Maikol va a scuola. 2

Alcuni commenti al post precedente su Maikol hanno messo il dito sulla piaga della problematica delle associazioni che si occupano delle adozioni a distanza e sulla serietà del loro operato. Anche io mi sono messa il problema e ho aspettato un po’ per darmi l’ok.  E anche ora che è iniziato il percorso sono piena di domande che a poco a poco sto chiarendo via mail con la paziente Elvira, la responsabile del sito e del profilo fb. Infatti, Maria Carla lavora 12-14 ore al giorno, molte volte stramazza nel letto e spesso non c’è la connessione. Quindi il sito viene curato dalle amiche in Italia.

Ho scelto loro perché credo che una piccola associazione sprechi meno di una grande, che gestisce tanto denaro. Dove c’è tanto denaro c’è anche tanta tentazione di fare la cresta e di tenersi i soldi. Ho escluso associazioni che mi bombardano di mail, nonostante io abbia più volte scritto di non mandarmene più. Non mi va neanche che si sprechino soldi in pubblicità televisiva o cartacea: il problema del terzo mondo non lo risolvono le associazioni, ma i governi quando si mettono d’impegno. Il lavoro delle associazioni è meraviglioso ma è pur sempre una piccola goccia, e tale deve restare.

Possono andar bene le missioni di suore o preti che conosciamo e che magari ogni tot d’anni tornano e ci mettono al corrente del loro lavoro. Io pure ne conosco, ma per un motivo irrazionale e forse inspiegabile mi sono sentita di dar fiducia a quest‘associazione del continente.  Mi sono innamorata del progetto della costruzione della scuola elementare senza bastone. Sono perfettamente d’accordo con il principio dell’associazione e di Maria Carla che non vuole solo sostenere i bambini ma gli insegna a voler bene a se stessi e a quelli che li circondano. Questa donna mira in alto, non è solo questione di sopravvivenza momentanea, ma dietro c’è un vero progetto educativo che coinvolge tutta la persona. Non è facile perché le condizioni sono di vera povertà, a tutti i livelli, non solo quella materiale che paradossalmente è quella più facile da combattere: gli dai da mangiare e hai salvato le vite. Ma facendo così ogni giorno si parte dallo stesso punto, non c’è crescita. Invece Maria Carla vuole far crescere le famiglie insegnando ad aver cura dei vestiti, insegnando come fare, educando le famiglie. Non è facile e non sempre i risultati sono quelli sperati. Quanti momenti di scoraggiamento e avvilimento! Sentimenti che conosco bene perché in campo educativo li provo tutti i giorni in prima persona. Dare cento per ottenere dieci, ma poi nel momento che non te lo aspetti si ottiene duecento e tutto lo scoramento precedente è dimenticato. Questo è il motore che fa andare avanti tanti maestri ed educatori in ogni parte del mondo!

Nei miei desideri c’è quello di conoscere queste meravigliose persone che fanno parte dell’associazione, di conoscere Maria Carla, andare in andare in Tanzania e vedere con i miei occhi le scuole, nate anche con il mio piccolo contributo. Io deciso di fidarmi del non conosciuto, di fare una cosa nuova per me con persone nuove. Ho un mondo tutto da scoprire.

Avrei voluto mettere altre foto, ma ci vuole un po’ di tempo,  e devo preparare la cena!

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