Il mese appena trascorso è stato un buon mese per le mie letture. Infatti, ho letto dei bei libri e tutti mi sono piaciuti molto. Continuo con il metodo di far trascorrere due o tre giorni per staccarmi da ciò che ho letto e per darmi modo di fare delle riflessioni. Faccio le maratone di lettura e fino a quando non so come finisce non sono in pace.
19) Into the wild truth, Carine McCandless Ho scelto questo libro dopo aver letto i post di Sandra, ha avuto la fortuna di essere prescelta per incontrare l’autrice. In un post si chiedeva come mai avessero scelto lei. Dopo aver letto il libro ho capito perché la casa editrice ha fatto il suo nome. Sandra è una persona genuina e sincera e l’autrice ha bisogno di essere capita e accettata per la scelta che ha fatto nello scrivere la sua scomoda storia. Mi sono accostata alla lettura non avendo visto il film e non avendo letto il libro precedente. Una profana in piena regola! Sandra mi aveva consigliato di vedere prima il film, ma siccome non sapevo quando sarebbe potuto accadere ho deciso di lanciarmi. Non mi sono pentita. Ho capito le ragioni dell’autrice, sorella del protagonista, Chris, morto di freddo in Alaska. Ho capito il bisogno di far chiarezza e mettere i genitori davanti al fatto che la verità non si può nascondere. Quando avviene ci sono delle terribili conseguenze che si ripercuotono nella vita di chi ci circonda. Non è mai facile liberarsi dalle macerie che causano le bugie e il negare la verità, a volte ci vuole tutta la vita. Carine, con tanta difficoltà sta riuscendo in questa impresa. Complimenti.
20) Mi sa che fuori è primavera, Concita De Gregorio. Di solito dopo un libro con una storia difficile, leggo qualcosa di meno coinvolgente a livello emotivo. Questa volta no, anche questa volta non ho letto la trama. Solitamente leggo l’incipit, raramente sbaglio. E’ la storia di Irina, la mamma delle gemelle svizzere scomparse e mai ritrovate, probabilmente uccise dal padre e sepolte chissà in quale punto d’Italia. Questa storia ha occupato per mesi le pagine dei giornali, senza che se ne venisse a capo. Irina, nel libro scrive delle lettere a tutti quelli con cui è venuta in contatto nel suo tragico percorso. Mentre leggiamo scopriamo con quale sufficienza e razzismo è stata trattata dalla polizia svizzera, solo perché italiana mentre svizzero era il marito scomparso con le bambine. Scopriamo quanto tempo prezioso è stato perso prima che il padre si suicidasse. Scopriamo che dolorosamente e faticosamente si può vivere, e tornare ad amare, non facendo finta di nulla, come se niente fosse successo, ma accettando il dolore e l’assenza che si fa sentire tutti i giorni.
21) Qualcosa che somiglia al vero amore, Cristina Petit. Dopo i due libri precedenti avevo bisogno di leggere qualcosa di leggero e positivo. Il libro ha assolto bene il compito. Leggendo questo libro si va a Parigi. Non la città dei turisti, ma quella di chi la vive con gioia e semplicità. Come nel Favoloso mondo di Amelie e L’Eleganza del riccio. Sarà la città ad ispirare storie in cui i protagonisti vivono i sentimenti buoni? E’ un bel libro rilassante, che mi ha fatto bene al cuore.
22) Come il vento tra i mandorli, Michelle Cohen Corasanti. Quando mi capita di andare a Cagliari entro sempre nelle librerie. Sfoglio i libri, li guardo, li accarezzo e li annuso. Da tanto tempo non compravo un libro di carta. La settimana scorsa, invece sono entrata in libreria e ho deciso che ne avrei comprato uno, volevo una storia coinvolgente, che non mi facesse pentire della scelta fatta. Ce ne erano tanti che mi dicevano: comprami comprami. Alla fine ho scelto questo, ricordavo di aver letto delle belle recensioni anche se non ricordavo l’argomento. Ho letto l’incipit, che per me è importantissimo, e me lo sono portata a casa. Ho iniziato a leggerlo già in treno, l’ho finito dopo tre giorni. E’ la storia terribile di un bambino, della sua famiglia, della sua terra e della sua nazione: la Palestina. E’ una piccola storia che si intreccia inesorabilmente nella Grande Storia. Non sono rimasta indifferente mentre gli occhi leggevano le ingiustizie, ma questo libro è un piccolo mattone che serve a costruire il ponte della pace. Quando penso ad Israele e la Palestina sono sopraffatta dallo scoraggiamento: non si risolverà mai. Ma fino a quando ci saranno donne e uomini ebrei che scrivono libri come questi, la pace avrà ancora delle possibilità.