Chi muore?
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente,
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore,
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.
“Ode alla vita”, di Martha Medeiros
Bella, sapevo che era di Neruda…
Ho letto che questa poesia è stata condivisa in internet migliaia di volte e quasi tutti riportano che è di Neruda. Non ho indagato per scoprire come mai si è diffusa questa notizia. Io ho dato un piccolo contributo alla giusta attribuzione del merito.
lLa conoscevo, ma l’ho riletta molto volentieri. Buona riflessione cara.
Grazie!
bella bellissima e molto vera
🙂
Grazie per aver condiviso questa bellissima poesia, è così vera, mi è arrivata dritta al cuore
Vero? Ti rimescola dentro un sacco di belle cose. Trasmette voglia di vivere e di ribaltare i tavoli della nostra vita.
Ieri notte prima di spegnere la luce ho letto un pezzo di questa bellissima poesia, che per molto tempo, erroneamente è stata attribuita a Neruda. Avrei voluto accendere il pc e condividerla subito. Lo faccio ora. Non la conoscevo. Mi emoziona leggere alcuni passi. Sembrano scritti per me.