Quando si è in viaggio è inevitabile confrontare quello che osservi lì con quello che vivi tutti i giorni. Noi l’abbiamo scelto apposta. Ci siamo detti: quest’anno andiamo a respirare un’aria diversa. Gli altri anni avevamo deciso di rimanere in Sardegna per dare il nostro modesto contributo a far girare l’economia. Abbiamo sentito la necessità di vedere altri posti e prendere una boccata d’aria che non fosse la solita aria di crisi. Non che la Spagna non ne sia toccata, ma secondo gli ultimi dati è già in ripresa: c’è stato un incremento turistico dello 0,9%.

Barcellona è una città a misura di turista. Milioni di persone la visitano ogni anno, soprattutto nei mesi estivi. A me piacerebbe tornarci in un periodo meno affollato. Spostarsi in città è facilissimo, ci sono dieci linee della metro, autobus cittadini, taxi e i bus turistici che sono comodissimi: sali e scendi tranquillamente quando vuoi pagando un biglietto giornaliero. Se lo avessimo capito prima ci saremmo risparmiati tante camminate sotterranee!

I monumenti e le attrazioni in generale costano un po’, ma sono ben tenuti e ben sorvegliati. Il turista lo sa, è andato per vedere e godere della loro vista. E’ ben felice di contribuire alla conservazione e alla salvaguardia di opere e monumenti unici.

La città è pulita. In ogni angolo ci sono cestini con i portacicche, gli spazzini con le loro borse e scope lavorano anche la domenica sera! Le squadre antigraffiti intervengono quando il cittadino chiama. Lavorano alacremente anche la domenica mattina. Da quel che ho capito il cittadino non paga una tassa extra. Ho intervistato dei signori seduti in una panchina che si godevano lo spettacolo degli operai che lavoravano. Non paga, ho importunato pure gli operai! Ho visto in giro tanti cani, per giorni non abbiamo visto alcuna cacca nelle strade. Ci siamo chiesti se i cani spagnoli non cagassero. Poi il penultimo giorno l’abbiamo vista! Una bella cagata! Per pudore non l’ho fotografata. Comunque la mattina gli spazzini e l’autobotte dei giardinieri passano a pulire, innaffiare le piante e lavare le strade.


A Barcellona è proibito dormire nelle panchine, abbiamo visto due poliziotti che mandavano via un tizio che era disteso su una panchina. Gli dicevano: lo sai che non lo puoi fare! E lui mezzo intontito dal sonno o dall’alcool senza batter ciglio se n’è andato. Nella metro, invece, davanti a noi c’era un ragazzo strafatto o mezzo ubriaco, carico di borse sporchissime. In un attimo sono arrivati un poliziotto e un addetto al controllo della metropolitana. L’hanno fermato con gentilezza e chiesto il biglietto. Ne ha tirati fuori una decina e mai quello giusto. Mentre arrivava la nostra metro, il poliziotto telefonava per chiamare i rinforzi. Tutto si è svolto senza clamore, quasi nessuno si è accorto di quel che succedeva.

I prezzi degli alimentari sono in genere abbordabili. Due volte abbiamo mangiato in un ristorante raffinato e non ci hanno strozzato. Il trucco è che le tasse sono abbastanza basse. Almeno un 10% in meno. La benzina è attorno ai 1,4 euro, qua ieri era attorno a 1,7 euro.

La città è rinata con le olimpiadi del 1992. Hanno costruito km e km di spiagge, mettendo milioni di metri cubi di sabbia. Il mare, come già detto, non è un granché, ma è super organizzato con docce e ogni genere di servizio. Barcellona è stata rivoltata come un calzino ed è diventata quel che è: una città bella città antica e moderna. E’ una città multiculturale, lavorano e vivono lì tanti africani e persone di ogni parte del mondo.

Anche a Barcellona c’è la povertà. E’ mimetizzata in mezzo a migliaia di persone, ma l’abbiamo vista, nelle ramblas e nelle piazze più in, frugare i cestini della spazzatura per recuperare le cicche, i coni gelato non terminati, i panini e ogni tipo di cibo buttato con leggerezza dai turisti. Ci siamo chiesti dove dormissero queste donne e questi uomini. Certo non sulle panchine, forse sotto, come abbiamo visto fare ad un uomo in pieno giorno. Da lontano non si vedeva, solo avvicinandoti potevi vedere questa lunga figura umana adagiata sul pavimento!

La Catalogna è la regione più ricca della Spagna, ha una lingua propria e sogna di essere il prossimo stato indipendente d’Europa. Probabilmente non gli va giù l’essere sotto una monarchia! Gli indipendentisti sardi guardano e agognano di arrivare al livello della consapevolezza e legislazione catalana, ma la strada per noi è tanto lunga e difficile. Non credo che i miei occhi vedranno l’indipendenza della Catalogna e quella della Sardegna. Ma se anche una sola persona dovesse perdere la vita per raggiungere questo obiettivo, vuol dire che non è un obiettivo giusto.

Questo è l’ultimo post sul viaggio a Barcellona. Siamo rientrati da una settimana e anche se ormai l’Italia si sta fermando per la pausa di Ferragosto, le news si stanno imponendo e mi sembra quasi banale tirarla ancora lunga sul nostro viaggio. Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo lungo post.
Viale con Palme. A Cagliari ce n’è uno uguale !
Grazie, ottimo reportage pieno di informazioni. Peccato per il borseggio 😦
Il borseggio sta diventando una cosa piccola piccola, manco lo racconto più.
Sono stata a Barcellona per il viaggio di laurea nel 2003 e l’ho adorata!
Vero, si fa amare facilmente.
grazie per i tuoi post su barcellona, di cui ho un bel ricordo datato 2006 🙂
[ricordo un buonissimo mercato alimentare sulla rambla, ma non so se c’era tutti i giorni]
La Boqueria dici? E’ aperto tutti i giorni fino a tardi. Ci siamo solo affacciati due volte perché era troppo affollato.
Il tram è identico a quelli più nuovi di Milano. Mi sono piaciuti i tuoi post su Barcellona, con un occhio critico ma non criticone, brava! ma mi è spiaciuto tanto per il furto.
Oh, grazie. Il furto diventerà uno sbiadito ricordo, solo un monito per i viaggi futuri. Buona giornata cara.