha tanta energia, ma con i medici non si raccapezza molto. I figli sono chiamati a prendere in mano la situazione, visto che anche lei ha i suoi problemucci di salute. Non sarà facile visto che vuole avere il controllo della situazione, ma vedo segni di cedimento. E chi non li avrebbe? Santa pazienza, siamo umani tutti, lei compresa. Ma appunto bisogna avere tanta pazienza tra noi. Le persone sono più importanti di tutto. E’ ovvio, ma poi spesso ce lo dimentichiamo.
Del ciclo neanche l’ombra. Domani chiamerò Miogine e vediamo un po’ quel che sta succedendo laggiù. Perché qualcosa di fuori dal consueto sta succedendo. Fisicamente sto benone, e non vorrei dirlo ma forse… forse, niente, non lo dico!!! Anche se mi sono chiamata Speranza, c’è un limite a tutto!
Qui oggi è una bellissima giornata di sole, di pomeriggio usciremo a farci una passeggiata in paese e godere dell’ultima giornata di festeggiamenti per un importante monumento ultracentenario.
Buona domenica a tutti.
Affrontare la malattia e’ dura, ti sono vicina. Bella l’installazione di ombrelli a Pula, onirica.
Per il resto…speranza fino alla fine!!
Bella sì Pula ombrellata. Peccato che fosse nuvoloso.
Qui ancora niente di niente. Oggi ho fatto le analisi del sangue. Presto si saprà qualcosa
Spero che tuo suocera vi lasci quanto prima e che il suo inferno abbia fine.
Spero anche che…spero e basta, anche se non sono Speranza 🙂
un abbraccio, Speranza. Leggo sempre tutto di te.
Grazie per l’abbraccio. Io pure leggo tutto di te! E’ bello vederti felice con i tuoi cari.
L’inferno di tuo suocero lo conosco, lo sai, posso solo dirti che quando ci sei dentro da figlio intendo, ti arriva una forza (forse è quella della disperazione) che non avresti mai pensato di avere, fai le cose, vai, parli con i medici, conforti il malato, stai con lui e scendi quelle scale verso l’inferno accompagnandolo, questo è ciò che possiamo fare.
Dacci notizie di tutto. Ti abbraccio
Purtroppo questa strada la conosco già. Sembra però che vada leggermente meglio rispetto alla scorsa settimana.Un abbraccio anche a te.