Anche quest’anno, per la 358a volta la Città di Cagliari ha sciolto il voto in onore di S.Efisio martire. Negli stessi giorni a S. Antioco si è svolta un’altra festa in onore del santo che dà nome all’isola, questa festa si svolge per la 655a volta. Feste come queste si svolgono in ogni paese della Sardegna, anche in quelle comunità che contano ormai pochissimi abitanti, sono l’occasione che fanno rientrare gli immigrati sardi sparsi per il mondo.
Queste feste sarde sono particolari e per chi le vive e le ha vissute sono normali, ma gli occhi dei non autoctoni si spalancano di stupore nell’assistere a queste forme di religiosità. Un pellegrino turista intervistato dalla tv ha detto: queste statue sono come esseri umani: vengono vestite, cambiate, fatte dormire come se i santi fossero veramente lì in carne e ossa. Non avevo mai pensato a questa cosa. Per me è normale vedere questi gesti antichi e sempre nuovi in onore di uomini o donne che spesso sono morti dopo atroci tormenti perché erano cristiani e non hanno abiurato la propria fede. Sinceramente non so se riuscirei a farlo anche io. Ma oggi in tante parti del mondo ci sono uomini, donne, bambini che vengono torturati e incarcerati, o muoiono per cose per noi insignificanti: portare una piccola croce al collo, avere in casa un vangelo, andare a messa la domenica. Sono fatti che avvengono tutti i giorni in Africa, in Medioriente, in Asia. Sono gli Antioco e gli Efisio di oggi, dell’era di Facebook, Twitter. Sembra impossibile che nell’era della comunicazione super veloce possano capitare fatti come quelli dei primi secoli del cristianesimo, che leggiamo e studiamo nei libri di storia e invece sono attualissimi nei giornali online.
Rimango smarrita se penso che consideravo la persecuzione contro i cristiani superata già da secoli e invece è attualissima. Noi occidentali ci balocchiamo in un cristianesimo da salotto. Spenta la tv o il computer possiamo dormire in pace.
Che i vecchi e i nuovi martiri possano ispirarci nel vivere un cristianesimo autentico.
Un pensiero riguardo “Antichi e nuovi martiri”