Dopo tre giorni di scuola, le vacanze sono un lontano ricordo e il loro beneficio è già esaurito. Perché i problemi sono sempre quelli. Non è che il bambino asiatico in quindici giorni ha imparato l’italiano o quello rom è diventato meno problematico, o Pierino ha imparato a fare amicizia con gli altri, o che in segreteria si decidono a nominare la supplente del sostegno senza contare i minuti che questa rimane senza alunni (per inciso non capita mai mai mai).
Anno nuovo problemi vecchi, di ere geologiche incrostate in stratificazioni millenarie. E in più l’ennesimo schiaffo in faccia ricevuto a man rovescio e a tradimento mentre ci si era rilassati un po’! Parlo dei famosi 150 euro che alcuni docenti avrebbero dovuto restituire. Dico subito che io non sono tra questi, fortunatamente avevo scattato l’anno precedente, ma la cosa mi ha fatto imbestialire comunque. A parte la figuraccia e la completa insipienza di chi ha deciso questa cosa e del ministro che ha cercato pure di giustificare quest’azione.
Infatti, mentre tu ministro parli di imu, tasi, tarsu, togli pure i soldi con i quali si pagano queste tasse, sia mai che potesse venir voglia di cambiare un pc che usavano adamo ed eva, o che ne sò comprare l’ipad, anche a rate, eh!!! Quando ho letto la notizia mi è salita una rabbia, di quelle che ti fa pensare e dire le peggiori cose, e quando ho sentito la notizia del dietrofront mi sono sentita peggio: avvilita nel profondo del mio essere, calpestata nella dignità del mio ruolo.
Con un lavoro certosino di anni e anni, piano piano alla scuola e ai docenti hanno tolto tutto. Tutti si sono riempiti la bocca di parole, di riforme, e con i fatti ci hanno smembrato, tolto organi senza anestesia. Manca solo il prelievo giornaliero di sangue, prima delle lezioni. Tanto i docenti rimangono ancora vivi per la passione, per il senso di servizio, per quell’essere volontari dentro, che un noto giornalista ieri ci ha pure rimproverato.
Poi rendendosi conto della grossa cavolata son tornati indietro, ma quando una cosa non la fai, diceva mia nonna, non conta l’azione ma l’intenzione. Infatti è l’intenzione che mi fa tanto male. Non avrebbero dovuto neanche pensarlo!
Questa cosa, degli scatti di anzianità in parte recuperati da alcuni docenti, ha pure scatenato la guerra e la gelosia fra poveri: altri comparti del pubblico impiego sono al palo, e pure l’altro personale della scuola è rimasto a bocca asciutta, che la scuola non è solo fatta di alunni, insegnanti e genitori. Questo mi ha reso ancora più triste.
Ecco, Sandra, com’è andato il mio rientro a scuola. Niente di più niente di meno.
…non so che dire…quando sento parlare di Italia nei tg internazionali è sempre per fatti negativi e spesso tristi…quello che tu hai raccontato non è da “stampa estera”..ma è comunque moltriste e negativo…altre parole non riesco a trovarne…e forse è anche meglio così….
Grazie per la solidarietà.
Ho seguito cara Speranza la vicenda e pensato alle diverse amiche insegnanti che conosco – quindi anche a te – sentendomi anch’io per voi avvilita e vittima di una profonda ingiustizia. Io e mio marito ne abbiamo parlato dicendo che si tratta dell’ennesimo schifo all’italiana che colpisce come sempre chi lavora con dedizione e lascia una bella fetta di stipendio in tasse. Abbraccione
Grazie per la solidarietà!